La grande cordata di Ivo Ferrari

L'ultima tappa del lungo 'viaggio arrampicata' di Ivo Ferrari termina sulla Fessura Comici al Zuccone dei Campelli (Alpi Orobie Occidentali), un modo per raccontare la grande cordata che ha aperto quella bellissima via ma anche quella che, in questi mesi, è stata protagonista del suo libero girovagare per le pareti d'Italia tra incontri, amicizie, stupore e bellezza.
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Sulla Fessura Comici al Zuccone dei Campelli (Alpi Orobie Occidentali)
archivio Ivo Ferrari
Non abbiamo mai commentato questo diario del viaggio – arrampicata di Ivo Ferrari. Lo facciamo ora unicamente per ringraziarlo, anche a nome dei moltissimi che l'hanno seguito su queste pagine. Ivo ci ha riportati all'essenza e, se volete, anche alla bellezza dell'alpinismo e dell'arrampicata. Cosa c'è di più bello di quel suo girovagare in libertà tra pareti e vie, tra incontri e amicizie, tra storia e nuove scoperte? Quel che conta, infatti, anche nell'alpinismo, è sempre e unicamente il viaggio. Grazie Ivo per averci fatto arrampicare con te.

Zuccone dei Campelli, la Grande Cordata: Emilio Comici, Riccardo Cassin, Mario dell'Oro (Boga), Mary Varale e Mario Spreafico. Di Ivo Ferrari

"[...] Comici ha espresso il desiderio di conoscere anche questa grande costiera di tipo dolomitico che massiccia si impone tra la Valsassina e la Valtorta. L'occasione è offerta dall'inaugurazione del Rifugio Cazzaniga sopra i Piani d'Artavaggio [...] una volta che ci si trova dinanzi alla bastionata è per noi un piacere additare a Comici la parete inviolata. Numerosa è la brigata: oltre a Comici ci sono la Varale, Boga, e Mario Spreafico. Per questo ci si divide in due cordate. [...] Realizzata la via, che battezziamo "Fessura Comici", se ne divide fraternamente l'onore. [...]". (dal libro "Capocordata" di Riccardo Cassin - CDA Vivalda Editori)

Seduto sull’ampia cima, cerco di riconoscere l’orizzonte, respiro a pieni polmoni l’aria di fine agosto, Federica è accanto a me, non siamo soli, sento le voci di altre cordate... Gioco con un sassolino e mi ritrovo ad osservarlo, la mia testa inizia a lavorare aiutata dalla fantasia.

Pochi minuti fa ero impegnato lungo la linea del “cambiamento”, una delle vie che aiutò i forti alpinisti lecchesi ad aprire gli occhi: sì, perché fu proprio l’arrivo a Lecco di Emilio Comici, invitato per un corso roccia, la chiave del cambiamento, nuovi metodi, nuove idee, nuovi orizzonti... Comici aprì i confini, liberando la forza e la bravura di molti alpinisti lombardi!

Oggi ho preso la funivia, le gambe in settimana si sono fatte sentire, gentilmente mi hanno chiesto un po’ di riposo, le braccia invece tacciono, quasi rassegnate. Camminando piano ci siamo portati alla base della Torre: sopra le nostre teste, la via più famosa del gruppo, la linea che molti hanno fatto e che io non ho mai ripetuto.

Gli appigli sentono di “storia”, una bella e lunga storia scritta sulla roccia e lungo le pagine di molti libri. Salgo piano, con calma, la lunghezza e le difficoltà non sono da fretta, qui si deve solo godere lungo appigli netti e comodi. E' da parecchio tempo che voglio salire la “Comici”, ora tocca a noi...

Salgo, osservo le rocce tutto intorno, un piccolo “gruppo” di pinnacoli simili alle Dolomiti, un bel Rifugio alla loro base, comodo punto di partenza e arrivo. La linea è evidente e logica, figlia del suo tempo, opera di artisti del tempo.

Mentre mi alzo sempre più da terra, immagino i loro discorsi, in un’epoca in cui tutto era da scoprire e fare, con materiale e mezzi che oggi possono solo far rabbrividire. Loro erano fortissimi, incoscienti preparati. Che bellissimi personaggi! Capaci di lasciare pagine piene di storie e linee fantastiche. E' grazie anche alla loro caparbietà che l’alpinismo ha fatto passi in avanti.
E' la mia “prima” volta lungo questa via, il divertimento è dentro in me. Fatico il giusto e scopro cose nuove, ora ottimi resinati rendono meno “pensierosa” la salita, alcune varianti elevano il grado rimanendo varianti... Non amo le varianti!

Depongo il sassolino al suolo, lui deve rimanere qui, dove è sempre stato, caldo d’estate e freddo d’inverno. Lui che ha visto epoche di arrampicatori, che ha giocato forse con gente molto più preparata di me... Scendo con la convinzione che un giorno di non so quale mese, ritornerò, magari accompagnando mio figlio... chissà! Forse!

Alla base mi giro verso la Torre, rivedo una bellissima estate ricca di Amicizie e di tanta roccia, sana e friabile, rivedo gli Amici che mi hanno accompagnato in un gioco che sembra non finire... Ho notato che con gli anni il cervello ricorda solo quello che vuole lui, quindi, prima di incasinarmi e mandarlo fuori giri (il cervello), mi sembra giusto ringraziare chi mi ha fatto attraversare mezza Italia.

La CAMP per il materiale, Vinicio per lo stimolo e l’opportunità di raccontare e crearmi nuovi Amici, Lorena Torta, Claudia Farruggia, Bruno Vitale, Marco Dal Tio, Aurora Tagliavia, Luigi Cuccietta, Maurizio Oviglia, Federico Forza, GianMario Bellini, Alberto Graia, Loretta Spaccatrosi, Guido Azzalea, Renzo Corona, Dario Spreafico, Silvano (il Grinta), Andrea Gaddi, Ennio Spiranelli, Giuseppe “Popi”Miotti … per avermi accompagnato lungo le vie e con i ricordi! Federica, mia moglie, per non avere ancora chiesto il divorzio (la faccina ci sta, ma non la so mettere) e i due piccoli monelli Dario e Marinella.

Se ho sbagliato nomi e dimenticato qualcuno è colpa del cervello, non mia! Scendo verso la funivia… il “viaggio” è finito.

Ivo Ferrari


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