Non è una passeggiata: la via Barbier - Bourgeois alla Torre del Lago, con Ivo Ferrari

Ivo Ferrari ricorda la via aperta da Claude Barbier e Jean Bourgeois alla Torre del Lago (Gruppo del Fanis, Dolomiti) il 4 agosto 1964.
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La Torre del Lago: una meraviglia della natura
Ivo Ferrari

L’arrampicatore Belga, Claude Barbier mi ha da sempre affascinato, la sua incredibile galoppata “su e giù” lungo le Tre Cime di Lavaredo, ai giorni nostri riuscirebbe ancora a far pensare … un’infinità di salite solitarie, vie nuove e prime ripetizioni, uno “straniero” completamente innamorato dei Monti Pallidi.

Molti anni fa, di ritorno dalla Castiglioni sulla Ovest della Cima della Busazza, incontrai la sua compagna …. Era venuta a vedere i luoghi di Claudio, la mia ignoranza in lingue non mi permise di capire e dialogare molto, ma i suoi occhi brillavano mentre la Torre Trieste sembrava prendere fuoco!

Per finire questa “piccola” vacanza in Dolomiti, mi sono svegliato alle sei, intanto che la “famiglia” dormiva, sono sgattaiolato fuori dal furgone, il compagno di tante salite mi aspettava … velocemente ci siamo portati all’attacco della via, la Torre puntava diritta verso il Cielo, bellissima sopra le nostre teste, la voglia di salire si è tramutata in energia e lunghezza dopo lunghezza ci siamo alzati, pochi chiodi indicano la logica, in alcuni punti, guardando verso l’alto sembra impossibile passare, non posso che immaginare il Belga che nel 1965 scarponi hai piedi si è addentrato tra le pieghe di questa montagna, fessure e diedri, strapiombini e ristabilimenti, nel giallo della parte alta è d’obbligo ragionare, bisogna “pedalare” sicuri, ma l’apparenza a volte inganna e l’appiglio risolutore lo trovi sempre.

Quarantotto anni fa non esistevano i magici “amici”, le suole lisce non erano realtà, ma esisteva la forza fisica e mentale, la passione e il coraggio, dopo aver ripetuto un’infinità di linee , dalle più anziane alle meno vecchie a volte faccio fatica a capire “la storia”, sono talmente perplesso da cosa l’uomo sia riuscito a “combinare” tra i monti che penso di essere un fifone!

Barbier sulla Torre ha aperto una via stupenda, audace e con stile, una logica arrampicata libera degna di un grande scalatore, forse una salita che i giovani arrampicatori non apprezzano molto, il libro di Cima parla chiaro, anche il mio compagno è sceso a valle deluso e poco convinto(e non è giovane), Lui ama gli spit e la trazione sicura, io … che sono sempre più confuso mi diverto tirando roccia saldissima e giocando con la leggerezza del meno sano.

Salendo e scendendo da Cime famose ho visto Montagne quasi sconosciute e poco “di moda”, gli occhi abituati a ricercare aiutati dalla mente hanno memorizzato linee mai salite, ora saluto le Dolomiti con alcune giornate insieme a Federica lungo le “classiche” non troppo lunghe e se scopro di non essere un “fifone”, il prossimo anno svuoto la cassa di chiodi che tengo in cantina, regalandomi alcune “mai salite” …

Grazie Arrampicatore Belga! Ti ho sempre ammirato ….

Ivo Ferrari


Torre del Lago, Gruppo del Fanis
Claude Barbier e Jean Bourgeois (via di sinistra) Agosto 1965.

Email di Anne Lauwaert, compagna di Claude Barbier, arrivata in redazione dopo la pubblicazione.
"Grazie per aver ricordato Claudio. Ricordo bene tutti quegli arrampicatori che ho incontrato durante i miei pellegrinaggi nelle Dolomiti. Non avevamo bisogno di parlare. Le montagne erano lì, Claudio era stato lì, noi eravamo li ed eravamo soltanto una parte dello splendore generale. Affascinante. E come Claudio avrebbe detto: Tangerine Dream e Rolling Stones. Più tardi avevo bisogno di parlare e rispondere a tutti quegli amici conosciuti e sconosciuti, e così ho scritto "La Via del Drago" e, 20 anni dopo, "Le Grimpeur Maudit". Quindi, prendiamo un bicchiere di bianco con amaro. E cin cin ai vecchi scarponi e i occhi che brillano."


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