Pareti che si chiamano Montagne, le Piccole Dolomiti di Ivo Ferrari

Ivo Ferrari e le Piccole Dolomiti: sullo Spigolo 'Boschetti-Zaltron' del Sojo D’Uderle (Pasubio Sud) per scoprire le Pareti 'nella nebbia" del vicentino che hanno fatto la storia dell'alpinismo del nord-est d'Italia.
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A deestra lo Spigolo dove sale la via Boschetti-Zaltron
archivio I. Ferrari
Parecchio tempo fa ho letto da qualche parte che le Piccole Dolomiti sono una palestra per prepararsi a salite di maggior impegno! Ora per leggere, visto il tempo che passa, sono costretto a usare gli occhiali, ma rimango convinto che le Piccole siano semplicemente “un altro mondo”, dove serve essere preparati, sapersi proteggere, diventare leggeri e “capire” la roccia, niente palestre, ma pareti che si chiamano Montagne.

Sulle Montagne della Nebbia, così mi piace pensarle, ci sono stato diverse volte, ho usato i ramponi e le scarpette, ho scalato di notte illuminato dalla Luna e sudato di giorno tra le nebbie. In questi luoghi la “storia” è pesante, ricca di vicende e nomi illustri, Grandi Alpinisti capaci di lasciare il segno lungo le Montagne del Mondo sono partiti dalle Piccole Dolomiti, cimentandosi e rinforzandosi in questi luoghi, che di piccolo hanno solo il nome.

Questa strana Primavera sta volgendo al termine, fiumi di acqua sono caduti dal Cielo, l’incertezza di dove andare si presenta col finire della settimana, ma oggi nessun ripensamento, oggi è il giorno delle Piccole Dolomiti, faccio finta di sfogliare la guida, di non avere in testa niente, ma l’idea è ben chiara sulla via da ripetere, una linea “vecchia” ma non “vecchissima”, una linea classica bella e meritevole.

Coinvolgo il “solito” Silvano, che accetta “quasi” sempre di seguirmi in posti che non conosce, chissà se fa bene ha fidarsi di me? E’ notte quando lasciamo Lecco in direzione Pian delle Fugazze. Io che non guido posso permettermi di prolungare il sonno, di aprire, un occhio alla volta verso il nuovo giorno …

Giunti in prossimità delle Montagne, incontriamo due simpatici ragazzi vicentini diretti ad una via “moderna”, quattro parole e dopo un reciproco saluto ci incamminiamo verso la nostra meta, lo Spigolo Sud-Est del Sojo D’Uderle, dove, nel lontano 1953, in due giorni, M. Boschetti e F. Zaltron , inventarono una delle vie più “classiche e belle” delle Piccole Dolomiti. Alla base sistemiamo l’occorrente, “normale dotazione alpinistica” sta scritto sulla guida, materiale nuovo che la CAMP di Premana mi ha dato da usare e “testare” lungo le linee che voglio salire.

Partiamo decisi evitando lo zoccolo erboso lungo la bellissima variante del Diedro dei Fratelli Balasso che su queste Montagne hanno disegnato parecchie vie. La linea sale logica, chiodata quanto basta per salire sicuri, ogni volta che al punto di sosta recupero il Compagno, il mio sguardo non può che attraversare la Valle e fermarsi davanti all’Ossario del Pasubio dedicato ai caduti della prima Guerra, è passato tanto tempo, ma il pensiero non può dimenticare chi, dove io mi sto divertendo, ha perso la vita combattendo per un “qualcosa” che al giorno d’oggi sembra sfuggire...

Carlesso, Soldà, Casarotto... quanti nomi mi ruotano nella testa mentre tiro le prese che incontro, gli occhi sembrano impazziti, vogliono uscire dalla loro sede per vedere tutto quello che possono vedere. Posti che già conosco sembrano ogni volta nuovi, la testa si rifiuta di memorizzare, vuole solo seguirmi per godere al massimo la giornata, veloce o lenta che sia. Ancora oggi ci sono persone che in silenzio si muovono lungo queste Montagne, creando splenditi itinerari, pulendo e sistemando il “vecchio”, gente del posto che con passione e amore continua a scrivere in silenzio la lunga storia delle Piccole Dolomiti.

Un'altra linea nel saccone delle vie, un altro giorno simile ad altri ma ogni volta diverso, le Piccole Dolomiti mi regalano la loro dolcezza, accogliendomi d’estate e d’inverno con la loro “forza”, dalla Cima osservo altri Spigoli, Pareti, Montagne e Boschi, che fortuna che abbiamo, gli alpinisti hanno la fortuna delle fortune… si chiamano “ le Montagne”, che non saranno mai piccole, friabili o sane ma semplicemente “uniche”.

Chiudo gli occhi, nessun rumore, sonno pesante che in un minuto sembra trasformarsi in ore. “Ciao Ivo, ci vediamo alla prossima!” Spalanco gli occhi e sono davanti a casa. Gli alpinisti che non guidano, sono i più fortunati! o no?

Un Grazie a chi mi ha indicato la strada per l’attacco
Ivo Ferrari


PASUBIO SUD - SOJO D’UDERLE - Spigolo “Boschetti-Zaltron”
Aperta dalla cordata M. Boschetti e F. Zaltron i giorni 1 e 2 maggio 1953 con bivacco.
1^ ripetizione: G. Cavion e A. Pojer il 29/06/57 - 1^ invernale: M. Dal Bianco, G. Grana, O. Bernardi, D. Castellan il 19/12/63 - 1^ femminile: A. Valdo il 15/08/68 - 1^ solitaria: G. Grana il 14/09/69
Avvicinamento: da Prà dei Penzi per strada sterrata fin sotto la parete poi per ghiaione fino all'attacco (ore 0,30 dall'auto)
Orientamento e difficoltà: parete S-E - 400 mt - 6 max, in genere 4+ e 5 sostenuto
Descrizione: Via storica di grande bellezza. Risulta essere uno degli itinerari più conosciuti delle Piccole Dolomiti per fama e grado di difficoltà (classica).


Per informazioni e relazioni consiglio di guardare sul sito: piccoledolomiti.jimdo.com

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