L'impossibile è un po' più su di Jacopo Larcher

L’impossibile è un po' più su (Rizzoli). Il libro di Jacopo Larcher che racconta il suo profondo senso per l'arrampicata e la 'tribù' dei climber.
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L'impossibile è un po' più su di Jacopo Larcher, Rizzoli, 2019
Rizzoli

Viaggiano per il mondo. Vengono da tutto il mondo, o quasi. E dove c'è roccia li trovi. Sono dei veri vagabondi. Amano la libera e la libertà. Forse anche per questo la loro casa è un furgone, un van. Sono una tribù, e a volte formano una vera e propria famiglia. Sono gli arrampicatori, i nuovi climber. Quelli che di arrampicare hanno fatto una ragione di vita. Quelli che non restano chiusi solo nelle palestre, i nuovi templi (peraltro sempre più belli e grandi) dell'arrampicata sulla plastica. Quelli che stanno spostando i limiti – dell'arrampicata – là dove neanche si poteva immaginare. Sono i climber del nuovo millennio e Jacopo Larcher è uno di loro. Uno dei più bravi. 

30 anni, cresciuto a Bolzano, scala da quando aveva dieci anni. E la sua, più ancora che una passione, sembra un'irrinunciabile vocazione. Anzi una predestinazione per l'avventura e l'esplorazione da vivere sulle pareti, grandi o piccole che siano. Tant'è che a tre anni ha fatto il suo primo zaino ed è uscito di casa verso non si sa dove. Papà e mamma l'hanno "beccato" subito, dopo qualche centinaio di metri, e di certo non si sono lasciati sfuggire il segnale forte e chiaro. Tant'è che il nostro la prima volta che ha toccato le prese della (storica) palestra di arrampicata di Bolzano è stato come folgorato. Amore a prima vista. Di quelli da cui non ti stacchi più. Perché ti riempiono tutta la vita. Perché sono la tua vita e la tua strada.

Facile pronosticare per il nostro arrampicatore in erba un'immersione totale in questo nuovo mondo. Anche perché lui è un po' solitario. Anche timido, a modo suo. E, forse, si sente anche un po' diverso dai suoi coetanei. Di sicuro non l'aiuta l'arrampicata, uno sport che solo da pochi anni riscuote un certo successo. Fatto sta che giovanissimo comincia, quasi per caso, con le competizioni di arrampicata. La prima gara è secondo. E' una sorpresa, soprattutto per lui. Così inizia la sua storia d'atleta. Comincia a girare per il mondo. A vincere. Ad allenarsi prima da solo, con carichi di “lavoro” pazzeschi. Poi, per fortuna, seguendo le indicazioni di un "allenatore".

Intanto, il ragazzo ha scoperto la roccia vera. Quella delle falesie. Ma anche quella delle Dolomiti. Ha scoperto la libertà di arrampicare con i suoi coetanei, in palestra e fuori. Ha capito di essere attratto irresistibilmente dalla roccia e dalle pareti. Insomma, sta crescendo e contemporaneamente sta cercando la sua strada. Va dove lo porta il cuore e trova anche l'amore. Arrampica in giro per il mondo e cerca un equilibrio con il primo vero amore della sua vita, fatalità anche lei una (fortissima) climber. Lascia l'Università. Lascia anche le gare. E sceglie di rischiare, di seguire la sua vera grande passione, l'arrampicata su roccia. Diventa un vero vagabondo delle pareti e falesie. E' forte. Arrivano i risultati. E anche le prime sponsorizzazioni. Sta crescendo, in tutti i sensi. Si innamora dell'arrampicata trad. Quella dove ti metti più in gioco. Per certi versi è alla ricerca di un equilibrio e una "purezza" maggiori.

Poi, perde anche il suo primo amore. Succede. Ma il suo viaggio sulla roccia e nella vita continua. Incontra Babsi, la sua nuova compagna. Una grandissima dell'arrampicata. Con lei inizia un percorso e un'intesa – fortissima - che dura tutt'ora, sulla roccia e nella vita. Arrivano grandi salite (libere) e grandi emozioni (ancora più libere) di coppia e singole. Insomma, oltre alla forza e alla bravura, cresce anche la consapevolezza. E così – ed è una storia solo di qualche mese fa - arriva anche la "prima" di Tribe, il suo grande progetto di Cadarese. 30 metri di una splendida prua di granito salita in stile trad. Un'esperienza straordinaria su una linea bellissima. Probabilmente una delle più difficili mai salite in questo stile. Jacopo ci ha messo 6 anni per risolverla. E' stato un autentico viaggio partito da molto lontano. Che contiene tutto quello che c'è stato prima e che segna un passaggio fondamentale anche per il futuro.

Un viaggio che Jacopo Larcher ci racconta nel suo L’impossibile è un po' più su. Un libro che per certi versi mancava. Perché oltre a raccontare la sua esperienza, Jacopo Larcher (forse inconsapevolmente) racconta un mondo, quello dell'arrampicata contemporanea, quella che è ancora in divenire, che spesso non solo non viene raccontato ma dai più è anche poco conosciuto. Parla, insomma, di quella tribù dei climber del nuovo millennio che vive di arrampicata e per l'arrampicata ma anche per un ideale e per un suo stile di vita. Appunto, per raggiungere quell’impossibile che è sempre un po' più su. Per climber e non, da leggere!

di Vinicio Stefanello

Link: jacopo-larcher.comLa SportivaThe North Face, Black Diamond




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