Pelmo d'Oro 2025, svelati i premiati della 27° edizione

Sono stati svelati i vincitori del 27° Pelmo d'Oro, il riconoscimento che dal 1998 va agli alpinisti ma anche a chi ha contribuito alla valorizzazione delle Dolomiti Bellunesi. La cerimonia sarà celebrata sabato 26 luglio 2025 a Sarà Calalzo di Cadore. I componenti della Giuria composta dai rappresentanti della Casa Comune, dal Presidente della Provincia di Belluno e dal Presidente del Consorzio BIM Piave ha deciso di assegnare il riconoscimento a:
Diego Dellai per l’Alpinismo in attività
Alpinista di talento su roccia e su ghiaccio, capace, fra l’altro, di scrivere due importanti pagine di storia alpinistica sulla parete nord dell’Agner senza venir meno ai valori più nobili dell’alpinismo tradizionale.
Fratelli Michal e Miroslav Coubal per la Carriera alpinistica
A cavallo fra gli anni Ottanta e Novanta, seguendo la tradizione dell’arrampicata acquisita in patria e sulle torri di arenaria della Boemia e della Sassonia, hanno aperto una serie di prime salite in arrampicata libera su molte pareti delle Dolomiti e delle Alpi. Itinerari severi e difficili e, all’epoca, davvero avveniristici per le difficoltà affrontate che, ancor oggi, sono poco ripetuti e rimasti misteriosi; alcuni di essi sono tutt’oggi banco di prova per i più forti alpinisti attuali.
Giorgio Fontanive per la Cultura alpina
Ha condensato il suo impegno particolarmente sulle Dolomiti agordine e lo ha concretizzato in un lavoro puntuale e coinvolgente di valorizzazione alpinistica, storica, antropica e scientifica del territorio. Autore appassionato e appassionante, ha saputo raccontare e divulgare l’anima più autentica dei monti di Agordo riuscendo, nei suoi scritti, a dipingerne l’intima essenza attraverso quella discrezione e quell’umiltà che sono il tratto distintivo peculiare della gente che li abita.
Riccarda de Eccher il Premio Speciale Dolomiti Patrimonio Mondiale UNESCO
Ha scalato le cime delle montagne con spirito esplorativo e attraverso il linguaggio artistico continua a cercare e a rappresentare la forza delle rocce, la delicatezza e i contrasti cromatici dei paesaggi che rendono uniche le Dolomiti, comunicando in questo modo gli Eccezionali Valori Universali che ne hanno motivato l’iscrizione nell’Elenco del Patrimonio Mondiale; alla ricerca estetica accompagna lo sforzo etico di un costante richiamo all’importanza della conservazione dell’ambiente montano.
Alfio De Sandre il Premio Speciale Giuliano De Marchi
La sua vita, dedicata alla cura, prevenzione e percorso di consapevolezza delle dipendenze nelle comunità bellunesi, è interpretazione esemplare dei valori di solidarietà, prossimità e umanità che il Premio Giuliano De Marchi intende onorare. Con il suo approccio innovativo e profondamente umano ha saputo creare una rete di sostegno estesa, con percorsi di salute, formazione e ascolto. La sua instancabile dedizione lo rende testimone autentico di quei valori universali che le terre alte custodiscono.
Francesco Chiamulera il Premio Speciale Pelmo d’Oro
Per aver valorizzato la montagna come luogo di dialogo e di pensiero, pura incarnazione di bellezza. Attraverso la rassegna “Una montagna di libri” ha promosso, con un respiro internazionale, l’identità delle Dolomiti bellunesi, facendone un luogo di incontro cosmopolita; con “Accadde a Cortina” ha ideato il primo museo diffuso della letteratura delle Dolomiti. Eccellente esempio, per le giovani generazioni e non solo, di come le radici locali, irrobustendosi, possono incontrare il mondo senza mai dimenticare le storie e i volti di chi abita i monti.
La cerimonia del Premio si aprirà con il simbolico passaggio di consegne tra il Comune di Pedavena, che ne ospitò la precedente edizione, e il Comune di Calalzo di Cadore; e proseguirà, quindi, con la consegna dei premi 2025. A rendere speciale questa 27^ edizione contribuirà l’Esercito Italiano, Fanfara della Brigata Alpina "Julia" e “La Sorgente - centro di formazione musicale”. Oltre alla consueta scultura del Monte Pelmo, opera del maestro Gianni Pezzei, vi saranno due opere realizzate dall’artista Michela Ianese.
La manifestazione, in collaborazione con la Fondazione Dolomiti UNESCO, gode del patrocinio della Regione del Veneto, dell’Unione Montana Centro Cadore, della Magnifica Comunità di Cadore e del Museo dell’Occhiale di Pieve di Cadore. Fondamentale per l’organizzazione e per il sostegno economico la “Casa Comune” composta da CAI-CNSAS-GUIDE ALPINE, il Consorzio BIM Piave nonché la sponsorizzazione di Grafiche Antiga di Crocetta del Montello.
Collaborano alla giornata del Pelmo d’Oro numerose associazioni e volontari locali tra cui, sponsor dell’evento, Demenego Occhiali, Kàdor, Carrozzeria Tormen e, collaboratori, ADA Cadore, Associazione Calantina, Associazione Pesca Calalzo, CAI Sezione di Calalzo, Gruppo Alpini Calalzo di Cadore, Gruppo Natura e Sport, Parrocchia di San Biagio, Pro Loco di Calalzo, Vigili del Fuoco Volontari Calalzo.
PROFILI
DIEGO DELLAI - Tonezza del Cimone, 1990
Premio Pelmo d’Oro 2025 – Alpinismo in attività
Alpinista di talento su roccia e su ghiaccio, capace, fra l’altro, di scrivere due importanti pagine di storia alpinistica sulla parete nord dell’Agner senza venir meno ai valori più nobili dell'alpinismo tradizionale.
Diego Dellai nasce a Tonezza del Cimone il 14 giugno 1990. Fin dalla gioventù frequenta le Dolomiti durante le vacanze con i genitori, ma saranno gli studi presso l’Istituto Minerario di Agordo a metterlo in contatto con la storia e le pareti di alcune delle montagne più importanti della sua vita alpinistica; Agner, Pale di San Lucano, Moiazza, Civetta.
Nel 2010 entra a far parte dello storico gruppo di alpinisti, che promuove l’arrampicata sulle pareti e le falesie dell’alto vicentino, denominato “Gruppo roccia 4 Gatti”. Nello stesso periodo si unisce alle file del Soccorso Alpino della Stazione di Arsiero, di Belluno dal 2022, seguendo un percorso che lo porterà a diventare Istruttore Regionale e Tecnico di Elisoccorso presso la base di Pieve di Cadore.
Il 2020 è l'anno in cui scrive a quattro mani con Marco Toldo, suo importante compagno di cordata, “Val d’Astico Verticale”, una guida che promuove luoghi finora poco valorizzati, che a unisce relazioni tecniche importanti cenni storici. Nello stesso anno diviene Guida Alpina, facendo della propria vocazione anche una professione.
Tra le nuove vie di rilievo per impegno tecnico, a buon diritto entrate nella storia dell’alpinismo dolomitico, figurano due direttrici sull’Agner, Diretta 4 gatti e Ultima Perla, l’una estiva e l’altra invernale. A queste vanno aggiunte, sempre di notevole impegno, cinque nuove salite nel nord dell’Etiopia, Piano Beta alla Cima di Nali, Il Ghiro la pianta e mi e La vida loca in Val d’Astico, Vacanze partigiane al Cimoncello, Prigionieri dei sogni in Campolongo, Uomo bianco fermati al Bostèl e Variante mughicida al M. Spitz.
Ripetizioni di particolare rilievo: terza ripetizione del Diedro dei bellunesi allo Spiz di Lagunaz, ripetizione invernale della Via Solleder in Civetta e ripetizione del Brezno pod Velbom sul Monte Canin. Concatenamenti importanti effettuati in giornata: cavalcata del Sengio Alto (Vie Daniele Scorzato, Spigolo Soldà, Mission, Alba Nueva, Cumbre, Arcobaleno, Carlesso al Baffelan, Soldà alla Sisilla); concatenamento delle Tre Cime di Lavaredo (Comici alla Cima Grande, Cassin alla Cima Ovest, Spigolo Giallo alla Cima Piccola; concatenamento Spiz Nord d’Agner, Spigolo Nord d’Agner, Via Tissi alla Torre Armena.
Ripetizioni di rilievo in Dolomiti
- Goduria, Cima d’Ambiez
- Pilastro girasole, Cimon della Pala
- Magia Nera, Mulaz
- Non ti fidar di me se il cuor ti manca, cima G. Costantini
- Sconosciuta, Cima dei Tre
- La Strega, Cima di Nali
- Via Frida, Torre del camp
- Via Martini, Rocchetta alta di Bosconero
- Spigolo Strobel, Rocchetta alta di Bosconero
- KCF, Rocchetta alta di Bosconero
- Navasa, Rocchetta alta di Bosconero
- Don quixotte, Marmolada
- Estasi, Marmolada
- Olimpo, Marmolada
- Vinatzer Messner, Marmolada
- Costantini Apollonio, Tofana di Rozes
- Philipp Flamm, Civetta
- W Mexico Cabrones, Civetta
- Via del sogno, Civetta
- Via dei 5 muri, Vallaccia
- Giallo Dream, Torre di Mezzaluna
- Cenerantola, Becco d’Aquila
- Filtro Magico, Punta Frassenè
- Che notte quella notte, Punta Frassenè
- Pilastro Bee, Agnèr
- Via per l’ultimo zar, pilastro Titan - S. Lucano
- Il sogno di Icaro, Prima pala di S. Lucano 1 rip.
- Via Collaborazione, Spiz di Lagunaz
- La figlia del Nagual, Terza pala di S. Lucano 1 rip.
- Pilastro Massarotto, Spitz di Lagunaz 1 rip.
- Anita, Spiz de la Lastia
- La Maliarda, Torre Armena
- Vedute Limitate, Torre Armena
- Miotto-Bee-Gianneselli, Spiz di Mezzo
- Gigi la trottola, Mulaz
- Magic line per Sofia, Mulaz
- Calabretto Verri, Moiazza
- Timelapse, Torre Sprit
- Capitani di Ventura, Civetta
- Via attraverso il pesce, Marmolada
- Bien, Torri del Camp
- Saturno, Vallacia
- Giove, Vallacia
- Esiste un'altra vita, Vallacia
- Andrea Oggioni, Spiz Agnèr nord
- Libidine Grigia, Sasso di Toanella
- Via delle Guide, Rocchetta alta di Bosconero
- Smemoranda, Punta Frassenè
- Via degli Scoiattoli, M. Burel
Ripetizioni fuori Dolomiti o all'estero
- Un centinaio di vie in Val d’Astico
- Piedi di piombo + Oceano irrazionale, Val di Mello
- Il risveglio di Kundalini + Luna Nascente, Val di Mello
- Polimagò, Val di Mello
- Diedro degli Inglesi, Pizzo Badile
- Metal Hurlant, Grimsel Svizzera
- Il giardino con lo stagno, Soglio d’Uderle
- Il cavernicolo volante, Soglio d’Uderle
- Sogno rosso, Pasubio
- Gran Diedro, Tognazza
- Ceremagica, Cima Ceremana
- Nidi d'aquila, Colbriccon
- Romantica, Campanile di Cece
- Diedro Alto, Cima d'Asta
- In obliquo a destra+ Luna Nascente, Val di Mello
- Opera Buffa, Arco
- O sole mio, Grand capucin
- Les rivieres purpres, Taghia
- L'axe du mal, Taghia
- Tout pour le club, Taghia
- La mano del Marocco, Taghia
- Ultimo Bacio, Adamello
FRATELLI MIROSLAV E MICHAL COUBAL - Praga, 1958 e 1961
Premio Pelmo d’Oro 2025 – Carriera alpinistica
A cavallo fra gli anni Ottanta e Novanta, seguendo la tradizione dell’arrampicata acquisita in patria e sulle torri di arenaria della Boemia e della Sassonia, hanno aperto una serie di prime salite in arrampicata libera su molte pareti delle Dolomiti e delle Alpi. Itinerari severi e difficili e, all’epoca, davvero avveniristici per le difficoltà affrontate che, ancor oggi, sono poco ripetuti e rimasti misteriosi; alcuni di essi sono tutt’oggi banco di prova per i più forti alpinisti attuali.
Miroslav (classe 1958) e Michal Coubal (classe 1961) sono due fratelli cecoslovacchi che intorno agli anni Ottanta e Novanta hanno arrampicato insieme formando una cordata fissa ed affiatata. Iniziano insieme l’attività sportiva praticando l’attività speleologica. Dopo diversi anni di attività in grotta dove apprendono le fondamentali tecniche di corda approdano al mondo dell’arrampicata su roccia anche perché affascinati dalla letteratura alpinistica. Prima della caduta del muro di Berlino agli alpinisti che erano fuori della logica delle spedizioni nazionali promosse dall’allora Governo cecoslovacco era vietato l’espatrio nei paesi occidentali. Non rimaneva quindi che restare all’interno dei confini nazionali oppure muoversi all’interno del blocco dei paesi dell’est.
Il gruppo montuoso degli Alti Tatra e le Torri di arenaria della Boemia e della Sassonia in Germania diventano quindi i loro luoghi privilegiati, dove quasi ogni fine settimana si recano per arrampicare. Le pareti presenti in questa zona non sono certamente paragonabili come dimensioni alle montagne delle Alpi, ma l’arrampicata che vi viene praticata non si può certo definire sportiva: seguendo una severa etica di salvaguardia delle rocce, le ascensioni sono effettuate esclusivamente in libera e dal “basso”, gli ancoraggi presenti sono spesso distanti l’uno dall’altro e vige il divieto di usare la magnesite per evitare l’usura degli appigli. Riescono in questi primi anni di attività ad aprire itinerari in libera con un livello all’epoca davvero molto severo (grado Xb sassone, odierno IX° grado UIAA).
Solo nel 1983 riescono ad intraprendere un viaggio “clandestino” all’estero visitando per la prima volta le Dolomiti e in particolare le Tre Cime di Lavaredo e rimanendo incantati dalla bellezza del paesaggio, delle montagne e dalle straordinarie qualità e varietà delle salite di arrampicata presenti.
Anche la grandiosità della Valle di San Lucano in Agordino affascina i due fratelli Coubal dove ritorneranno per aprire due grandiosi e selvaggi itinerari.
Dopo il cambiamento della situazione politica in Europa i viaggi nelle Dolomiti e sulle Alpi diventano più frequenti. Molto rilevanti anche le salite effettuate nelle Alpi Bernesi in Svizzera: sulla tremenda parete dell’Eiger, sulla Jungfrau e sulla grandiosa parete dello Scheideggwetterhorn.
Lo stile di apertura dei due fratelli Coubal è piuttosto minimalista, ponendo particolare attenzione alla salvaguardia delle pareti e al rispetto della tradizione alpinistica locale. Purtroppo in tempi recenti alcune salite moderne, con poco garbo, si sono sovrapposte a tratti delle loro vie modificando l’impegno complessivo degli itinerari originali.
Intorno agli anni Novanta Miroslav si è lentamente allontanato dal mondo dell’arrampicata, privilegiando altri aspetti della propria vita, mentre il fratello Michal continua il suo alpinismo principalmente assieme alla figlia Anna.
Le Maggiori realizzazioni di Michal e Miroslav Coubal
1988: Alpi Bernesi - Eiger parete nord - Via Angelo Giallo - 7°+/8°- 1500m (41 lunghezze di corda), Dolomiti - Cima Grande di Lavaredo - Alpenrose – 9°- 600m, Lastia di Gardes - Via Del´Acqua – 7°+ - 650m
1989: Dolomiti - Cima Grande di Lavaredo - Via in ricordo di Claudio Barbier – 9°- 600m, Alpi Bernesi - Scheideggwetterhorn - Trikolóra – 8°+ - ( 55 lunghezze di corda)
1990: Dolomiti - Monte Agner - La Storia Infinita – 8°- 1200m (41 lungnezze di corda), Alpi Bernesi - Jungfrau - Shakleton’s land - 7°, Nepal - Himalaya - Khumbu - Lobuje Peak East ( 6119m) - Ave Maria – 8°- 1000m
1991: Alpi Bernesi - Scheideggwetterhorn - Durch Die Direkte Nordwand - 8°/8°+ - 69 lunghezze di corda 5 giorni
1994: Dolomiti - Tofana di Rozes - La Candela – 8°/8°+ - 800m
GIORGIO FONTANIVE - Masarè di Rocca Pietore (BL), 1953
Premio Pelmo d’Oro 2025 - Cultura alpina
Ha condensato il suo impegno particolarmente sulle Dolomiti agordine e lo ha concretizzato in un lavoro puntuale e coinvolgente di valorizzazione alpinistica, storica, antropica e scientifica del territorio.
Autore appassionato e appassionante, ha saputo raccontare e divulgare l’anima più autentica dei monti di Agordo riuscendo, nei suoi scritti, a dipingerne l’intima essenza attraverso quella discrezione e quell’umiltà che sono il tratto distintivo peculiare della gente che li abita.
Perito minerario e giornalista, uomo di grande disponibilità e di raffinata cultura, Giorgio Fontanive nasce a Masarè di Rocca Pietore il 3 luglio 1953. Diplomatosi Tecnico Minerario all’Istituto “Follador” di Agordo nel 1972, svolge la sua attività lavorativa nel settore geologico della ricerca idrocarburi in Europa, Medio Oriente, Nord Africa, intraprendendo percorsi esplorativi anche di assoluta valenza, come nel caso del ritrovamento del livello d’estinzione dei dinosauri; per oltre vent’anni, dal 1995 fino al 2017, è stato iscritto all’Ordine dei Giornalisti del Veneto. Nel contempo, ed in special modo dalla fine degli anni ’80, si dedica con passione e metodo al capillare approfondimento della conoscenza del territorio agordino.
Nascono così tutta una serie di libri di alto pregio e di estratti a carattere storico-geografico, molti articoli sui quotidiani della provincia di Belluno e sul settimanale “L’Amico del Popolo”, un centinaio di articoli monografici apparsi -anche in attualità, nei più recenti numeri- sulle prestigiose riviste “Le Dolomiti Bellunesi”, “Le Alpi Venete”, “Dolomiti”, “Aquile in Guerra”, sul mensile tedesco “Berge” e, non ultimi, sui periodici nazionali del Club Alpino Italiano, unitamente a varie collaborazioni con testate locali come “Echi di Agordo” e “Comunità” di Taibon, con argomenti storici, alpinistici e di attualità. Della rivista “Le Dolomiti Bellunesi” è membro del comitato di redazione dal 1989 al 2000 e, poi, dal 2011 all’attualità.
Iscritto al Club Alpino Italiano dal 1974, ha ricoperto la carica di Presidente della Sezione Agordina dal 2000 al 2006, organizzando vari incontri e manifestazioni promozionali tra cui l’Adunanza Annuale per oltre un ventennio, anche come coordinatore del relativo prezioso libretto; consigliere regionale del CAI Veneto dal 2007 al 2014, membro della Fondazione “Antonio Berti”, cofondatore del nuovo corso dell’“Archivio Storico di Belluno Feltre e Cadore”.
Come ama ripetere, ha praticato l’arrampicata senza eccedere, preferendo la ripetizione di itinerari classici “di casa” ma anche frequentando luoghi remoti a scopo esplorativo e raggiungendo mete misconosciute minori che ha salito identificandole con nuova toponomastica: ad esempio la Torre Taibon nei Cantoni di Pelsa in Civetta, il Gendarme della Pegolèra sui Monti del Sole, il Campanile dei Baranci nei pressi del Sas di San Martin nel canale di Agordo.
Attivo anche in attualità, continua la sua opera a favore della cultura alpina con ricerche, indagini, ulteriori approfondimenti, attingendo alle vicende storico-scientifiche dell’Agordino, che definisce appassionanti spesso come un romanzo.
Fra le opere principali: L’ultimo Menadàs, 1988 (racconti); la guida Civetta Moiazza, 1989; Taibon, paese di agricoltori e malgari (assieme a Luigi Cadorin), 1990; Escursioni nella Conca Agordina, 1992; La Formazione del Lago di Alleghe, 1993 e 2021 in occasione del 250° dell’evento; Escursioni nell’Alto Agordino, 1994; La Muda-Pont Alt, 1996; L’Agordino e le sue Dolomiti, 2001/2005; La Frana di Pra e Lagunàz, 2008; Ciesamata, 2011; Il lago di Listolade, 2013; Agordo e la Conca Agordina, 2015 e Alto Agordino, 2017 (ambedue guide turistiche); Dal Pont dei Castèi al Sass de le Carbonère, 2021; La viabilità tra la Gola dei Castèi e Agordo, 2024.
Ha suggerito e curato per conto della Sezione Agordina del CAI, in occasione del 150° della sua fondazione (1868-2018), la ristampa del raro e prezioso volume Rapida escursione alpina nel Bellunese, (da Treviso, Feltre, Belluno, Agordino, Zoldo, Cadore) edita dalla stessa sezione nel 1888, qui arricchita con la comparazione attuale delle storiche immagini di allora del celebre fotografo G.B. Unterveger; l’opera ha ottenuto il premio Fondazione Berti 2018.
Attività alpinistica. Sono degne di nota le seguenti ascensioni:
- Campanile dei Baranci (Pizzón, caduto con la frana del 17 febbraio 2022): 29.7.1976: diedro ovest con Renato Pietrogiovanna (diff. fino al V+);
- Torre dei Castèi (Pizzón, oggi a margine della frana del 17.2.2022): con Virgilio Rudatis (diff. fino al IV+);
- Cima di Col Reàn (Civetta): 19.6.1976; spigolo nord con Virgilio Rudatis (diff. fino al IV+);
- Cima di Col Reàn (Civetta): 7.8.1976; anticima nord con Fulvio Franceschini (diff. fino al V);
- Cima di Col Reàn (Civetta): 10.10.1976; spallone sud con Virgilio Rudatis (diff. fino al V+);
- Cima di Col Reàn (Civetta): 19.6.1979; spigolo delle Terre Rosse con Virgilio Rudatis (diff. fino al IV+);
- Crepe Sotto Pioda (Civetta): 3.7.1977; parete nord con Olindo De Biasio (diff. fino al V+);
- Livinal de l’Acqua (Agnèr): 19.8.1984; risalita del vallone fino al Burèl con Gianni Decima (diff. fino al IV);
- Torre Taibon (Civetta; nuovo toponimo proposto): 5.7.1987; spigolone sud con Fulvio Scussel, Tullio Garavana, Gianni Decima (diff. fino al IV);
- Gendarme della Pegolèra (Pizzón, nuovo toponimo proposto): 17.10.1987: paretina nord con Fulvio Scussel (diff. fino al V+ A0);
- Cima Val del Mus (Feruch/Monti del Sole): 18.8.1990, spigolo sud-est, solo (14 ore di pura avventura, diff. fino al III);
- Cima Moiazza Nord dai Vanét (solo, diff. fino al III);
- Forcella Moiazza da Nord, con Felice Strappazzon (collegamento Agordino-Val di Zoldo; diff. fino al III);
- Cima dei Favéi da nord (Pizzón), solo (diff. fino al II);
- ecine di ripetizioni su vie classiche; la più impegnativa: la via “Livanos” sulla ovest della Torre Venezia, Civetta.
ALFIO DE SANDRE - San Vito di Cadore, 1954
Premio Pelmo d’Oro 2025 – Premio speciale Giuliano De Marchi
La sua vita, dedicata alla cura, prevenzione e percorso di consapevolezza delle dipendenze nelle comunità bellunesi, è interpretazione esemplare dei valori di solidarietà, prossimità e umanità che il Premio Giuliano De Marchi intende onorare. Con il suo approccio innovativo e profondamente umano ha saputo creare una rete di sostegno estesa, con percorsi di salute, formazione e ascolto. La sua instancabile dedizione lo rende testimone autentico di quei valori universali che le terre alte custodiscono.
Il dottor Alfio De Sandre è una figura di riferimento a livello nazionale nel campo dell’alcologia, da sempre impegnato in prima linea nella cura, nella prevenzione e nel contrasto alle dipendenze da alcol, con un approccio basato su scienza, ascolto e vicinanza umana.
Nelle Dolomiti bellunesi ha fondato e diretto per decenni il Centro di Alcologia di Auronzo di Cadore, trasformandolo in un punto di riferimento per l’intero territorio e non solo. Sotto la sua guida, il centro ha costruito nel tempo una rete di supporto territoriale, coinvolgendo famiglie, scuole, amministrazioni comunali e operatori sanitari, offrendo una risposta concreta a un fenomeno tanto diffuso quanto spesso silenzioso.
Il modello De Sandre ha messo al centro la persona nella sua interezza, trattando la dipendenza come una malattia che va compresa nel contesto familiare e sociale, superando il solo trattamento farmacologico. Grazie al suo impegno e alla sua visione, il centro è diventato un laboratorio di umanità, formazione e prevenzione.
Anche dopo la chiusura del centro nel 2015 per mancanza di personale medico, il dottor De Sandre ha continuato a operare sul territorio in modo volontario, recandosi nei paesi del Cadore e della Valbelluna per sostenere chi aveva bisogno. Come da lui affermato: «Noi siamo fermi, ma l’alcol lavora», a sottolineare la necessità di non abbassare mai la guardia rispetto a un fenomeno che continua a colpire, in particolare le fasce più fragili.
Oggi, pur essendo in pensione, ha scelto di rimettersi al servizio della comunità: con la recente riapertura del Centro di Alcologia di Auronzo di Cadore, il dottor De Sandre ha risposto con generosità, tornando a collaborare attivamente con l’AULSS 1 Dolomiti, mettendo ancora una volta a disposizione la sua competenza e la sua straordinaria esperienza. La sua opera ha avuto grande risonanza anche fuori dai confini provinciali e regionali, portandolo a essere invitato a convegni, seminari e momenti formativi in tutta Italia. Ha inoltre contribuito alla sensibilizzazione pubblica su questi temi, partecipando a progetti educativi, campagne informative e collaborazioni con le scuole.
RICCARDA DE ECCHER - Bolzano, 1954
Premio Pelmo d’Oro 2025 – Premio speciale Dolomiti Unesco
Ha scalato le cime delle montagne con spirito esplorativo e attraverso il linguaggio artistico continua a cercare e a rappresentare la forza delle rocce, la delicatezza e i contrasti cromatici dei paesaggi che rendono uniche le Dolomiti, comunicando in questo modo gli Eccezionali Valori Universali che ne hanno motivato l’iscrizione nell’Elenco del Patrimonio Mondiale; alla ricerca estetica accompagna lo sforzo etico di un costante richiamo all’importanza della conservazione dell’ambiente montano.
Riccarda de Eccher è una figura che incarna l'essenza dell'esplorazione, sia fisica che artistica. Nata a Bolzano nel 1954, e cresciuta in Friuli dopo il trasferimento della famiglia trentina, ha conservato nel cuore l’impronta profonda delle Dolomiti, alimentando fin da giovane un legame viscerale con la montagna.
La passione per l’alpinismo sbocciò intorno ai diciotto anni, nella vivace comunità alpinistica triestina degli anni Settanta. Da quel momento, Riccarda affrontò alcune delle salite più impegnative delle Dolomiti, spinta da una tenacia e da una dedizione che l’hanno portata a misurarsi con le pareti più iconiche del paesaggio dolomitico.
Nel suo palmarès figurano oltre ottanta salite e quattro vie nuove. Solo per citarne alcune: lo Spigolo Giallo alla Cima Piccola di Lavaredo, la Bhul alla Cima Canali, la Tissi alla Torre Trieste in cordata con Tiziana Weiss, la Andrich alla Torre Venezia. Micheluzzi e Schubert al Ciavazes, Shober Leinl al Pan Di Zucchero, via Preuss al Campanil Basso, Eisenstecken alla Roda de Vael, via Messner al Castello della Busazza, via Vinatzer al Sass de le Luesa, Via Deye Peters alla Madre dei Camosci.
Ha partecipato anche a spedizioni extraeuropee –Annapurna III nel 1977 e Everest nel 1980 – dimostrando non solo grande capacità tecnica ma anche spirito di avventura e adattabilità a contesti estremi. Tuttavia, la sua carriera alpinistica fu anche segnata da momenti di profondo dolore, con la perdita di amici e compagni di cordata, eventi che l’hanno portata a prendere le distanze dalle scalate attive.
In età matura, Riccarda ha trovato nella pittura una nuova forma per esprimere il suo amore per la montagna. Ha iniziato a realizzare acquerelli che ritraggono le vette dolomitiche con uno sguardo intimo, poetico e quasi meditativo. Con delicatezza e potenza, i suoi lavori colgono l’anima della roccia, la luce sulle pareti, il silenzio delle “terre alte”.
Si dedica al tema dell’intersezione tra donne e montagna da una prospettiva femminista.
Lei stessa si definisce un’esploratrice: non tanto di confini geografici, quanto di orizzonti interiori. La montagna è per lei un tema pittorico e di vita, una palestra esistenziale e creativa, un elemento fondante della propria identità.
Oggi vive tra Udine e Long Island, New York, portando con sé un ricco bagaglio di esperienze che intrecciano l’alpinismo e l’arte. La sua storia rappresenta un raro esempio di come una passione autentica possa evolversi, trasformarsi e continuare a nutrire lo spirito anche quando le vie cambiano.
FRANCESCO CHIAMULERA - Belluno, 1985
Premio Pelmo d’Oro 2025 – Premio speciale Provincia di Belluno
Per aver valorizzato la montagna come luogo di dialogo e di pensiero, pura incarnazione di bellezza.
Attraverso la rassegna “Una montagna di libri” ha promosso, con un respiro internazionale, l’identità delle Dolomiti bellunesi, facendone un luogo di incontro cosmopolita; con “Accadde a Cortina” ha ideato il primo museo diffuso della letteratura delle Dolomiti. Eccellente esempio, per le giovani generazioni e non solo, di come le radici locali, irrobustendosi, possono incontrare il mondo senza mai dimenticare le storie e i volti di chi abita i monti.
Storico. Ma anche scrittore, giornalista, saggista, organizzatore di eventi letterari, intellettuale. Profondamente innamorato della sua terra natia, della sua storia, delle sue tradizioni e della sua gente. Tanto da intuire che la realtà locale non solo non è bellezza da sciupare o da confinare nelle aride ragioni dell’economia ma costituisce un autentico tesoro da tramandarsi di generazione in generazione. La “grande storia” e la “grande cultura” incontrano, sui monti, la storia e la cultura locale; ne deriva un autentico crogiolo a beneficio della popolazione locale, in primo luogo dei giovani.
Francesco Chiamulera ne è l’interprete, il mediatore, il valorizzatore. Nascono così l’associazione Una Montagna di Cultura, gli eventi Una Montagna di Libri e Una Collina di Libri, il Premio Cortina d’Ampezzo, il Premio della Montagna Cortina d’Ampezzo e, non ultimo, Accadde a Cortina, il primo museo diffuso della letteratura delle Dolomiti.
Francesco Chiamulera nasce a Belluno nel 1985. Di famiglia ampezzana, cresce nella Conca e compie gli studi primari e secondari a Cortina e in Cadore.
Si laurea con lode al corso triennale di Storia presso l’Università degli Studi di Padova nel 2007 e poi, sempre con lode, al corso specialistico di Storia contemporanea presso l’Università La Sapienza di Roma nel 2011.
E’ poi borsista alla Boston University (Massachusetts), dove conduce ricerche e studi sulla Storia della cultura americana.
Nel 2013 scrive il suo primo libro, “Candidato Reagan” (Nino Aragno Editore); nel frattempo collabora con varie testate e riviste di prestigio, quali “Il Foglio Quotidiano”, il “Corriere della Sera”, il “Corriere del Veneto”, “Vogue”, con l’Ansa, ed è nella redazione di “Agenda Liberale”, rivista online del Centro Einaudi.
Torna nel 2009 a vivere sui monti, ancora studente universitario, e già fonda, attraverso la sua associazione Una Montagna di Cultura - un nome che è già tutto un programma - la rassegna Una Montagna di Libri.
E’ la festa della letteratura di Cortina d’Ampezzo. Da allora Una Montagna di Libri, che si articola in due edizioni all’anno, estiva ed invernale, ha portato sulle Dolomiti molte centinaia di incontri con persone di spicco della cultura di tutto il mondo. Nel contempo, la rassegna coinvolge i giovani di Cortina e della provincia di Belluno. Inaspettatamente, forse; ma tanti giovani.
Sì che Chiamulera afferma: “Sono iniziative, come la nostra, il cui scopo è a favore della comunità intesa in senso più largo, cioè non solo di "Nosoutre", ma di tutti quelli che amano Cortina. […] E a proposito di collaborazione, ci tengo in particolare a ricordare, tra tutti quelli che ci danno una mano, i tanti ragazzi di Cortina tra i 14 e i 18 anni che sono stati la vera sorpresa della nostra manifestazione, perché hanno preferito dare una mano a noi, piuttosto che cercare un lavoro stagionale, anche ben retribuito. Siamo sia italiani che ladini. Ma siamo anche veneti, europei, occidentali. Le identità plurali cui apparteniamo non sono in competizione, si aggiungono l’una all’altra”
E ancora: “La modesta impressione che ho avuto in questi anni è che le persone sentano l’assedio della superficialità e delle logiche commerciali ma che, contemporaneamente, mostrino un grande desiderio di conoscenza, anzi, oserei dire di formazione; se intitoliamo un incontro “Lezione” viene molta più gente! La gente sente che si è cercato di fare tabula rasa della cultura e quindi è in cerca di contenuti e di autorevolezza”. Frattanto l’orizzonte si amplia ancora, con scrittori, filosofi, intellettuali; e nell’ambito della rassegna nascono il Premio Cortina d’Ampezzo ed il Premio della Montagna Cortina d’Ampezzo.
Il primo è attribuito all’autore dell’opera di narrativa italiana che la Giuria ritiene più meritevole, il secondo è assegnato ad un’opera che abbia a tema la Montagna o che ad essa faccia riferimento in modo esplicito, anche nell’ambientazione.
Da ultimo, dall’ingegno di Francesco Chiamulera nasce Accadde a Cortina, il primo museo diffuso della letteratura delle Dolomiti: un itinerario fantastico di segnaletica culturale al centro delle Dolomiti patrimonio UNESCO dove si possono incontrare, scritti in ladino, italiano ed inglese, decine di cartelli collocati nei luoghi più significativi, si può scoprire la particolare memoria associata a ciascuno, si possono leggere le parole degli scrittori e delle scrittrici, le sceneggiature dei film, i versi dei poeti.
Chi lo sapeva, ad esempio, che Eugenio Montale ha dedicato una magnifica poesia al Lago del Sorapiss?...che Dino Buzzati amava più di tutte, tra le nostre montagne, la Croda da Lago?..che le prime a “scoprire” la valle d’Ampezzo furono donne come Amelia Edwards ed Elizabeth Tuckett? Apprendere tutto questo nel “suo” luogo non è solo cultura: è, prima ancora, emozione.
L’autore stesso, Francesco Chiamulera, ci svela il significato profondo di tutta la sua opera, ovvero della rassegna Una Montagna di Libri, dei due premi e di questo singolare museo Accadde a Cortina: “per ispirare, divertire e capire di più”. Su questo sentiero, in barba al richiamo del guadagno facile che caratterizza la montagna d’elite, i giovani, di Cortina e non solo, camminano con lui.
ALBO D’ORO PELMO D'ORO
1998 (Cortina d’Ampezzo)
Alpinismo in attività: Gruppo Scoiattoli di Cortina d’Ampezzo Carriera alpinistica: Roberto Sorgato
Cultura alpina: Camillo Berti e i suoi collaboratori
Segnalazioni: Armando Da Roit "Tama", Ettore Costantini "Vecio", Bepi De Francesch
Menzione d’onore: Papa Giovanni Paolo II
1999 (Belluno)
Alpinismo in attività: Maurizio Zanolla "Manolo"
Carriera alpinistica: Alziro Molin
Cultura alpina: Fondazione Giovanni Angelini
Premio speciale per la solidarietà alpina: Delegazione bellunese del Corpo nazionale del Soccorso alpino e speleologico
2000 (Zoppé di Cadore)
Alpinismo in attività: Marco Anghileri
Carriera alpinistica: Cesare "Ceci" Pollazzon e Mariano De Toni
Cultura alpina: Olaf Beer
2001 (Selva di Cadore – Rifugio Aquileia)
Alpinismo in attività: Gildo Zanderigo
Carriera alpinistica: Franco Miotto
Cultura alpina: Casa editrice Nuovi Sentieri
2002 (Alleghe - Caprile)
Alpinismo in attività: Mauro "Bubu" Bole
Carriera alpinistica: Georges e Sonia Livanos
Cultura alpina: rivista "Le Dolomiti Bellunesi"
Premio speciale: Reinhold Messner
2003 (San Vito di Cadore)
Alpinismo in attività: Luisa Iovane e Heinz Mariacher
Carriera alpinistica: Ignazio Piussi
Cultura alpina: Luca Visentini e Mario Crespan
Menzione speciale: Marcello Bonafede e Natalino Menegus
2004 (San Pietro di Cadore – Val Visdende)
Alpinismo in attività: Gruppo Ragni di Pieve di Cadore
Carriera alpinistica: Gabriele Franceschini
Cultura alpina: Vico Calabrò
Menzione speciale: Angelo Devich
Menzione speciale alla memoria: vescovo Vincenzo Savio
2005 (Zoldo Alto – Fusine)
Alpinismo in attività: Giuliano De Marchi
Carriera alpinistica: Pierre Mazeaud
Cultura alpina: Wolfgang Thomaseth
Menzione speciale: Alessandro Masucci e Pietro Sommavilla
Premio speciale della Giunta Provinciale: Mario Rigoni Stern
2006 (Feltre)
Alpinismo in attività: Ivo Ferrari
Carriera alpinistica: Gruppo Rocciatori CAI Feltre
Cultura alpina: Robert Striffler
Menzione speciale: Andy Holzer e Erik Weihenmayer
Premio speciale della Giunta Provinciale: Associazione Internazionale "Dino Buzzati" in memoria di Nella Giannetto
2007 (Livinallongo del Col di Lana)
Alpinismo in attività: Alexander e Thomas Huber
Carriera alpinistica: Alessandro Gogna
Cultura alpina: Bepi De Marzi
Premio speciale della Giunta Provinciale: Rolly Marchi
Menzione speciale: gestori di rifugi alpini ed escursionistici da 50 anni Stella Alpina d’oro: Rifugi Alpini
Rifugio Lavaredo – Auronzo di Cadore – famiglia Corte Colò Rifugio Capanna Tondi – Cortina d’Ampezzo – famiglia Verzi Rifugio Cinque Torri – Cortina d’Ampezzo – famiglia Alberti
Rifugi Croda da Lago Gianni Palmieri e Nuvolau - Cortina d’Ampezzo – famiglia Siorpaes "ki de Sorabànces"
Rifugio Duca d’Aosta – Cortina d’Ampezzo – famiglia Lancedelli Rifugio Pomedes – Cortina d’Ampezzo – famiglia Ghedina "Bibi" Rifugio Giuseppe Volpi al Mulaz – Falcade – famiglia Adami Rifugio Tita Barba – Pieve di Cadore – famiglia Ciotti
Rifugio Onorio Falier – Rocca Pietore – famiglia Del Bon Campanula d’oro: Rifugi escursionistici
Remauro – Cibiana di Cadore – famiglia De Zordo Angelo Dibona – Cortina d’Ampezzo – famiglia Recafina Lago d’Ajàl – Cortina d’Ampezzo – famiglia Dibona
Italo Lunelli – Comelico Superiore – famiglia Martini Barzolai Valparola – Livinallongo del Col di Lana – famiglia Trebo Pranolz – Trichiana – famiglia Magagnin
2008 (Auronzo di Cadore)
Alpinismo in attività: Gigi Dal Pozzo
Carriera alpinistica: Armando Aste
Cultura alpina: Lothar Brandler
Pelmo d’Oro: Riccardo Cassin
Menzione speciale: Valerio Quinz
Premio speciale della Giunta Provinciale: Alpini del 7° Reggimento
2009 (Agordo)
Alpinismo in attività: Gianni Gianeselli
Carriera alpinistica: Richard Goedeke
Cultura alpina: Mauro Corona
Premio speciale della Giunta Provinciale: Sezione Agordina del Cai, Gruppo Gir, Stazione di Agordo del CNSAS
Menzione speciale: Campanula d’oro: famiglia Vascellari, gestori da 50 anni del rifugio escursionistico "Capanna degli Alpini" – Calalzo di Cadore
Menzione speciale: riconoscimento alle famiglie bellunesi per il trentennale impegno d’alpeggio
Famiglia De Nardin – Agordo Famiglia Miola – Agordo Famiglia Bressan – Agordo Famiglia Follador – Falcade Famiglia Pescosta – Falcade Famiglia Giacometti – Feltre Famiglia Zatta – Feltre Famiglia Villabruna – Feltre Famiglia De Paoli – Feltre Famiglia Curto – Quero
Famiglia Casanova Borca – San Pietro di Cadore Famiglia Pradetto Cignotto – San Pietro di Cadore Famiglia Corso – Seren del Grappa
Famiglie Facchin e Guerriero – Sovramonte
2010 (Tambre)
Alpinismo in attività: Pietro Dal Pra
Carriera alpinistica: Giuseppe "Bepi" Caldart
Cultura alpina: Manrico Dell’Agnola
Premio speciale della Giunta Provinciale: Guide Alpine della Regione Veneto
Menzione speciale alla memoria: Benito Saviane
Premio speciale Giuliano De Marchi: Enzo De Menech "Bubu"
2011 (Comélico Superiore)
Alpinismo in attività: Marino Babudri e Ariella Sain
Carriera alpinistica: Mariano Frizzera e Sergio Martini
Cultura alpina: Cesare Lasen
Premio speciale della Giunta Provinciale: Associazione Bellunesi nel Mondo
Menzione speciale alla memoria: Matteo Fiori
Menzione speciale: Achille Carbogno Menzione speciale: Flavio Faoro
Menzione speciale: Gruppo Ricerche Culturali di Comélico Superiore
Premio speciale Giuliano De Marchi: Giacomo Cesca
2012 (Pieve di Cadore)
Alpinismo in attività: Alessandro Baù
Carriera alpinistica: Silvia Metzeltin e Adriana Valdo
Cultura alpina: Telebellunodolomiti
Menzione speciale alla memoria: Alberto Bonafede e Aldo Giustina
Menzione speciale: Giorgio Ronchi
2013 (Longarone)
Alpinismo in attività: Venturino De Bona e Renato Panciera
Carriera alpinistica: Franco Solina
Cultura alpina: Walter Musizza e Giovanni De Donà
Premio speciale della Giunta Provinciale: Mario Fabbri
Menzione speciale: Francesco Turrin
Premio speciale Giuliano De Marchi: Équipe Ambulatorio Giuliano De Marchi
Pelmo d’Oro: Club Alpino Italiano
2014 (Falcade)
Alpinismo in attività: Nicola Tondini
Carriera alpinistica: Soro Dorotei
Cultura alpina: Carlo Mondini e Aldo Villabruna
Menzione speciale alla memoria: Vittorino Cazzetta
Premio speciale Giuliano De Marchi: Angelo Costola
2015 (Sospirolo)
Alpinismo in attività: Maurizio Icio Dall’Omo
Carriera alpinistica: Igor Koller
Cultura alpina: Luciano Viazzi
Premio speciale della Provincia: Annibale Salsa
Menzione speciale alla memoria: Vincenzo Titi Dal Bianco
Premio speciale Giuliano De Marchi: Fausto De Stefani
2016 (Santo Stefano di Cadore e San Pietro di Cadore)
Alpinismo in attività: Pierangelo Verri
Carriera alpinistica: Giorgio Redaelli
Cultura alpina: Marco Albino Ferrari
Premio speciale della Provincia: Maurilio De Zolt
2017 (Mel)
Alpinismo in attività: Ferruccio Svaluto Moreolo
Carriera alpinistica: Bruno e Giorgio De Donà
Cultura alpina: Daniela Perco
Menzione speciale alla memoria: Lorenzo Massarotto
Premio speciale Giuliano De Marchi: Francesco Angelo Perlotto
Premio speciale Dolomiti UNESCO: Sergio Reolon
2018 (Rocca Pietore)
Alpinismo in attività: Maurizio Giordani
Carriera alpinistica: Josep Manuel Anglada
Cultura alpina: Marco Paolini
Menzione speciale: Monica Campo Bagatin e Ugo Pompanin
Premio speciale Giuliano De Marchi: S.U.E.M.
Premio speciale Dolomiti UNESCO: Oscar De Pellegrin
Premio speciale della Provincia: Costantino Costantin e Ivo Andrich
2019 (Chies d’Alpago)
Alpinismo in attività: Stefano Santomaso
Carriera alpinistica: Lorenzo Lorenzi
Cultura alpina: Armando Scandellari
Menzione speciale: Archivio storico di Belluno Feltre e Cadore
Premio speciale Giuliano De Marchi: alla memoria di Maudi De March
Premio speciale Dolomiti UNESCO: Massimilano Ossini
Premio speciale della Provincia: Belluno Alza la Voce
2021 (Cesiomaggiore)
Alpinismo in attività: Christoph Hainz
Carriera alpinistica: Eugenio Bien
Cultura alpina: Giuliano Dal Mas
Premio speciale Giuliano De Marchi: Dante Colli
Premio speciale Dolomiti UNESCO: CAI Mestre – Rifugio Galassi
Premio speciale della Provincia: Giuseppe Tabacco
2022 (Vigo di Cadore)
Alpinismo in attività: Francesco Vascellari e Loris De Barba
Carriera alpinistica: Mauro Valmassoi
Cultura alpina: Piero Sommavilla
Premio speciale Dolomiti UNESCO: Anselmo Cagnati
Premio speciale della Provincia: Stefania Constantini e René De Silvestro
2023 (San Tommaso Agordino)
Alpinismo in attività: Santiago Padròs
Carriera alpinistica: Alessandro Masucci
Cultura alpina: Italo Zandonella Callegher
Premio speciale Dolomiti UNESCO: Alpine Club
Premio speciale della Provincia: Stefania Constantini e René De Silvestro
Premio Giuliano De Marchi: alla memoria di Silvana Rovis
Premio Speciale Pelmo d’Oro 2023: Oscar De Bona e Roberto De Martin
2024 (Pedavena)
Alpinismo in attività: Alessandro Rudatis
Carriera alpinistica: Diego Dalla Rosa
Cultura alpina: Don Sergio Sacco Sonador
Premio speciale Dolomiti UNESCO: Matteo Righetto
Premio Giuliano De Marchi: Pieranna Casanova
Premio Speciale Pelmo d’Oro 2024: Lisa Vittozzi
Info: www.provincia.belluno.it