Barbara Zangerl da 9a+ con 'Bombardino' ad Arco

La climber austriaca Barbara Zangerl ha ripetuto Bombardino, il 9a+ a Bus de La Stria vicino ad Arco. Spittata nel 2012 da Adam Ondra, questa "strapiombante ed esposta" linea su "calcare grigio ed azzurro con canne impeccabili" è stata liberata da Ondra nel 2022 e funge da variante più facile alla linea originale, Bomba, che ha successivamente liberato e gradato 9b.
Con due 9a a suo attivo (Sprengstoff a Lorüns in Austria nel 2021 e Speed Intégrale a Voralpsee in Svizzera, nel 2018), la rotpunkt venerdì scorso segna il primo 9a+ di Zangerl e la colloca nel gruppo relativamente ristretto di donne che hanno salito questa difficoltà.
La 36enne è un'atleta tra le più versatili in termini assoluti nel mondo dell'arrampicata. Oltre a questo 9a+ lavorato, ha salito a-vista l’8b in falesia, risolto boulder fino al 8B, ripetuto vie di arrampicata trad fino a E11 e salito molte delle vie di più tiri più difficili al mondo. Tra le imprese degne di nota, realizzate in tandem con il compagno Jacopo Larcher, spiccano la storica prima salita in stile flash di El Capitan nello Yosemite lungo la via Freerider, la prima femminile di Eternal Flame sulla Nameless Tower nel massiccio del Trango, Pakistan, e la prima femminile della cosiddetta Trilogia Alpina (The End of Silence, Silbergeier e Des Kaisers neue Kleider). Inoltre, ha salito altri sette big wall in libera su El Capitan: El Niño (2015), Zodiac (2016), Magic Mushroom (2017), Pre-Muir Wall (2019), The Nose (2019), El Corazon (2023) e Golden Gate (2024).
Dopo la salita, Zangerl ha raccontato "Dopo circa due mesi di tentativi, ho finalmente scalato il mio primo 9a+! Bombardino mi ha catturato completamente fin dal primo momento. Un enorme grazie ad Adam Ondra per aver aperto una via così incredibile e stimolante — è una di quelle che ti conquistano e non ti mollano più.
Ogni sessione sopra il paese di Arco sembrava una piccola missione. La vista sul Lago di Garda ha dato a tutto il processo un’atmosfera unica, quasi da vacanza — anche nei giorni più duri, era difficile lamentarsi. Più entravo il progetto, più diventava emozionante… ed emotivamente intenso. Sono caduta tre volte proprio sull’ultimo movimento difficile… e con ogni caduta, i dubbi crescevano. Le temperature salivano, l’arrampicata diventava più faticosa e sentivo che la finestra si stava chiudendo. La via iniziava a sembrare imprevedibile —alcuni giorni facevo progressi veri, altri sembrava totalmente irraggiungibile.
Il giorno della salita faceva caldo —26 gradi — non esattamente la temperatura ideale per un libera. Avevo già provato tre volte, e solo un tentativo era andato decentemente. E ovviamente, sono caduta di nuovo sull’ultimo movimento. A quel punto, non avevo più alcuna aspettativa. Volevo solo fare un ultimo giro come allenamento. Niente di più.
Ma poi, improvvisamente… tutto ha funzionato. Fin dal primo movimento, sapevo che dovevo lottare. Il mio corpo era stanco, ma la mente era calma. Un movimento dopo l'altro, ho continuato a salire. Sapevo esattamente cosa fare, quando respirare, quando spingere. Quando ho superato il tratto chiave e ho continuato, completamente in affanno, ancora non ci credevo. Fino a quando non ho raggiunto la catena. Ero distrutta, ma la mia resistenza ha tenuto — giusto il tempo necessario.
Le altalene emotive, i dubbi, i piccoli progressi — quella sensazione di dare tutto per qualcosa, anche se è “solo una via d'arrampicata”… è stato incredibile.
Un enorme grazie a tutti quelli che mi hanno aiutato su questa via — Jacopo, Manu, Barbara, Arba, Lucas — grazie per le sicure, la pazienza, l’incoraggiamento e tutte le vibrazioni positive. Avete reso questa esperienza ancora più speciale.