It goes again, boys! Intervista a Barbara Zangerl dopo la salita flash di Freerider su El Capitan

Intervista alla climber austriaca Barbara Zangerl dopo la sua storica, prima salita in stile flash di 'Freerider' su El Capitan nello Yosemite
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Barbara Zangerl durante la storica, prima salita in stile flash di 'Freerider' su El Capitan nello Yosemite, novembre 2024
Miya Tsudome / Highpoint Productions

Come riportato, Barbara Zangerl ha completato una straordinaria salita in stile flash di Freerider, la big wall di 1000 metri su El Capitan, nella Yosemite, aperta nel 1995 da Alexander Huber e liberata dallo stesso nel 1998 insieme al fratello Thomas Huber, salita poi resa famosa in tutto il mondo dall'audace free solo di Alex Honnold nel giugno 2017. La trentaseienne Zangerl ha alzato il livello con la sua salita senza cadute della via, mai provata in precedenza, mentre il suo compagno di cordata Jacopo Larcher ha mancato di poco il flash dopo una singola caduta sul passaggio chiave del Huber Pitch, noto anche come Boulder Problem Pitch

Una salita di questa portata era in divenire da un po' di tempo e i tentativi di salire “a vista” o flash una big wall di El Capitan risalgono alla fine degli anni '90. Nel 1997 il giapponese Yuji Hirayama ha fissato l'asticella incredibilmente in alto con la sua salita in 3 cadute del Salathé Wall, mentre nel 2012 il britannico Leo Houlding è quasi riuscito a diventare la prima persona a salire “a vista” e da primo ogni tiro di una via su El Cap, cadendo solo una volta su Freerider. Nel 2014 il suo connazionale Pete Whittaker ha effettuato una notevole salita della stessa via, cadendo una volta sul Boulder Problem Pitch prima di calarsi in sosta e salire prontamente al primo tentativo la variante a fianco, il Teflon Corner; Va però fatto notare però che questa salita insieme a Tom Randall è stata effettuata dopo che gli stessi erano già saliti fino agli Heart Ledges, da dove si sono calati alla base per motivi logistici per poi risalire successivamente fino al punto raggiunto utilizzando le jumar. Nel 2022 František Bulička dalla Repubblica Ceca ha salito indenne il tiro del Boulder Problem, solo per cadere sull'ultimo movimento difficile dell'Enduro Corner. Ad arrivare molto vicini a quel traguardo su Freerider sono stati anche scalatori del calibro di Nicolas Favresse e Siebe Vanhee, mentre le salite di Tommy Caldwell e Ueli Steck su Golden Gate, e Seb Berthe su El Niño sono tutte imprese eccezionali, in velocità e in libera.

L'austriaca Barbara (Babsi) Zangerl ha un curriculum che pochi altri possono vantare, in particolare nella Yosemite, dove nell'ultimo decennio ha ripetuto El Niño (2015), Zodiac (2016), Magic Mushroom (2017), Pre-Muir Wall (2019) e The Nose (2019). Alcune settimane fa ha ripetuto una delle fessure più difficili della valle, la Magic Line, mentre lo scorso autunno si è portata a caso la ripetizione di un altro pezzo da novanta, Meltdown. Sono tutti risultati superlativi, ma la salita flash di Freerider segna sicuramente un importante passo avanti.

Babsi: wow! Che dire?
Grazie! Penso che la prima cosa che voglio dire è che sono stata molto, molto fortunata! Praticamente non c'era nessuno sulla via, le previsioni meteo erano pessime ma alla fine il tempo ha retto, le condizioni erano davvero molto buone e più salivamo, più tutto filava per il verso giusto.

E come seconda cosa cosa vuoi dire?
Che Jacopo è stato davvero sfortunato! Era vicino, vicinissimo a salire in stile flash tutta la via anche lui. Ha attaccato il tiro Boulder Problem prima di me e non ha visto bene il buco nascosto nel rovescio, di conseguenza è caduto sul famoso movimento del karate kick. Poi ha chiuso il tiro al secondo tentativo, e da lì in poi non è più caduto. Grazie a lui ho avuto molte più informazioni sul passo chiave e in qualche modo sono riuscita a rimanere attaccata alla parete. A dire il vero, non ho ancora capito bene com’è che non sono caduta su quel passaggio.

Ok va bene, ma partiamo dall'inizio, Babsi. Come è nata questa salita? Sono ormai dieci anni che andate nella Yosemite Valley, quindi posso presumere che non è che siate arrivati in valle ad autunno e così, all'improvviso, vi siate detti: "Ehi, proviamo a flashare Freerider?"
Beh, non è che ci fossimo tenuti apposta Freerider per un tentativo flash: molto semplicemente le cose sono andate così. In passato avevamo scalato le big wall al centro e sulla parte destra di El Cap, ma mai le vie sulla sinistra come Golden Gate, Salathé e Freerider, perché abbiamo sempre avuto tanta paura del Monster Offwidth. Avevamo sentito così tante storie al riguardo che alla fine ci eravamo sempre tenuti alla larga da qulla parte della parete. Dopo la salita in libera di The Nose, il nostro amico ed ex dipendente della Black Diamond Kolin Powick ci ha suggerito di provare a salire Freerider flash. A dire il vero non siamo stati troppo a pensarci, l'idea semplicemente ci sembrava impossibile. Detto questo, quando Lara Neumeier ed io abbiamo scalato El Corazon nel novembre 2023, abbiamo scelto appositamente di attaccare il Muir Blast e non il Freeblast, proprio per non scalare nessun tiro di Freerider.

Tu e Jacopo avete entrambi fatto The Nose nel 2019. Quindi pensavate a Freerider da più o meno cinque anni?
Sì, più o meno. Come ho detto, però, l'idea di riuscire in una salita flash ci sembrava non realistica. Questa stagione il nostro obiettivo era solo vedere fin dove saremmo riusciti ad arrivare e pensavamo che magari non saremmo nemmeno riusciti a salire molto. E’ questo il problema con El Capitan: anche i tiri che sulla carta non sembrano difficili non sono mai facili! A dirla tutta, non c'è niente di facile su El Cap!

A proposito: hai parlato del famigerato Monster Offwidth
Sì. Dopo aver scalato Magic Line ci siamo resi conto entrambi che se volevamo avere una chance di scalare quel tiro avremmo dovuto allenarci appositamente. Abbiamo trascorso 4 giorni a fare solo offwidth come Generator Crack, Twilight Zone ed altri, finché non abbiamo iniziato a sentirci un po' più a nostro agio con qullto stile di arrampicata.

E com'è andata?
(Ride) È stata una vera battaglia! Il tiro è lungo 60 metri e dopo circa 40 metri ho iniziato ad avere crampi ed a rimanere senza fiato! Pensavo di cadere, ma poi mi sono ricordata di cosa ci aveva detto Alex Honnold: se diventa difficile, ci aveva suggerito, avrei dovuto sporgermi fuori dalla fessura, incastrando così la gamba sinistra per riuscire a riposarmi un po' ed è esattamente quello che ho fatto! Grazie a Dio avevamo incontrato Alex per caso in un bar qualche giorno prima!

Parlaci allora della vostra progressione e dello stile di salita. Vi siete alternati sui tiri facili e avete entrambi salito da capocordata i tiri più difficili, come in passato?
Sì, più o meno. Il primo giorno ci siamo alternati e abbiamo scalato le placche di Freeblast, spingendoci oltre le Heart Ledges fino al tiro sotto l'Hollow Flake, dove abbiamo bivaccato la prima volta. Il secondo giorno abbiamo superato il Monster Offwidth e siamo saliti fino all'El Cap Spire, dove abbiamo però scalato altri due tiri, fissato le corde e da dove siamo tornati sullo Spire per il secondo bivacco. Il terzo giorno abbiamo risalito con le jumar i due tiri che avevamo scalato il giorno precedente e siamo saliti fino al Round Table. Anche lì abbiamo scalato e fissato un altro tiro prima di trascorrere la nostra terza notte in parete. Il quarto giorno abbiamo risalito quel tiro con le jumar e scalato gli ultimi 3 tiri per arrivare in cima. Il nostro piano era che io avrei salito da prima il Monster Offwidth e Jacopo avrebbe salito per primo il tiro chiave del Boulder Pitch, che avrei salito da prima subito dopo di lui. Avremmo poi salito tutti gli altri tiri da primi, alternandoci. Durante il nostro push eravamo con Eric Bissel e Miya che hanno filmato la nostra salita, con in più Wilson che si è preso cura delle loro manovre di corda.

Hai parlato del Boulder Pitch, o Huber Pitch, all'inizio della nostra conversazione. Com'è stato?
Beh, come ho detto, mi sento davvero fortunata di averlo chiuso al primo colpo. L'ho provato dopo Jacopo perché come ti ho detto avevamo deciso così prima ancora di attaccare Freerider. Io sarei quindi salita per prima sul Monster Offwidth mentre lui avrebbe salito per primo il Boulder Pitch. Purtroppo non ha preso bene il rovescio, c'è un piccolo buco che non si vede ed è molto importante per mettersi bene per il passo successivo, il karate kick. Ho beneficiato di quella sua "beta". Prima di arrivare a quel movimento, però, ho avuto problemi, il modo usato da Jacopo per affrontare il tiro con me non funzionava… Non riuscivo a raggiungere lo svaso utilizzando i suoi stessi appoggi. Quindi sono tornata indietro, mi sono riposata e poi ho riprovato, usando stavolta un appoggio più vicino e più alto che mi ha permesso di arrivare allora svaso facendo quasi un lancio per arrivare a prenderlo. Così facendo sono arrivata al movimento del Karate Kick già bella “ghisata”, ho rischiato il tutto per tutto per farlo e in un qualche modo ci sono riuscita! Non mi aspettavo davvero di farcela: mentre stavo spostando la gamba la mano sinistra è scivolata via dall’appiglio... Proprio in quel momento, però, il piede destro è arrivato a toccare il diedro! E’ stato un miracolo che non sia caduta!

Dopo il Boulder Pitch, come ti sei sentita? Pensavi di avere la via in tasca?
Ero nervosa! E no, non pensavo che fosse tutto finito, anzi... La prima sezione su Freeblast era già stata stressante di suo e eravamo ancora nel pieno del ballo se volevamo arrivare in vetta senza cadere. Sopra di noi però c'era ancora il famoso Enduro Corner, che si è rivelato all'altezza della sua fama. Sappiamo inoltre per esperienza che anche i tiri facili possono essere davvero impegnativi. In breve: abbiamo dovuto lottare fino alla fine!

Hai detto “noi"
Considero questa, come tutte le altre salite che ho fatto con Jacopo, una grande salita di squadra. Senza di lui nulla sarebbe stato possibile e gli sono infinitamente grata per essere riuscita a farcela.

L'hai definito una salita flash
Sì. Anche se non abbiamo mai provato prima nessuno dei 30 tiri e per quanto molti li abbiamo saliti a-vista, prima di attaccare la via ne sapevamo già comunque molto. Conosciamo molti climber che l’hanno ripetuta, quindi abbiamo cercato di scoprire il più possibile da loro e, naturalmente, avevamo già visto un po' di roba su YouTube. Siamo poi andati al cinema a vedere Free Solo quando il film è uscito. Non potevamo in alcun modo definire la nostra ascensione come una salita a-vista.

Avete scelto di scalare a fine novembre
Il tempo a nostra disposizione nella Valley stava per scadere e ci sentivamo di essere di fronte al dilemma “adesso o mai più”. La neve era prevista per il mercoledì e il giovedì, ma abbiamo deciso di partire comunque il martedì per vedere come sarebbero andate le cose. Questa tattica ci ha ampiamente ripagati, perché alla fine non ha mai nevicato ed è stato sempre nuvoloso, quindi condizioni tutto sommato buone. Inoltre non c'era quasi nessun altro sulla via, probabilmente a causa delle previsioni di cattivo tempo. Due settimane prima la via era piena di gente e sicuramente non ce l'avremmo fatta. Aggiungo che la decisione di tentare in quelle condizioni che sembravano non ottimali ha tolto un po' di stress, nel senso che le nostre aspettative erano più basse e ci sentivamo meno sotto pressione.

Com'è stato raggiungere la cima?
Quando siamo arrivati in cima ci sembrava tutto irreale. Ero felice per me, ma allo stesso tempo triste per Jacopo. Arrampicare a vista o flash è così, hai solo una possibilità e su una grande parete di 1000 metri questo può sembrare ancora più brutale. Jacopo però l'ha presa bene e il suo supporto incrollabile, sempre al 100%, fino in cima, è stato fondamentale. È una vera testimonianza del suo carattere e, come ho detto prima, non potrò mai ringraziarlo abbastanza.

Per curiosità, perché avete scelto il tiro del Boulder Pitch e non la variante Teflon Pitch, che ha un grado più facile? Per la cronaca, è anche il tiro scelto da Honnold per la sua free solo.
Perché questa era la linea che gli Huber avevano scelto originariamente durante la prima salita nel 1995 e la prima libera nel 1998.

Lynn Hill dopo The Nose aveva detto la famosa frase "It goes, boys". Ora potresti dire "It goes again, boys!" “Ragazzi, si fa ancora!”
Non c'è modo di paragonare il mio risultato a quello di Lynn. Lei è stata una vera e propria apripista. È stata la prima a liberare The Nose. Un anno dopo l'ha scalata di nuovo in libera, ma stavolta in un solo giorno. Poi The Nose non è stata ripetuta per altri 15 anni. Lynn era così avanti coi tempi che è difficile da comprendere.

Tuttavia il tuo è un risultato storico. Come ti senti ora?
Beh, se sono onesta, devo ammettere che sono un po' orgogliosa di ciò che sono riuscita a fare lassù, anche se non l'ho ancora compreso del tutto. Per 30 tiri ho dovuto dare il 100% per non rovinare tutto. È stata sicuramente la sfida mentale più grande che abbia mai affrontato nella mia carriera di climber.




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