'Le Poussin', nuova via artif nel Verdon di Léo Billon, Esteban Daligault e Kilian Moni

Il primo stage del nuovo gruppo GEAN (il Gruppo Nazionale di Eccellenza Alpinistica Francese) si è svolto ad aprile e prevedeva l'arrampicata artificiale. La Paroi Rouge nelle Gole del Verdon è una parete leggendaria, famosa per le sue belle vie, e il nostro obiettivo era aprire qui una nuova linea in tre giorni.
Léo Billon aveva individuato un corridoio inesplorato sul lato sinistro della parete, e io ed Esteban ci siamo detti: Perché no? Eravamo un po’ nervosi — nessuno di noi aveva molta esperienza in artif — ma equipaggiati con due haul bag, attrezzatura e cibo per tre giorni in parete, siamo partiti.
Esteban ha iniziato la prima lunghezza, che subito si è rivelata dura, anzi, una delle più dure. Dopo un tiro salito in libera, abbiamo raggiunto una evidente linea di debolezza, ben visibile dal basso. Sono salito io da capocordata, prima per una fessura larga, poi ho dovuto fare dell'artif su bird beaks e cliff. Sono arrivato ad un piccolo terrazzino, che ci ha offerto un comodo punto per montare il portaledge e passare la notte. Per maggiore sicurezza, ho aggiunto uno spit alla sosta.
La mattina dopo, Esteban ha ripreso le danze salendo un evidente sistema di fessure verso destra. Un mix di arrampicata in libera e artificiale lo ha portato a raggiungere la sosta della vicina via Guy Heran. A questo punto Guy Heran prosegue dritta verso un tetto, mentre la nostra linea devia a sinistra, con un lungo traverso che conduce a delle fessure e poi ad una piccola grotta. Le protezioni erano discretamente buone, e ancora una volta alla sosta ho piazzato uno spit da 8 mm per maggiore sicurezza.
Mentre avanzavamo lentamente, due amici stavano ripetendo Metallic Ko alla nostra sinistra; la loro presenza ci ha motivati su questa parete austera!
Léo ha iniziato la lunghezza successiva, che si è rivelata la più difficile della via; nonostante lo strapiombo, purtroppo la roccia era piuttosto friabile. Alla sosta successiva abbiamo deciso di fermarci: gli ultimi due tiri ci avevano impegnato a lungo, era tardi.
Il mattino seguente, i successivi due tiri condividevano alcune sezione con la Guy Heran. Qui la roccia è molto compatta, e abbiamo quindi deciso di concludere la nostra linea salendo gli ultimi due tiri della Guy Heran.
Per chi volesse ripetere la nostra via: portate una ventina di cliff, molti chiodi di tutte le misure e tre serie di friend fino al numero 6. Solo la prima e la sesta sosta sono completamente da attrezzare; le altre sono protette da almeno uno spit.
Siamo usciti in cima dopo tre giorni di parete. È stata una grande avventura, soprattutto con gli avvoltoi che ci volteggiavano intorno. E anche un pulcino, che ci ha osservato per tre giorni vicino al fiume – guardate le foto per capire cosa intendiamo, e perché la via ha preso questo nome!
- Kilian Moni, Chamonix