No fall Lines di Giorgio Daidola. Una storia dello sci dove è vietato cadere

La recensione di Alberto Sciamplicotti del nuovo libro di Giorgio Daidola 'No fall Lines. Una storia dello sci dove è vietato cadere' (Mulatero Editore 2025). Un volume 'stupendo, al di là delle aspettative, un vero regalo per gli appassionati di sci.'
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La copertina del libro di Giorgio Daidola 'No fall Lines. Una storia dello sci dove è vietato cadere' (Mulatero Editore 2025). La storia dello sci estremo, dai pionieri ai giorni nostri.
archivio Giorgio Daidola

È indubbio che la passione per ogni forma di scivolamento sulla neve sia stata la cifra per gran parte della vita di Giorgio Daidola. Una passione iniziata con l’iniziazione materna e paterna a tre anni, nella primavera del 1946, e poi proseguita per tutta la vita, passando per l’insegnamento come maestro di sci durante gli anni di studio all’università, transitata per lo scialpinismo a tallone bloccato e continuata con la pratica a tallone libero sulle montagne del mondo: il prossimo anno saranno ottanta anni quelli passati con gli sci ai piedi. Una passione che lo ha portato sulle principali catene montuose del mondo, in viaggi vagabondi in cui gli attrezzi per scivolare avevano posto fisso nel bagaglio alla stregua di uno spazzolino da denti: qualcosa che non doveva mancare.

In questo viaggio della vita, Giorgio Daidola ha raccontato le sue avventure di sci e di esplorazione, prima sulla Rivista della Montagna e poi su Skialper.

Indimenticabili, e degni di essere nella biblioteca di ogni appassionato, gli speciali "Dimensione Sci" pubblicati dalla Rivista della Montagna a scansione annuale, dove coinvolgendo amici e sciatori di tutto il mondo provava a fare il punto sull’arte di tracciare curve sul manto nevoso.

Più recentemente, dopo un volume dedicato alla sua personale storia sciistica (Ski Spirit – Alpine Studio Editori, 2016), dopo "Sciatori di montagna - storie di chi ha fatto la storia dello scialpinismo" (Mulatero Editore, 2018), tre volumi sull’altra sua grande passione, la navigazione a vela e un libro dedicato alla Marmolada, Giorgio Daidola ci regala un lavoro che è fin troppo facile definire unico e imprescindibile "No fall lines – una storia dello sci dove è vietato cadere".

Si tratta probabilmente del primo libro mai scritto che provi a fare il punto sulla storia dello sci ripido o estremo, un volume che, benché per ora stampato solo in italiano, meriterebbe quanto meno anche un’edizione in lingua inglese e una in francese, tanto grande è la sua importanza.

Lo ha pubblicato la casa editrice Mulatero, con uno sforzo editoriale assolutamente all’altezza di quanto scritto da Giorgio Daidola: oltre 900.000 battute, raccolte in una edizione di pregio di ben 353 pagine, con foto eccezionali, una confezione grafica curatissima e di grande impatto, con un formato (28,9 x 3,8 x 21,9) che riesce a valorizzare al massimo i tanti contenuti.

Non poteva essere da meno per un lavoro la cui stesura è durata oltre tre anni, con interviste raccolte direttamente dalla voce dei tanti protagonisti, spesso amici dell’autore e con cui lo stesso aveva in passato frequentemente incrociato le tracce sulla neve, in un lungo tour in giro per le Alpi sul suo camper.

Sulla prima pagina, dopo la seconda di copertina e prima anche del titolo e dell’introduzione, una frase di Patrick Vallençant dà il segno principale alle oltre trecentocinquanta pagine seguenti: "Si tu tombes, tu meurs".

Partendo da questa considerazione si dipana il volume, cercando non tanto di capire il perché e il percome si decida di mettere a rischio la propria esistenza su una traccia ripida ed effimera sopra un pendio nevoso, ma quanto piuttosto sia il valore d’emozione che questo riesce a trasmettere.

Esemplare a questo riguardo l’introduzione di Stefano De Benedetti, che illumina di una luce forte e profonda, carica di sentimento, quasi nostalgia per qualcosa di così intenso che risulta impossibile credere di aver vissuto, tutte le pagine seguenti.

Una storia che inizia praticamente con la stessa nascita dello sci moderno, a differenza di quanto molti credono, e che prosegue ancor oggi oltre quelle montagne, le Alpi, dove è nata, fino ad approdare sulle vette più alte del mondo.

Una storia di uomini, ma anche di donne sciatrici, uniti tutti da questa passione per un pendio nevoso che sembra sfuggire sotto i piedi verso il verticale.

Una storia in cui le innumerevoli interviste sono il collante per una ricerca che non potrebbe essere assolutamente esaustiva, ma che cerca nonostante questo di essere rigorosa e completa. E l’incredibile numero di note e rimandi lo sta a testimoniare.

Una storia però che non è assolutamente verbosa ricostruzione filologica, ma che viene resa viva dall’emozione trasmessa dai racconti dei protagonisti di queste discese al limite del possibile, in un’attività dove l’accettazione della possibilità della morte è il gradino fondamentale da salire per poter poi ri-scendere.

Perché percorrere itinerari ripidi ed estremi è in qualche modo il distillato dell’arte sciistica, l’apice oltre cui non può esservi nulla, ma che allo stesso tempo, per il suo essere effimero, legato ancor di più del resto dello sci a momenti fugaci, è quel modo di scivolare in cui l’essere uomo diventa centro e tramite di sé stesso con la montagna, in una tensione emotiva che forse, questa sì, rivela il vero cuore di questa attività. Un segreto che "No fall lines" riesce bene a rivelare.

- Alberto Sciamplicotti, Frascati

No fall Lines. Una storia dello sci dove è vietato cadere di Giorgio Daidola
Mulatero Editore 2025
352 pagine
28,9x3,8x 21,9 cm
Copertina rigida




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