Ricordi sul Badile. Di Caterina Bassi

Il Pizzo Badile nella Val Bregaglia regala con le sue vie dei momenti indimenticabili. Caterina Bassi ricorda cinque salite, lo Spigolo Nord, la Cassin e Hiroshima, la Via degli Inglesi e il Silenzio degli Eroi. Salite che hanno lasciato il segno.
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Pizzo Badile: Caterina Bassi sullo Spigolo Nord
archivio Caterina Bassi

Il Badile mi ha sempre regalato vie (o forse sarebbe meglio dire viaggi!) importanti. Il secondo lockdown mi aveva fatto venire voglia di mettere nero su bianco alcuni ricordi.

Primo ricordo: nel 2008, insieme al mio maestro dei primi anni, Benedetto, salgo per la prima volta lo spigolo Nord e ne sono entusiasta. Delle mie prime vie ricordo solo cose belle. Quando mi capita di ripercorrerne avvicinamenti e discese, mi accorgo infatti di aver attuato un processo sistematico di rimozione delle rotture di scatole, come le infinite discese spaccaginocchia: forse succede quando si è davvero troppo contenti!

Secondo ricordo: la Cassin, con Martino e Cristian, e la discesa dalla Gianetti post temporale con una bruttissima calzamaglia da uomo (con tanto di patta imbarazzante) prestatami da Cristian.

Terzo ricordo: Hiroshima, quattro anni fa, con Martino. Siamo abbastanza abituati all’arrampicata in placca e decidiamo di ripetere questa temuta via dei fratelli Libera sulla Est-Nord-Est. L’avvicinamento è di per se complicato: salita alla Gianetti, colle del Cengalo e discesa in doppia sul versante Nord dal canale del Cengalo, discesa della quale abbiamo sentito racconti inquietanti di corde spezzate, impossibilità di tornare indietro ed altre amenità.

Il giorno prima, forse è la prima volta che mi capita, mi accorgo di non riuscire a gestire contemporaneamente nella mia testa tutti gli aspetti e le implicazioni della salita. Per una persona come me, con uno spiccato senso per il controllo, non è cosa facile. Mi devo però arrendere: forse per la prima volta mi pongo in un atteggiamento di totale accettazione. Mi concentro solo su quello che faccio in ogni momento: l’avvicinamento, la discesa in doppia nel canale, la ricerca dell’attacco…

La via è molto bella, impegnativa e un po’ paurosa, anche perché il Cengalo decide di franare accanto a noi e, per tutta la giornata, ci tiene compagnia con rumori di crolli. Solo la sera, in rifugio, ci rendiamo conto che la frana è talmente grande che ha sconvolto la val Bregaglia e causato la morte di alcune persone. La salita diventa ancora più paurosa quando incappiamo nella classica nuvola di Fantozzi, non prevista da nessun meteo, che si avvicina minacciosamente, ci scarica addosso cinque minuti di grandine e se ne va, lasciandoci fradici a percorrere gli ultimi tiri (per fortuna facili) nel catino terminale. Arrivati in cima sono contentissima e quasi non ci credo di aver ripetuto Hiroshima a vista! Ci accorgiamo di avere ancora sul casco le frontali del mattino: si vede proprio che durante la giornata abbiamo avuto altro a cui pensare!

Quarto ricordo: La via degli Inglesi sulla parete Est-Nord-Est, due anni fa, sempre con Martino. Oltre alle placche, sul Badile ci sono anche le fessure! La via è bellissima, logicissima e alpinistica. Sono molto contenta di riuscire a percorrerla tutta a vista (o flash nei tiri che ho fatto da seconda). Highlight della giornata: un scabroso camino nella prima parte della via con una vera e propria cascata d’acqua che ti entra nel collo. Consiglio la lettura del goliardico report di Isherwood sull’apertura della via a questo link: https://www.alpinejournal.org.uk

Il passaggio più bello, secondo me, è questo che descrive il ritorno a valle di Mike Kosterlitz e Dick Isherwood che, tradotto in italiano, suona più o meno così: "Avemmo diritto ad un bagno gratis all’hotel dei Bagni di Masino, dove l’acqua era, non solo curativa, ma anche radioattiva e cenammo in grande stile, ospiti della direzione dell’hotel. Prima della cena, ci mostrarono un modellino in gesso di una montagna, riconoscibile come il Pizzo Badile solo dai nomi delle vie scritti sopra. Ci chiesero di disegnare la nostra via con una linea puntinata, come le altre vie già presenti. Non si riusciva a riconoscere alcun particolare della parete e così disegnammo una linea dritta al centro del modellino, nello spazio tra la via Corti e la via Cassin. Gli spettatori che si erano radunati furono molto impressionati e qualcuno disse la parola magica - Direttissima. Andammo a cena molto soddisfatti di noi stessi."

Quinto ricordo: la parete Nord-Ovest, l’anno scorso, con Martino e Stefano. Stefano l’abbiamo conosciuto per la prima volta proprio condividendo alcune doppie in discesa dalla via degli Inglesi. Partiamo alla volta della parete Nord-Ovest con in testa un paio di obiettivi. E’ un estate strana. Il lockdown della primavera mi ha scombussolato. Come dice Smaranda sul suo blog (www.smarandachifu.com), "per andare in montagna bisogna schermarsi un po’ dal resto della propria vita. Perché se iniziassi a pensare al resto, perderei la concentrazione e mi ricorderei quant’è importante quel “resto” e quanto comunque non vorrei mai perderlo”. Descrizione perfetta del mio stato d’animo dell'estate scorsa: è stato proprio difficile creare quello schermo e spingermi fuori dalla mia zona di comfort! Nonostante ciò, ho comunque fatto tanti viaggi tra le montagne di casa. Ci sono però stati anche molti cambi di programma e qualche aspettativa delusa. La Nord-Ovest del Badile è proprio uno di questi cambiamenti di programma. Il ghiacciaio della Bondasca è infatti in condizioni talmente proibitive da non permetterci di raggiungere l’attacco del nostro obiettivo originale. Ripieghiamo quindi sulla bella “Il silenzio degli eroi” di Pizzagalli & co., che ci regala una bellissima scalata in placca.

I ricordi sono finiti (per ora!). Quale sarà il prossimo?

di Caterina Bassi

Caterina Bassi ringrazia Sherpa Mountain Shop

SCHEDA: Hiroshima, Pizzo Badile


SCHEDA: Via degli Inglesi, Pizzo Badile




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