Il Canale degli Alpini sul Monte Resegone. Di Ivo Ferrari
Non ci sono sempre, ma questo è dovuto al cambiamento climatico. Sì, c'è chi sostiene il contrario, ma ormai persino le verze non sono più buone come un tempo…
D'inverno, i canali del Resegone sono una meta molto frequentata, l’alpinismo classico lungo i suoi scivoli è a due passi dalla città. Da Milano le sue cime seghettate nelle giornate limpide o meno inquinate sono visibili all’orizzonte. Le difficoltà hanno un'ampia scelta, anche quelle dettate dalle condizioni.
Uno in particolare amo percorrere più degli altri e che consiglio agli amanti del genere: il Canale degli Alpini. Meno conosciuto, e quindi poco ripetuto.
Per evitare la comoda funivia divenuta ormai costosa, non c'è modo migliore che partire come si faceva una volta, dal basso! Il sudore riscalda presto il corpo. Lungo il sentiero si gode di una bella vista, il bosco spoglio che dorme e il silenzio disturbato solo dai nostri passi sono l’antipasto del giorno che sta nascendo. Più si cammina, più nascono idee, si formulano progetti e ci si conosce dentro.
Arrivati alla base del Canale Comera, ci prepariamo. L’Alpini non parte da solo, come tutti vorremmo, ma si stacca dal classico Comera, è una diramazione. Un ramo dal tronco principale, una variante che un tempo era considerata fuorimoda… un tempo, perché oggi anche le varianti sono vie a tutti gli effetti!
La neve è portante, i ramponi mordono bene, si sale veloci. Siamo in due, ma ognuno col suo ritmo, con le proprie capacità. Nessun crepaccio, nessuna terminale: un alpinismo meno "pesante" ma non per questo privo di pericoli. I pericoli, si sa non conoscono quota, ambiente o altro. Quelli esistono su una cima alta e bassa che sia, Diciamo comunque che qui, con la dovuta valutazione, sono solo leggermente più prevedibili.
Da Lecco guardando in su, se non si è in cerca di selfie, di consigli da influencer e se si ama la montagna con amore vero, le condizioni sono già intuibili.
Di difficoltà classiche, una volta lasciato il Comera, la linea traversa in piena parete verso destra, puntando poi diritto alla cima. Durante il traverso, l’ambiente da canale svanisce lasciando spazio alla fantasia delle proprie piccozze. Niente strettoie, ma neve dura tra placche ricoperte di bianco.
Il chiave è la porta d’accesso verso la cima. Lì il ghiaccio è sempre poco, i ramponi a volte grattano la roccia, bello però, anzi, bellissimo! Alla croce in vetta non si è mai soli: meta ambita in ogni stagione, la cima è sempre la Cima. Ci sono ragazze che prendono il sole, maschietti che vorrebbero essere il sole... e noi, vecchi alpinisti sognatori!
Se non ci siete mai stati e vi piace il genere… tocca aspettare che l’inverno faccia il suo dovere. Poi c'è solo da divertirsi.
- Ivo Ferrari




































