Che punta uso... Clessidre trapanate, la Hruschka al Sass de Putia e le riflessioni di Ivo Ferrari
Dopo la ripetizione della Messner, aperta da Reinhold e Günther nel 1968, non avevo più pensato al Sass de Putia, vuoi per la lontananza da casa, vuoi per la mia ignoranza storica. Poi, un bellissimo breve filmato della solitaria invernale della Via Hruschka di Simon Gietl e l’entusiasmante consiglio di Simon Kehrer mi hanno portato a "conoscere" questa grande classica della parete Nord.
24 agosto del 1919, Josef Hruschka con Franz Neuner, Ludwig Radschiller e Willi Erschbaumer, scarponi ai piedi e tanta audacia nella testa, affrontano le placche in aperta parete, creando un gioiello verticale su una montagna da cartolina.
Approfittando di parecchi giorni di vacanza ci siamo trovati nel comodo parcheggio al Passo delle Erbe. Quattro persone, due donne e due uomini… mica facile ai miei tempi che ciò succedesse! La mattina ci ha accolto con colori meravigliosi, un piatto (all’inizio) avvicinamento circondato da prati falciati con l’uso del calibro, e un ghiaione quasi verticale che ci hanno depositato all’inizio della via. Una linea logica, su roccia fantastica, una di quelle linee da consigliare a chi vuoi bene… i cattivi che facciano altro!
Sulla cima ho sistemato il materiale e, mentre aspettavo gli amici, il mio pensiero non ha potuto che essere triste. Triste perché non è cosi che si porta avanti la storia, non è cosi che si rispetta quella regola non scritta; avevo incontrato un’infinita di clessidre trapanate, in posti dove qualunque misura di friend entrerebbe, dove piccole e naturali clessidre indicano la strada. Una strada segnata in un tempo dove forse lo stile non era priorità, ma sicuramente non esisteva l’arroganza del "faccio quello che voglio".
Adesso, davanti a me ho un bel quadro, un volto di donna, capelli cortissimi, occhi verdi. Lo guardo e… se lo stessi dipingendo io? Magari le disegnerei dei baffi, ma non è una mia opera, è un quadro dipinto moltissimi anni fa, non mi permetterei mai di ritoccarlo. Si chiama rispetto.
Nelle Dolomiti, e non solo, in questi ultimi anni sono comparse numerose clessidre trapanate. Molti pensieri diversi e opinioni varie dividono il "va bene" dal "non va bene". A quanto parte, tutti siamo padroni di tutto. Se mi lasciano passare, vista la facilità d’accesso, settimana prossima vorrei fare i baffi alla Gioconda.





































