Everest, un po' di storia

La prima salita in vetta all’Everest risale al 1953; i primi tentativi con lo sci e con lo snowboard dal tetto del mondo.
La prima salita in vetta all’Everest risale al 1953; la meta fu raggiunta il 23 maggio da Edmund P. Hillary e dallo Sherpa Tenzing Norgay, i primi due uomini a salire sul tetto del mondo.

Reinhold Messner fu invece il primo uomo a reputare possibile la scalata dell’Everest senza l’utilizzo dell’ossigeno, e la realizzò per la prima volta insieme a Peter Habler nel maggio del 1978. Successivamente scalò ancora la cima dell’Everest senza ossigeno in un’epica cavalcata solitaria nel 1980. In quel periodo si fece strada l’idea delle salite in stile alpino leggero e pulito e le ciclopiche spedizioni in stile militare dell’epoca precedente vennero pian piano accantonate. Rehinold Messner, con il suo stile dissacrante e innovativo, aveva marcato una linea netta e indelebile tra l’alpinismo del futuro e l’alpinismo di conquista dell’era precedente.

Il primo tentativo di discesa con gli sci fu compiuto da Yuichiro Miura, un giapponese allora trentenne che compì una discesa in equilibrio tra il suicidio e la fantascienza; Miura affrontò l’Everest dal versante tibetano, riuscendo a salire fino a circa 8150 metri di quota. Un centinaio di metri più in basso cominciò la sua discesa adottando una tecnica a dir poco sconcertante: munito di un paracadute sulle spalle, puntò i suoi sci verso valle e partì a tutta velocità tirando una riga su un pendio a 45°.
Una volta lanciato come in un KL, fu evidente che il paracadute non sarebbe stato in grado di frenare la sua discesa, e rovinò lungo la parete scivolando e rimbalzando come un fantoccio di pezza. I suoi compagni di spedizione riuscirono a salvarlo, lo recuperarono e lo trasportarono a brandelli fino al campo base.

In tempi più recenti, nel 1992, Pierre Tardivel salì dal versante nepalese riuscendo a mettere a segno la discesa dall’anticima Sud, sciando con inusuali condizioni di neve fresca. Hans Kammerlander nel maggio del 1996 è il primo uomo al mondo a giungere in vetta all’Everest con un paio di sci. In una performance straordinaria, sale la via del Colle Nord da solo e senza ossigeno, trasportando autonomamente il proprio materiale, in 16 ore e 50 minuti. Per contro la sua discesa è ostacolata dalla scarsità di neve, e così è costretto a trasportare gli sci, anche in discesa, per quasi mille metri di dislivello.

La prima discesa integrale, dopo qualche altro tentativo, dovrà attendere l’anno 2000, ed è cronaca dei giorni nostri, con le discese rispettivamente in sci e snowboard di Davo Karnicar e Marco Siffredi.


TENTATIVI DI DISCESA DAL TETTO DEL MONDO IN SNOWBOARD
Prologo: 1986, Jean Troillet ed Erhard Loretan salgono in vetta all’Everest senza ossigeno nel tempo record di 39 ore e ridiscendono slittando sul sedere lungo il Couloir Hornbein in appena tre. Poco dopo Jean asserisce: “se ho disceso il Couloir Hornbein con il culo, posso farlo anche con lo snowboard”. Con questa frase ha inizio la sfida all’Everest in snowboard.

1996 Jean Troillet primo tentativo lungo la via della Cresta Nord. La spedizione si interrompe per il brutto tempo e la morte di tre alpinisti impegnati sulla montagna.

1997 Jean Troillet stagione postmonsonica autunnale, secondo tentativo lungo la via della Cresta Nord. A soli 150 metri dalla vetta senza ossigeno Jean è costretto a fare dietrofront. Discesa lungo la via normale della Cresta Nord.

1998 Dedè Rheme e Jeromè Ruby stagione post-monsonica autunnale. Tentativo lungo la via della Cresta Nord. Jerome rientra anticipatamente a Kathmandu a causa di problemi di mancato acclimatamento, mentre Dedè raggiunge quota 8000.

2001 Stefan Gatt stagione pre-monsonica primaverile. Il 22 maggio Stefan Gatt è il primo uomo a raggiungere la vetta dell’Everest con lo snowboard e senza ossigeno. A causa della scarsità della neve lungo la via della cresta Nord, è costretto a trasportare la tavola in discesa per un migliaio di metri di dislivello fino a circa 7600 metri.

2001 Marco Siffredi stagione pre-monsonica primaverile. Il 23 maggio Marco Siffredi raggiunge la cima dell’Everest in snowboard con l’utilizzo dell’ossigeno e, in circa tre ore, scende integralmente da solo e senza ossigeno la montagna lungo il Couloir Norton. La discesa ha tratti di 50° di pendenza. La sua performance chiude l’era pionieristica di conquista delle prime discese su montagne di 8000 metri, e con un salto straordinario nel futuro introduce lo snowboard e lo sci estremo di performance sulle montagne più alte del pianeta.




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