Jorg Verhoeven: arrampicata indoor e outdoor tra passato, presente e futuro

Il 36enne olandese Jorg Verhoven arrampica da oltre 25 anni e i suoi successi spaziano dall'arrampicata big wall in Yosemite ai boulder di 8C, dopo aver vinto la Coppa del Mondo Lead 2006. I suoi pensieri sullo stato dell'arrampicata indoor e outdoor sono il tema del quarto articolo realizzato insieme a Vibram, per celebrare l’arrampicata di ieri, oggi e domani nell’ambito del progetto 'Learn to Climb with Vibram.’
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Jorg Verhoeven, classe 1985, laureato in chimica e fisica, vanta un’esperienza importante nell’arrampicata, con oltre 15 anni di presenze a competizioni internazionali.
Michele Caminati

Jorg Verhoeven è uno dei migliori climber della sua generazione, con salite che spaziano dagli intensi boulder fino all' 8C alle ripetizioni di enormi big wall, come The Nose e Dihedral Wall su El Capitan in Yosemite. Nel 2006 l'olandese era diventato uno dei primissimi a salire un 8c in stile flash, un risultato arrivato grazie alla sua vasta esperienza agonistica che ha spianato la strada alla sua vittoria della Coppa del Mondo Lead 2008. Dopo il ritiro dalle gare il 36enne ha sempre scalato al limite, e ora sta anche progettando di salire un 9b.

È un tracciatore per la palestra d’arrampicata di Innsbruck, assoluto punto di riferimento internazionale per l'arrampicata indoor, e verso la fine della scorsa stagione ha sorpreso tutti ripresentandosi alle gare, insieme a tanti atleti che hanno quasi la metà dei suoi anni. Ovviamente ha messo a segno delle prestazioni più che ottime.

Abbiamo scavato nel suo bagaglio di conoscenze per saperne di più sullo stato attuale e futuro dell'arrampicata indoor e outdoor, per concludere la serie creata da Vibram per celebrare l'arrampicata di ieri, oggi e domani nell'ambito del progetto 'Learn to Climb with Vibram'.

Jorg, proprio come molti arrampicatori di oggi, hai iniziato ad arrampicare indoor. Ci puoi parlare di quell'inizio? Cosa ricordi e cosa era importante per te in quel momento?
Già da bambino ho scoperto la mia passione per la montagna. I miei genitori mi hanno portato sulle Alpi e sui Pirenei ed ero affascinato dal salire ogni vetta che vedevo, volevo sempre scoprire cosa c'era dietro l'angolo. Sono stati i miei genitori a portarmi in una palestra di arrampicata - allora non ce n'erano molte - e ho capito subito che era per me; sembrava giusto. Avevo provato altri sport, nuoto, judo, atletica, ma l'arrampicata era diversa. Sembrava naturale. Avevo undici anni, e ovviamente non sapevo ancora come l’arrampicata sarebbe arrivata a dettare la mia vita, semplicemente ne fui subito dipendente.

Se confronti quei tempi con oggi, cosa è cambiato per quelli che iniziano adesso, rispetto a chi ha iniziato 20 anni fa?
Oggigiorno l'arrampicata è diventata uno sport molto conosciuto in molti paesi, quindi il primo contatto è veloce, facile, con così tante palestre un po’ ovunque. Il bouldering ha anche reso l'arrampicata molto più accessibile, dal momento che le persone possono praticarlo da sole, non è un problema per chi soffre di vertigini, ed è facile incontrare altre persone. Lo sport è sicuramente cambiato, ma ai miei occhi in meglio, e anche se la palestra di Innsbruck a volte è affollata in modo frustrante, sono contento di vedere ciascun principiante, poiché so che alla maggior parte di loro piacerà.

Arrampicata indoor o in falesia. Due mondi separati o hanno cose in comune?
È lo stesso sport, ma praticato in modo diverso. Molti arrampicatori di adesso non toccheranno mai una presa su roccia, e questo va benissimo, immaginate soltanto quanto diventerebbero affollate le falesie... Le palestre di arrampicata possono essere viste come un allenamento, un centro di aggregamento, un allenamento dopo il lavoro, un parco giochi per grandi e piccini. Mentre l'obiettivo dell'arrampicata su roccia spesso risiede più nell'entrare in contatto con la natura, passare una bella giornata al di fuori dalla stressante vita quotidiana, passare del tempo con gli amici. È interessante però notare che i top climber - sia quelli delle gare sia quelli della roccia - sono molto simili, indipendentemente da quanto diversi possano sentirsi. Condividono quella passione di dedicare le loro vite e lavorare sodo per raggiungere un certo obiettivo che si sono prefissati.

Il numero di climber in generale è cresciuto così tanto negli ultimi anni. Questo non è un problema per l'arrampicata indoor, poiché le palestre spuntano come funghi semplicemente dove c'è richiesta, ma per l'arrampicata all'aperto è una storia diversa, con molte falesie in tutto il mondo che incontrano problemi simili, che vanno dai problemi di accesso al sovraffollamento completo. Immagina la via o il boulder più unto che conosci, e poi pensa a come sarà quel pezzo di roccia tra 50 anni!

In effetti fa pensare… Parlando di prese: come si sono evolute le prese, i boulder, le palestre stesse in questi 20 anni?
Penso che ci sia stata un'evoluzione costante nell'arrampicata indoor e agonistica. È la scena stessa che ha influenzato la direzione del cambiamento; quegli arrampicatori che costruivano muri e palestre, che modellavano prese, che hanno tracciato le vie e i boulder. In definitiva, sono sempre stati loro a decidere l’evoluzione.

Un dibattito in corso nella scena agonistica internazionale è l’importanza che i tracciatori - in pratica, pochissime persone - hanno su questo sport. Pensate al boulder, a come è cambiato nell'ultimo decennio, avvicinandosi ai movimenti dinamici in stile parcours che abbiamo visto apparire nelle competizioni. Ora tutti stanno facendo questi trucchi new school nella loro palestra locale, è come un effetto a cascata. La domanda è: come sarà il prossimo...?

Per chi inizia ad arrampicare indoor, ma poi ad un certo punto si evolve e va in falesia come hai fatto tu, cosa consigli? E che problemi vedi?
Immagino che l'importante sia rendersi conto innanzitutto che una falesia o un'area boulder non è una palestra indoor. In questa differenza c'è un certo aspetto di sicurezza: a volte vedo boulderisti che cadono di qua e di là, materassini mal posizionati, nessuno che para, ecc., esattamente come sono abituati quando arrampicano in palestra. E in falesia la roccia friabile, gli spit distanziati, la lunghezza della via e la ricerca della via giusta da salire possono rapidamente diventare problemi.
Poi c'è anche un aspetto etico. All'aperto, nessuna squadra di pulizia arriverà ogni mattina per smaltire i rifiuti. Le falesie e le aree boulder si trovano spesso in aree incontaminate e in parchi nazionali, dove poche persone possono fare molti danni, e lo hanno già fatto. Basta vedere cosa può fare tanta gente in un'area come Bas Cuvier a Fontainebleau, Ceuse o Yosemite. Il rispetto è la soluzione, immagino.

Che ruolo hanno dunque i siti internet, Facebook e Instagram, e anche i video su youtube, in questi cambiamenti?
L'enorme quantità di informazioni facilmente accessibili online - indipendentemente dal fatto che si tratti di notizie, un video che mostra tutte le sequenze o un post sui social media - influenza sicuramente pesantemente il nostro sport, come d’altronde la nostra società e la vita di tutti i giorni. Pensate solo a come scegliete il vostro prossimo viaggio di arrampicata: la tua scelta si basa sulle cose che hai visto, qualcosa che ti ha ispirato ad andarci.

Online la conoscenza tecnica è ampiamente diffusa, anche come allenarsi, come apprendere le tecniche d’arrampicata. Questo arriva fino alla cima della piramide, dove oggigiorno i video beta eliminano completamente la necessità di provare da soli a decifrare sequenze spesso molto complicate sui boulder o sulle vie difficili. I climber sono ispirati da altri che pubblicano video, foto, post IG ecc. Ma per certi versi è come uno scherzo infinito, con le persone che trascorrono più tempo a guardare "climbing porn" che a scalare!

Allora, a questo punto, come vedi il futuro dell'arrampicata fuori? E al chiuso?
È difficile da dire, ma di sicuro sarà scivoloso... La roccia si deteriora lentamente con il passare di ogni climber, quindi le aree popolari non saranno più belle come una volta. Possiamo essere grati che per la nostra generazione ci sia ancora così tanta roccia mai toccata, non solo in Groenlandia o in Pakistan, ma proprio qui nelle Alpi. Un giorno ogni pezzo di roccia - e questo è un dibattito a sé - potrebbe avere uno spit conficcato e diversi segni di magnesite su tutte le prese.

Penso che l'arrampicata in palestra crescerà sempre più velocemente dell'arrampicata all'aperto, dal momento che è molto più “avvicinabile”. La maggior parte delle persone preferisce la comodità, non vuole camminare un'ora in salita per scoprire che il suo progetto è bagnato, o farsela addosso dalla paura perché non riesce a trovare la successiva protezione su una via trad. Arrampicare in palestra è una favola per tutti... eccetto per i tracciatori, a cui tocca sempre la parte dei cattivi!

Chiaro! Tornando alla tua scalata. Cosa è importante per te? Cosa hai sempre cercato di fare, o non fare, nelle varie discipline?
Di divertirmi, di vivere al massimo la mia passione. Non mi è mai importato dove mi avrebbe portato l'arrampicata, e di sicuro non ho cercato di forzarla. Seguo il flusso, ciò che mi sembra giusto e ciò che mi porta gioia e felicità. Wow, suona molto hippie...

Invece è un bel modo di vivere! Allora l’ultima domanda che ti facciamo: le cose da fare secondo Jorg Verhoeven?
Le tre regole in Yosemite sono, in ordine di priorità: 1) divertirsi 2) essere figo 3) arrampicare in sicurezza. Tutti gli altri sono dettagli.

Link: eu.vibram.com/en/learn-to-climb-with-vibram/




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