Al Museo Montagna di Torino la nuova mostra permanente dedicata a Walter Bonatti

A partire da venerdì 3 marzo sarà visitabile al Museo Nazionale della Montagna di Torino un nuovo spazio dedicato a Walter Bonatti all’interno del percorso di visita permanente. L’iniziativa si inserisce nelle azioni di valorizzazione avviate con la donazione, da parte degli eredi nel 2016, dell’intero archivio di Bonatti all’istituzione museale.
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Walter Bonatti (1930-2011). Una delle più grandi leggende dell'alpinismo mondiale di tutti i tempi.
Archivio Walter Bonatti - Centro Documentazione Museo Nazionale della Montagna - CAI Torino.

Inaugura al Museo Nazionale della Montagna di Torino la nuova esposizione permanente dedicata a Walter Bonatti. Si tratta della conclusione del lungo percorso di lavoro sull’archivio dello scalatore bergamasco compiuto dall’istituzione museale torinese. Un importante percorso di riordino, schedatura e digitalizzazione che ha permesso di rendere questo archivio consultabile online su CAISiDoc.cai.it, il portale del sistema documentario dei beni culturali del Club Alpino Italiano, gestito dal Museo e dalla Biblioteca Nazionale CAI.

La nuova esposizione permanente arriva in seguito alla mostra "Stati di grazia", presentata al pubblico nel 2021. Rimaneva però il desiderio e la necessità di destinare a Bonatti uno spazio permanente: quello che oggi si sta per inaugurare, grazie al sostegno di Città di Torino, Regione Piemonte, Banca di Asti, Alpine Lions Cooperation, e con la partnership tecnica di Petzl e Leroy Merlin.

Walter Bonatti (1930-2011)
Walter Bonatti è un personaggio unico nella storia dell’alpinismo. Lo è per le sue imprese: dalla Nord delle Grandes Jorasses, scalata a 19 anni, fino alla solitaria invernale sul Cervino, passando per il Grand Capucin, "l’impossibile" Dru, le spedizioni verso il Karakorum e le Ande. Ma lo è anche per come ha saputo trasfondere lo spirito dell’alpinismo nella sua seconda "carriera" di reporter-esploratore, per come ha intuito il legame tra le asprezze della montagna e i luoghi primordiali della Terra, spingendosi ai suoi confini, immergendosi nell’ambiente fino a fondersi con esso, e conciliando la propria indole solitaria con la disponibilità all’incontro. Questa sua dedizione, e quel suo riempirsi i polmoni di libertà, sono parte di ciò che riesce a trasmetterci, e di cui ancora sentiamo l’attualità e il fascino.

L’archivio Bonatti
Attrezzatura alpinistica, appunti e dattiloscritti, interviste e filmati, onorificenze e documenti, sessant’anni di corrispondenza e di ritagli stampa e circa 110.000 fotografie. L’Archivio Bonatti è ricco e vasto quanto la sua esperienza. È impossibile esporre integralmente un tale tesoro, in questo nuovo spazio si è scelto quindi di proporre le immagini e gli oggetti più rappresentativi di una vita straordinaria. Anzi, di due vite: quella dell’alpinista e quella del fotoreporter d’avventura. E di raccontare, per suggestioni, la continuità e la coerenza di queste vite, animate dalla stessa passione e consapevolezza, dalla stessa curiosità e capacità di entrare nel cuore dell’ambiente. La spinta che in montagna aveva portato Bonatti a rinunciare alle innovazioni tecniche per affidarsi invece alle attrezzature tradizionali è la stessa che nei suoi viaggi lo incoraggiò ad accostarsi senza armi agli animali feroci, a condividere esperienze di vita quotidiana con le popolazioni indigene e a cercare, nei luoghi più impervi, la memoria di un mondo primordiale, osservando in sé stesso il riaffiorare di istinti dimenticati.

Il percorso espositivo
L’esposizione permanente è stata ideata con la collaborazione del giornalista Angelo Ponta che, insieme a Roberto Mantovani, è stato referente scientifico per il progetto di riordino dell’archivio e co-curatore della mostra "Stati di Grazia. Un’avventura ai confini dell’uomo".

Il percorso espositivo si apre mettendo in dialogo vecchi chiodi arrugginiti, suole di canapa e cunei di legno, accanto a medaglie d’oro, riconoscimenti e onorificenze assegnate al campione. Da qui si dipana la storia di Bonatti, dalle imprese giovanili alle amarezze del K2, dalle vittorie alle tragedie, alla capacità di ricominciare coinvolgendo sempre il grande pubblico nelle proprie avventure. Tutto è raccontato attraverso immagini, lettere, ritagli di giornale, abiti, attrezzature alpinistiche e fotografiche, disegni, tracciati, documenti, filmati. Una postazione con monitor touch consente inoltre ai visitatori di consultare una selezione di oltre 500 documenti conservati nell’Archivio. Un’opportunità unica per esplorare l’universo inedito di uno dei più grandi alpinisti e reporter di tutti i tempi.

Museo Nazionale della Montagna Duca degli Abruzzi
Club Alpino Italiano - Sezione di Torino
Piazzale Monte dei Cappuccini 7
10131 Torino

Link: www.museomontagna.org


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