Bus del Quai e il raduno di dry tooling sopra il Lago D'Iseo

Il report di Gabriele Bagnoli del Quai Pride, il raduno di dry tooling al Bus del Quai sabato 16 marzo 2019 in memoria di Andrea Arici
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Daniele Frialdi sulla sezione chiave di Low G Man D14, durante il raduno di dry tooling al Bus del Quai (Iseo)
Luca Fiori

La prima cosa a cui penso è che se Andrea Arici ci fosse stato si sarebbe divertito e avrebbe dato spettacolo con una sua salita come faceva nelle finali dell’Alpin cup condividendo con le numerose persone accorse per l’evento, la passione per il Dry!

Andrea è stato uno tra i primi italiani ad aver dato un valore aggiunto al movimento Dry. Aveva chiodato falesie di dry nel nord Italia e prendendo parte alla ormai compianta Alpin Cup aveva più volte lottato per la vittoria, confrontandosi nelle finali anche con il forte Mauro Rizzi facendo nascere delle amicizie e trasmettendo ricordi ed emozioni che avevano riempito ed entusiasmato questo circuito di gare alimentando ancor di più la passione per questa disciplina.

Il Bus del Quai da oggi sarà un po’ casa sua, perchè per l’occasione è stata posata una pietra decorata con il logo di Superman ed il suo nome, al centro dell’imponente grotta che ha attirato un centinaio di climbers e non, provenienti da tutt’Italia e dall’estero. Una reunion nella stupenda location sul Lago D’Iseo con vie di Total-Dry attrezzate dal padre creativo di questa falesia, il forte alpinista e speleologo di fama internazionale Matteo Rivadossi, opportunamente ripulite e riattrezzate così da trascorrere una giornata di divertimento ed emozioni sportive.

Con un ingente lavoro di sistemazione quasi giornaliero, lo stesso Matteo ed i bresciani Marco Verzeletti, Daniele Frialdi e Vincenso Valtulini, pronti a raccogliere il testimone, hanno dato vita ad un evento eccezionale permettendo ai partecipanti di essere omaggiati con appositi gadget, testare i materiali CAMP - Cassin, le nuove scarpe Kayland ed i materiali offerti da Alp-Station e BP climbers (a cui vanno i ringraziamenti), ma anche di farsi delle risate in compagnia di buona musica motivante e gustando carne alla griglia e birra, che non poteva mancare.

L’organizzazione impeccabile ha permesso sia ai climbers neofiti, sia a quelli esperti in questa disciplina sportiva di scalare tutte le vie in totale sicurezza ed Il divertimento e l’entusiasmo hanno reso questo raduno un vero successo. Il valore aggiunto è stato anche assistere alle performance di forti Dry-Toolers, come gli stessi local Rivadossi e Verzeletti ma anche Mauro Rizzi ed infine Daniele Frialdi che ha dato spettacolo cimentandosi sul tetto orizzontale della via Low G Man D14, in Dry-Tooling Style ossia senza Yaniro (figura 4), pendolando nel vuoto su di una sola mano sul passo chiave infiammando il pubblico presente.

Insomma una festa all’insegna della condivisione di questo sport e di ricordi positivi che ha riunito una tipologia di climbers ancora poco conosciuta ma sicuramente capace di stupire e accendere nuove emozioni al pubblico che ha ricambiato con applausi, incitamenti e commenti positivi ringraziando implicitamente tutti gli addetti ai lavori per l’organizzazione di questo splendido evento. Insomma una di quelle feste che tutti vorrebbero ripetere!

di Gabriele Lele Bagnoli

"Dry tooling
un gioco di acrobazia, tecnica, resistenza e una buona dose di fortuna
Un’espressione di libertà
Il futuro per una nuova espressione di alpinismo o per un pomeriggio con gli amici
L’opportunità di vivere nuove emozioni in tutte le stagioni" Cit.




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