Matteo Rivadossi sale Low G Man al Bus del Quai in Dry Tooling Style

Il report di Matteo Rivadossi che martedì 17 aprile nella falesia di Bus del Quai, Iseo, ha ripetuto la via di total dry tooling Low G Man. Gradata D14, la sua è la prima ripetizione italiana e terza assoluta della via nello stile denominato Dry Tooling Style, ovvero nello severo stile senza Yaniro.
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Matteo Rivadossi sulla parte finale di Low G Man al Bus del Quai, la via di total dry tooling salita il 17 aprile in DTS
archivio Matteo Rivadossi

A momenti non ci credo, il mio primo D14 DTS a 48 anni e 85 kg, senza allenamenti a secco né diete! Ho iniziato a provare la via 3 anni fa dopo aver visto Jeff Merçier. A lui il merito di aver scovato a fine dicembre 2014 la combinazione Low G Man unendo da visionario due delle mie vie più difficili: The Roof (a sua volta composto da due vie fino al D12+/13) con la seconda parte di Kamasutra (D13+). Ne uscì un tirone da 45 metri di cui 25 in pieno soffitto! Dopo di lui senza Figure 4 e 9 solo l’extraterrestre Tom Ballard, che conobbi proprio lì nel 2015 appeso senza sforzi come un gibbone! Giusto per spezzare il suo concatenamento invernale delle sei nord più famose delle Alpi

Per il mio livello ed il mio peso la linea de "L’uomo a bassa gravità" appariva una chimera. Ancor di più senza Yaniro! L’anno dopo, il 2016, sfiorai la chiusura della prima parte e separatamente risolsi la seconda. E proprio quando cominciavo a sperarci, fui bloccato da un infortunio regalatomi proprio da quelle maledette sbracciate: operazione di taglio del capo lungo del bicipite e addio ai sogni. Nel 2017 ecco i problemi all'altra spalla, parzialmente risolti a prezzo di infiltrazioni.

Quest'ultimo inverno mi sono messo a lavorare la via maniacalmente raggiungendo una discreta forma fisica senza dar troppo ascolto ai dolorini vari. Stupidamente mai degli esercizi per preservare le spalle e nessun allenamento a secco ma nemmeno del semplice stretching: la strategia adottata è stata l’assedio! E con spalle e schiena scricchiolanti negli ultimi due mesi ho chiuso varie volte le due parti separate intravedendo gradatamente un po' di luce. E ciò grazie anche all'entusiasmo dei compagni di scalata come Vincenzo Valtulini, Marco Verzelletti e Daniele Frialdi impegnati con successo sulle difficili linee adiacenti. Nei giorni scorsi, dopo ben 4 tentativi fatti con un solo resting, martedì 17 il giro giusto che ho chiuso, non senza fatica, urlando di gioia liberatoria per scaramanzia solo in sosta! Low G Man, ora ha smesso di essere incubo per rilassarsi a piacevole ricordo.

Pur rimandendo una via di total dry e quindi da allenamento, Low G Man rappresenta per me il coronamento di un lungo impegno sportivo, forse la prestazione della vita pensando ai miei quasi cinquant’anni spesi tra grotte, torrenti e montagne. Una soddisfazione enorme, certo, ma seconda al fatto di vedere il "mio" Quai sempre brulicante di gente. Quel Quai che nell’ormai lontano 2007 inventammo proprio io e Alberto "Bibo" Damioli bucando ed attrezzando le prime vie assolutamente visionarie. Eravamo tanto entusiasti che sfidammo il buonsenso senza immaginarci che negli anni successivi quel grottone sarebbe diventato un tempio per l’alta difficoltà a livello europeo, frequentato da campioni veri ed… eroi locali!

DTS vs Yaniro? Perdonatemi un inciso. Utilizzando gli Yaniro (figure 4 e 9) in maniera sistematica nessuno ti regala niente a livello di resistenza - per carità - ma obiettivamente si viaggia più spediti e sereni. Come in automatico. Per il semplice fatto che non ci si deve curare di posizionare i piedi sui soffitti; senza incroci gambe/braccia invece, si lavora di addominali cercando micro appoggi e tallonaggi. E se poi scappano i piedi, ci si ritrova a pendolare dispendiosamente sulle sole braccia come crocifissi! 

A nome di tutti i competitivi della "Banda del Bus" ringrazio ancora Jeff Merçier per averci contagiato. Perché per noi scalare secondo lo stile DTS è davvero tutto più estetico e per nulla scontato, è arrampicare davvero! A prezzo di metterci del tempo, le spalle o di non riuscirvi nemmeno. Poi ognuno è liberissimo di adottare lo stile che più gli aggrada ma oggi più che mai è arrivato il momento di utilizzare per lo meno due scale di difficoltà diverse.

di Matteo Rivadossi 

Matteo ringrazia: CAMP - Cassin, Montura, Alpstation Brescia, Elbec

Altre salite con gli Yaniro: Lucie Hrozova, Angelika Rainer, Gabriele Bagnoli




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