X Alvise, nuova via d'arrampicata in Valsugana

Matteo Burato racconta l'apertura di X Alvise sulla parete di Enego in Valsugana. Una via d'arrampicata dedicata ad Alvise Ravazzolo.
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Matteo Burato sulle canne del quarto tiro durante l'apertura di X Alvise, Parete di Enego, Valsugana
Matteo Burato
17 novembre 2013. Fiduciosi di scaldarci le ossa con un buon caffè, arriviamo al parcheggio del Cornale, ma il cartello "Chiuso per ferie" ci toglie ogni speranza di iniziare bene la giornata. Oggi, diversamente dal solito, siamo in quattro; ad accompagnarci in questa "prima" c'è anche Nico, un giovane climber di Asiago conosciuto qualche anno fa durante la stagione estiva in altopiano. La nuova via che ci accingiamo a ripetere per la prima volta presenta dei tiri sostenuti e così ho pensato di chiedere a Nico di liberare i passaggi più ostici. So che ne è perfettamente in grado e che farà il possibile per riuscirci, vista l'amicizia che lo legava profondamente ad Alvise Ravazzolo, alpinista a cui ho deciso di dedicare l'itinerario.

Saliamo lungo il solito sentiero disturbato dalla vegetazione, dai grossi alberi abbattuti dal vento e dalle piogge cadute copiose negli ultimi giorni. Non appena arriviamo all'attacco ci consoliamo nel vedere che il diedro-camino del primo tiro è pressoché asciutto.

Parto io, assicurato da Giulia, e dietro mi seguono a ruota Nico e Giovanni. I primi due tiri* sono ormai cosa nota. Troviamo solo qualche difficoltà a superare il boulder iniziale. Un po' delicato a causa della qualità della roccia, ma niente d'impossibile comunque. I giochi iniziano a partire dal terzo tiro: la linea segue delle bellissime canne che permettono di superare una zona strapiombante, per poi portarsi al di sotto di una placca gialla molto tecnica; un'ultima sequenza su di una pancia rossastra permette di raggiungere un bellissimo diedro grigio e uscire così dalle difficoltà. Sono tre tiri che non vanno mai al di sotto del 6b+, su roccia ottima e lavorata. Una bella sorpresa, laddove aprendo dal basso si pensava di dover passare in artificiale! Nico supera le canne senza grossi problemi ma il passaggio di uscita si dimostra essere davvero duro, anche perchè la presa chiave è resa scivolosa dall'acqua caduta nei giorni precedenti. Sulle placche gialle una dura sequenza da dita obbliga il giovane climber a muoversi con eleganza e a mettere da parte la forza bruta, ma anche qui risolve la sequenza senza troppi intoppi. Il tiro successivo invece richiede parecchia determinazione e la soluzione arriva non senza un paio di voli. Superato il diedro, le difficoltà calano nettamente: seguendo un bella e ammanigliatissima lama si arriva ad un terrazzo con vista sulla valle. Qui, nonostante l'orario non sia proprio felice, ci concediamo una breve pausa per mettere in bocca qualcosa e soprattutto per rendere omaggio ad Alvise.

Mi preparo ad affrontare l'ultima tirata di corda. È tardi e la stanchezza sulle braccia si fa sentire, ma voglio a tutti i costi liberare questo tiro; sono quelle lunghezze con cui lo scalatore instaura un feeling particolare già in fase di apertura. La placca iniziale è facile e sono in un batter d'occhio sotto alla decisiva pancia. Le prese ci sono tutte, sembrano essere state scolpite lì dove servono. Riesco a concatenare i movimenti con una certa facilità e mi porto sotto al grande tetto ben visibile dalla strada. Anche qui trovo subito la soluzione e con poca fatica affronto la paretina di uscita. Gli altri escono con le luci a led, perchè nel frattempo si è fatta sera...

Il tempo di una sigaretta, qualche commento a caldo e siamo già sulla via di ritorno. Per fortuna che un paio di giorni prima, con Giovanni e il fido Pacho, abbiamo sprecato una giornata a rintracciare la strada di ritorno, altrimenti non sarebbe così semplice uscire da questo bosco con il buio. Una volta arrivati sul sentiero vero e proprio ci rilassiamo un po'. Il nostro relax è però interrotto da due tute fluorescenti che salgano dal basso. Ci metto poco a capire che appartengono ai Vigili del fuoco e che qualcuno, vedendo le luci in parete, ha chiamato i soccorsi. Ci risiamo: l'ennesimo intervento in mio soccorso! Arrivati al parcheggio, troviamo addirittura l'intera stazione di Bassano con tanto di camionetta e Land Rover Defender ad accoglierci. Le scuse sono tante, ma i pompieri non sembrano prendersela troppo a male per l'uscita fuori porta. Prima che se ne vadano, regaliamo loro una copia della relazione della via, vista l'impossibilità di bere qualcosa tutti assieme per la chiusura del bar.

La giornata ormai è cosa fatta, ma nel più bello arriva Dixi, un cane disperso che avevamo già notato dalla parete nel tardo pomeriggio. Partiti in quattro, torniamo in cinque...

*La numerazione dei tiri differisce da quella attuale in quanto non tiene conto della variante iniziale aperta successivamente. Oltre al passaggio di uscita dalle canne rimane da liberare il tettino di L1.


SCHEDA: X Alvise, Enego, Valsugana




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