In Val di Tovel (Dolomiti di Brenta) Gianguido Dalfovo e Stefano Menegardi sono 'The Dreamers'

Alla Piccola Sentinella delle Caverne in Val di Tovel (Dolomiti di Brenta) Gianguido Dalfovo e Stefano Menegardi hanno aperto 'The Dreamers'. Il report di Menegardi.
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L'apertura di 'The Dreamers' alla Piccola Sentinella delle Caverne, Dolomiti di Brenta (Gianguido Dalfovo, Stefano Menegardi 08/2024)
archivio Stefano Menegardi

Quando siamo arrivati per la prima volta in val Gelada di Tuenno e abbiamo ripetuto la via del venticinquesimo di Luca Giupponi a Cima Sassara, al ritorno Gianguido ha subito adocchiato un pannello giallo in fondo alla valle: la Piccola Sentinella delle Caverne.

Il pinnacolo si staglia imponente, con la sommità che si intravede all’altezza di Cima Tuena, lungo il sentiero diagonale che parte da Malga Tuena. Sulla cima del pilastro svetta il caratteristico pino solitario.

L’ambiente è magico. Di tanto in tanto, si sentono i sassi rotolare dai ghiaioni delle pareti circostanti, mossi dagli animali selvatici che vagano indisturbati, poco abituati alla presenza umana. Il tempo sembra essersi fermato, e la vista sul lago rende il panorama unico e splendido. Come ben sappiamo, il clima in val di Tovel cambia all’improvviso: per non farsi trovare impreparati, bisogna portare di tutto, dalla crema solare al piumino, con l’ombrello sempre a portata di mano.

Abbiamo chiamato la via The Dreamers perché credo che questa sia una caratteristica che ci unisce. Gianguido è un eterno entusiasta: non dice mai che una via non gli piace, per lui è sempre "la più bella". Anche a me prendono in giro perché, qualsiasi via sia, la definisco sempre "la più bella della storia".

L’entusiasmo, secondo me, è il motore che ravviva l’animo di chi è disposto ad accoglierlo. Gianguido possiede un’eterna giovinezza perché si lascia incantare dalle cose ed è capace di sorvolare sugli screzi, mantenendo sempre un’atmosfera serena.

I Sognatori - nome ideato da Gianguido e che rispecchia perfettamente la sua personalità - incarna ciò che considero il suo più grande pregio. Un sognatore non ha tempo per fermarsi e inasprirsi, cadendo nella trappola dell’orgoglio e della difesa del proprio orticello. Al contrario, è sempre proteso verso qualcosa di più grande, che lo spinge a ideare e creare nuove strade possibili.

Questo vale sia per l’arrampicata che per le relazioni umane. E in questa zona, ci sono ancora molti sogni da esplorare. Quindi, chi siamo io e Gianguido per non continuare l’opera?

di Stefano Menegardi

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