Manaslu invernale, Alex Txikon in cima senza ossigeno

Alex Txikon, insieme a Pasang Nurbu Sherpa, Gelu Sherpa, Maila Sherpa, Mantere Lama Sherpa, Gamje Babu Sherpa e Chepal Sherpa, ha raggiunto la vetta del Manaslu in invernale e senza l'uso di bombole d'ossigeno. Si tratta della prima salita invernale integrale all'ottava montagna della Terra.
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La cima del Manaslu, scattata da un drone da Jackson Groves
Jackson Groves

La terza volta è quella buona! Alex Txikon ha raggiunto la vetta del Manaslu (8163 m) in invernale e senza l’uso di bombole d’ossigeno. Con lui sul punto più alto Pasang Nurbu Sherpa, Gelu Sherpa, Maila Sherpa, Mantere Lama Sherpa, Gamje Babu Sherpa e Chepal Sherpa. Si tratta della prima salita invernale integrale del Manaslu, realizzata secondo i canoni moderni delle spedizioni invernali: arrivo al campo base dopo il solstizio d’inverno (21 dicembre).

La prima salita invernale all’ottava montagna della Terra, realizzata il 12 gennaio 1984 dai polacchi Maciej Berbeka e Ryszard Gajewski, ha visto gli alpinisti attaccare la montagna il 2 dicembre svolgendo la maggior parte delle operazioni durante le ultime settimane autunnali. Il 21 dicembre già avevano installato campo 3 a 7100 metri. Erano anni pionieristici per l’inverno himalayano e la storia era ancora tutta da inventare.

"Siamo molto stanchi ma tremendamente eccitati" ha scritto l’alpinista basco al suo staff dalla cima del Manaslu, raggiunta alle 9.30 locali. “Ora è il momento di scendere e arrivare sani e salvi al campo base, sarà quello il momento in cui arriveremo sulla vera vetta”. Una spedizione non finisce fin quando non si è a festeggiare nella tenda di campo base, Alex lo sa bene. Gli inverni vissuti tra Nanga Parbat e K2 gliel’hanno insegnato.

Partito alla volta del Nepal insieme a Simone Moro, al suo quinto tentativo sul Manaslu invernale, i due alpinisti hanno lavorato sinergicamente per preparare la via di salita sulla montagna allestendo i campi, fissando le corde fisse e scegliendo il miglior itinerario verso l’alto. A giocare un ruolo fondamentale nella riuscita di questa salita è stata l’esperienza. Alex e Simone, forti di quanto appreso durante i due precedenti tentativi realizzati insieme, hanno deciso di dedicare l’autunno a un prezioso lavoro di acclimatazione sulle montagne nepalesi, così da farsi trovare pronti alla prima finestra di bel tempo utile sul Manaslu. Dopo aver allestito il campo base, a circa 5000 metri, il team ha subito iniziato a salire verso l’alto fissando i primi campi e potendo cogliere la grande opportunità che il meteo gli stava offrendo: negli ultimi giorni del 2022 il vento sarebbe stato molto forte, ma sarebbe andato calando nella prima settimana del 2023. L’opportunità che stavano aspettando!

Il 4 gennaio Alex, Simone, Pasang Nurbu Sherpa, Gelu Sherpa, Maila Sherpa, Mantere Lama Sherpa, Gamje Babu Sherpa e Chepal Sherpa lasciano il campo base e salgono direttamente verso campo 2, superando 1500 metri di dislivello. Durante questa salita Simone Moro viene fermato da un problema di salute che lo lascia senza forze e, saggiamente, sceglie di rientrare sui suoi passi. "Gli ho detto che arrivare così stanco avrebbe voluto dire non recuperare e se avessi continuato a salire avrei dovuto anche usare ossigeno. Ho preferito piantarla qui, intorno ai 6300 metri, e tornare giù con le mie forze" è stato il commento con cui Moro ha annunciato il suo rientro a campo base.

Nel frattempo, il 5 gennaio, Alex e i compagni nepalesi hanno proseguito verso campo 3, posizionato quest’anno poco sotto i 7000 metri, dove hanno deciso di provarci per sfruttare al meglio la finestra meteo. Il risultato è un successo, che arriva dopo tre anni di tentativi e sacrifici. Per Alex Txikon si tratta del secondo Ottomila salito in inverno, dopo la prima invernale del Nanga Parbat (2016, con Simone Moro e Ali Sadpara). Ora attendiamo il rientro degli alpinisti a campo base, per poter finalmente festeggiare la bella realizzazione.

di Gian Luca Gasca

Link: www.alextxikon.com, Ferrino




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