Alexander Megos, intervista dopo la salita di Biographie a Ceüse

L'intervista al climber tedesco Alexander Megos dopo la recente ripetizione in giornata di Biographie 9a+ a Ceuse, Francia.
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Il climber tedesco Alexander Megos
Ray Wood
La notizia che sabato scorso Alexander Megos avesse ripetuto Biographie in giornata ci aveva colpito. Né il climber né la via avevano certo bisogno di grandi presentazioni - quasi tutti sanno che si tratta del 9a+ di Ceüse liberato nel 2001 dallo statunitense Chris Sharma, e che cinque anni prima era stato salito fino a metà da Arnaud Petit - ma chiudere questo monumento all'arrampicata sportiva in giornata è qualcosa che senza dubbio lascia il segno. Non che si pensasse che una tale prestazione non fosse possibile, anzi: con la prima a-vista in assoluto di un 9a lo stesso Megos ci aveva fatto capire che il limite è in rapida evoluzione; tanto che negli ultimi mesi le sue salite di vari 9a+ sono state così veloci da essere misurate persino con il cronometro. Ma quelle vie erano nel Frankenjura, nelle sue falesie di casa, e non a 1000 km di distanza e con uno stile di arrampicata del tutto diverso. Inoltre - e questo sembra ancora più incredibile - il tutto in una falesia che non aveva mai visitato prima. Ma evidentemente tutti questi fattori sono secondari quando si tratta del 20enne Megos che ha dimostrato, ancora una volta, che quando si tratta di ripetere vie difficili in grande velocità, è attualmente uno dei più forti in assoluto.

Alexander, intanto la prima domanda che potrebbe sembrare stupida. Ma a Ceüse c'eri già stato, no?
No, questa è stata la prima volta per me a Ceüse . Non ci ero mai stato qui prima. Ma sicuramente non sarà l'ultima volta.

Allora facciamo un passo indietro. Cosa significa questa via, quanto è importante per uno come te?
E' ovvio che significa molto per me! E' il primo 9a+ al mondo e sicuramente la più famosa di questo grado. Inoltre, è anche un bellissima via, ci si diverte a salirla.

Chris Sharma l'aveva liberata quando tu avevi 7 anni, Arnaud Petit invece aveva salito la prima parte già nel 1996 mentre il tutto è opera della visione del francese Jean-Christophe Lafaille che già nel 1988 l'aveva spittata. 26 anni fa...
Quando Arnaud ha fatto la prima parte nel 1996 avevo appena tre anni. Queste sono naturalmente prestazioni eccezionali, e loro erano sicuramente visionari e pionieri! Voglio dire, ora riesco a capire più o meno cosa vuol dire provare un progetto. Hai sempre l'incertezza, non sai mai se può essere salito e quanto sia difficile. Con una via già liberata, invece, tutto questo diventa molto più facile. C'è un certo grado, si sa come far i movimenti e c'è la certezza che è fattibile.

Come mai non hai cercato di provarla a-vista? Oppure flash? Non sarebbe stato interessante? E cosa ne pensi del tentativo flash di Adam di due anni fa?
Penso che molte persone non sappiano esattamente cosa significhi davvero provare una via a-vista oppure flash che è al limite delle possibilità. Richiede moltissima preparazione, in particolare mentale, se la si vuole tentare seriamente. E questo costa anche un sacco di energia.
Vedere come si prepara Adam quindi è ancora più impressionante. Si prepara con molta forza di volontà e professionalità, e aspetta sempre il momento giusto. Sicuramente c'è da imparare molto da lui. Il suo tentativo flash è stato davvero impressionante. Anche se non l'ho visto, ora so esattamente dov'è caduto. E salire fino a lì, in stile flash, è stata un'ottima prestazione.

Quindi a priori niente onsight o flash per te. Ma qual era tuo obiettivo, magari anche segreto?
Non c'era un obiettivo segreto. Mi sono fissato un obiettivo soltanto dopo aver provato i movimenti. In quel momento ho deciso che la volevo salire in giornata.

Ci racconti allora com'è andato quel giorno?
In realtà la giornata è stata come ogni altra. Dopo un giorno di riposo siamo arrivati in falesia verso le 13:30. Per scaldarmi ho provato direttamente tutti i passaggi della via, per questo ci è voluto circa un'ora. Dopo di che ho iniziato a fare i miei tentativi, con circa 30 – 40 minuti di pausa. Le condizioni erano molto buone e la mia prima sensazione è stata: oggi la farò.

Qual è stata la parte più difficile? E poi, il giro in cui l'hai chiusa, com'è andato? Una lotta eterna oppure una salita facile?
La parte più difficile è stata sicuramente la sezione boulder all'inizio. Questi sono i movimenti più difficili della via. Prima dell'ultimo tentativo ho cambiato leggermente la sequenza e poi la salita è andata abbastanza bene. No, non ero completamente al mio limite.

Un sogno?
Sicuramente! Chi non vorrebbe salire Biographie? E' sicuramente una delle vie più belle che io abbia mai salito.

Hai ancora un paio di giorni a disposizione a Ceüse, ci sono ancora moltissime belle e difficili vie da fare. Ci viene in mente un'altra liberata da Chris Sharma, ancora non ripetuta, la magnifica Three Degrees of Separation...
Si, c'è ancora tanto da fare qui e ho anche provato un progetto. L'avevo quasi liberato ma poi ho rotto una presa nella sezione chiave. Forse ora non è più fattibile... Per quanto riguarda invece Three Degrees, sì, l'ho provato ma, su quel lancio, non ho alcuna chance...

Alexander Megos ringrazia i sponsor: DMM, Patagonia, Tenaya, Entreprises e Blue Water Ropes




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