Walking. Arte in cammino #2

La riscoperta della Carnia (Friuli) continua con il progetto 'Walking. Arte in cammino' di Giuseppe Favi e Michela Lupieri. In questa seconda puntata: la nascita della mostra a 1800 metri di quota sul Pal Piccolo nel Comune di Paluzza e la presentazione degli artisti Filippo Minelli, Caterina Rossato e Michele Spanghero.
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Cima Pal Piccolo 1866 metri di altitudine.
Francisco Polo

Qualche settimana fa vi abbiamo raccontato come sia nato il progetto Walking. Arte in cammino e che cosa si proponga di fare, vi abbiamo spiegato perché crediamo che la montagna sia uno dei posti migliori per fare arte e come l’arte possa aiutare a rivitalizzare un sentiero e a ripensare un territorio ritenuto a torto marginale. In questa nuova pagina di diario proveremo a descrivervi la nascita di una mostra a 1800 metri di altitudine, le esplorazioni di tre degli artisti che creeranno le loro opere per Walking e le prime fasi della loro progettazione.

Filippo Minelli è un artista di Brescia, molto conosciuto in Italia e all’estero, lavora con la fotografia, con l’installazione, e gli interessa operare negli spazi pubblici e a contatto con la gente. È stato il primo a partecipare alla residenza, ha dormito a Sutrio per una settimana ed è salito decine di volte sul Pal Piccolo. Ha incontrato molte persone di Timau, il paese più vicino al sentiero, raccontando il proprio lavoro e ascoltando le loro storie. Essendo arrivato a metà giugno ha trovato la montagna ancora immersa nella nebbia: le rocce bagnate sembravano scogli (sarà un caso che la falesia qui si chiami scogliera?), e le porte di ferro dei Bunker che galleggiavano nel vapore lattiginoso gli hanno richiamato alla mente i portelloni di un sottomarino. Ha visto giusto: quello del Pal Piccolo è un mondo sottosopra, in cui la montagna può anche far pensare al mare. È un mondo sottosopra perché quando sali verso la cima, immerso in un incanto di prati, tronchi e pietre, d’improvviso ti assale l’immagine vivida della guerra, e mentre l’orizzonte infrange ogni barlume di confine, su quel confine puoi anche cadere, inciampando in un cippo di cemento conficcato nel terreno. Il passato e il presente, qui, si negano l’un l’altro con la loro ostinata compresenza. Si fanno la guardia tra loro, uno più in basso e uno più in alto: in alto c’è il filo spinato della Grande Guerra, in basso una dogana immersa nella nebbia, che è chiusa, per ora, ma non può non far pensare al Brennero, o ad altri luoghi dove i confini hanno ricominciato a svolgere il proprio compito di sempre. Per questo Filippo Minelli ha pensato di costruire un’installazione portando un po’ di quel filo spinato più in basso, vicino alla dogana abbandonata. Forse vuole accelerare il tempo e avvicinare ancor di più il presente e il futuro, dando forma a quell’intuizione di un mondo sottosopra, in cui il passato e il presente fanno a pugni e si inseguono, costretti a convivere.

L’ultimo giorno di residenza di Filippo Minelli è stato il primo di Caterina Rossato, un’artista che lavora con il collage, cucendo vecchie fotografie o sovrapponendo immagini digitali, fino a far scomparire i paesaggi originali trasformandoli in luoghi astratti e immaginari. Abbiamo pensato a lei per un progetto a cui teniamo in modo particolare, e che continuerà nelle prossime edizioni di Walking: un lavoro sui diari di vetta. Il progetto nasce dalla riflessione sul significato di questi libretti, utilizzati dai camminatori per lasciare una traccia del loro passaggio proprio mentre si trovano nel punto più panoramico, dove lo sguardo può spaziare sul paesaggio. Lo sguardo, il segno, il paesaggio, la stessa firma sono temi fondamentali per l’arte, così abbiamo pensato di creare ogni anno un libro d’artista che si richiamasse ai diari di vetta, e che allo stesso tempo interpretasse il paesaggio e il sentiero percorso per raggiungerlo, affidandoli a un quaderno destinato a rimanere sulla cima anche dopo la chiusura della mostra.

Caterina Rossato ha esplorato ogni angolo del Pal Piccolo, scattando centinaia di fotografie. Poi ha perlustrato le trincee, scoprendo la loro duplice funzione di punto di osservazione e nascondiglio. Le pagine del suo libro saranno delle lastre di acciaio inox, capaci di resistere al ghiaccio, al sole e all’acqua. Ogni foglio verrà tagliato con il laser seguendo la sagoma di una porzione di paesaggio fotografata dall’artista, mentre dei tagli sulle pagine, simili a ferite, riprodurranno fedelmente le linee disegnate dalle trincee, rendendo possibile guardare attraverso l'opera. Il diario di Caterina è il tentativo impossibile di sintetizzare ogni aspetto del paesaggio, di abbracciare la complessità, ed è insieme una riflessione profonda su uno spazio delicato e ferito.

Michele Spanghero vive a Monfalcone, tra Gorizia e Trieste e ai piedi del Carso, uno dei fronti più sanguinosi della Grande Guerra. Era già stato sul Pal Piccolo perché ama camminare ed esplorare le tracce del passato. Lavora con la musica e i rumori, crea sculture e installazioni che riflettono sui rapporti tra spazio e suono. Quando è salito in cima alla montagna, è rimasto impressionato nell’osservare la distanza esigua tra le fortificazioni austriache e il trincerone italiano; ha riflettuto sul valore simbolico di quel lembo di terra di nessuno, e sul passato di un ambiente sonoro in cui i silenzi della montagna venivano frantumati all’improvviso dalle trombe militari, che annunciavano il rombo aspro della guerra.

Seguendo queste riflessioni, ha deciso di costruire un’installazione composta da una tromba in vetroresina, lunga più di due metri. La forma della tromba è simmetrica, non ha un foro di entrata e uno di uscita nettamente distinguibili: non è più un mezzo di offesa, che lancia il suono dell’assalto da una trincea all’altra. È diventato uno strumento di ascolto e di osservazione reciproca, un invito al dialogo. Dalle sue aperture, che ricordano gli ingressi dei tunnel di cui il Pal Piccolo è disseminato, è possibile osservare il paesaggio o ascoltare il rumore del vento.

Walking. Arte in cammino

>> FB Walking. Arte in cammino

>>> Intervista a Michela Lupieri e Giuseppe Favi

Walking è un progetto ideato da Michela Lupieri e Giuseppe Favi e ha base in Friuli Venezia Giulia, in particolare nel territorio della Carnia, zona montana di confine con l'Austria, che ha come capoluogo Tolmezzo. Si tratta di un contenitore che ogni anno ospiterà artisti (italiani e non) invitati a confrontarsi con il territorio montano e, in particolare, con alcuni sentieri o passi di montagna che saranno individuati di volta in volta (in base a un tema scelto), e dove gli artisti selezionati saranno invitati a realizzare degli interventi ad hoc, lungo il sentiero e, anche, degli interventi legati al sentiero ma esposti in uno spazio più tradizionale a fondovalle, nel comune di Tolmezzo. La prima edizione del festival sarà ad agosto 2016 ma durante giugno e luglio gli artisti invitati trascorreranno un periodo in loco di residenza.

INFO ARTISTI
Filippo Minelli www.filippominelli.com
Caterina Rossato caterinarossato.com
Michele Spanghero www.michelespanghero.com

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28/06/2016 - Walking. Arte in cammino





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