Al Ladek Mountain Festival in Polonia Luca Calvi riceve il premio per la divulgazione della Cultura di Montagna

Il 30° Festival di Lądek-Zdrój assegna il prestigioso premio per la divulgazione della Cultura di Montagna per il 2025 a Luca Calvi.
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Luca Calvi al Ladek Mountain Festival 2025 in Polonia riceve il premio per la divulgazione della Cultura di Montagna. Sul palco la direttrice del festival Renata Wcisło, il Presidente del Club Alpino Polacco Marek Wierzbowski, il giornalista Piotr Drożdż e gli alpinisti Romano Benet e Nives Meroi.
Ladek Mountain Festival

In occasione della XXX edizione del Festival dell’Alpinismo e della Cultura di Montagna, tenutasi dal 4 al 7 settembre a Lądek-Zdrój, in Polonia, oltre alla premiazione di alpinisti, scrittori, cineasti, opere singole e film, la direzione del Festival ha deciso di assegnare un ulteriore riconoscimento, sempre dedicato alla leggendaria figura di Andrzej Zawada, mitico direttore delle spedizioni dei “guerrieri del ghiaccio" alle montagne più alte del mondo nel periodo più difficile, l’inverno.

Così come tre anni fa il prestigioso riconoscimento è andato a Mario Corradini per la sua attività di alpinista, scrittore, curatore di guide e soprattutto di filantropo in Nepal, quest’anno il premio è stato assegnato ad un altro italiano, Luca Calvi. Il riconoscimento celebra il suo "notevolissimo contributo dato alla divulgazione della cultura di montagna con le traduzioni di libri e articoli, con l’attività di traduttore e presentatore sui palchi di tanti festival e incontri,per la sua attività di storico dell’alpinismo dolomitico e dell’Europa centro-orientale, oltre che autore e regista di serate alpinistiche per grandi festival come il Trento Film Festival e i Piolet d’Or, nonché co-ideatore e direttore di una grande rassegna di cultura alpinistica, quella di Auronzo di Cadore."

La premiazione è avvenuta in occasione di uno degli incontri ad altissimo livello offerti dal festival della cittadina polacca, che si sta risollevando a grande velocità dalla spaventosa inondazione che giusto un anno fa l’aveva messa in ginocchio subito dopo il Festival.

Il 63enne di Jesolo era sul palco a condurre e tradurre in polacco l’incontro con Nives Meroi e Romano Benet. L’evento si è sviluppato come previsto, con grande partecipazione, qualche piacevole punta di allegria e molti applausi da parte del pubblico presente. L’organizzazione, in particolare la direttrice Renata Wcisło e il fotografo – editore – redattore Piotr Drożdż, aveva avvisato che prima della conclusione della presentazione ci sarebbe stato un momento a sorpresa per ringraziare dell’incontro. Il conduttore jesolano aveva dunque pensato a un qualche riconoscimento per il duo tarvisiano Benet-Meroi.

La direttrice Renata Wcisło, una volta presa la parola – mentre Calvi traduceva quanto veniva detto per la fortissima “Cordata dell’Estremo Nord-Est", come amano definirsi Nives e Romano – ha iniziato a declamare come il Festival amasse premiare non solo film, libri e personaggi, ma anche chi si fosse dato e si stesse dando da fare per la divulgazione della Cultura Alpinistica. Ha quindi sottolineato come ciò fosse stato fatto “passando dalla traduzione di libri a tema alpinistico da varie lingue all’interpretariato, sempre da altrettante lingue, dei più grandi rappresentanti dell’alpinismo mondiale, producendo inoltre volumi dedicati alla storia dell’alpinismo nelle Dolomiti e allo sviluppo dello stesso nell’area centro-europea, dalle Alpi ai Carpazi, con particolare attenzione alla Polonia".

Quando poi la Direttrice ha citato anche l’abilità del premiato come presentatore, regista di serate alpinistiche e addirittura di un nuovo festival da lui co-ideato e diretto da qualche anno, Calvi, che fino a quel momento aveva continuato a tradurre per Nives e Romano focalizzandosi sulla traduzione, ha cominciato a intuire che stessero parlando di lui. Proprio in quel momento è comparsa sullo schermo la slide con una sua foto e la motivazione del premio assegnatogli con la dicitura "Per la divulgazione della Cultura Alpina 2025".

Per una volta Calvi è rimasto pressoché senza parole e immobile sul palco, chiaramente emozionato, anche se poi è apparso riprendersi abbastanza velocemente quando è stato sentito apostrofare amichevolmente il suo amico Piotr Drożdż, salito sul palco per premiarlo assieme al Presidente del Club Alpino Polacco Marek Wierzbowski, con un “io e te comunque facciamo i conti più tardi…". Calvi ha ringraziato tutti per un premio che ha definito “motivo di particolare orgoglio", prima di essere sommerso dalle congratulazioni da parte dei tanti amici presenti al Festival.

Quando, una volta rientrato in Italia, noi di Planetmountain gli abbiamo chiesto quanto questo riconoscimento significasse per lui, è diventato per un momento particolarmente serio e ha risposto, semplicemente: "Sarei un ipocrita se facessi spallucce o non me ne vantassi. Ne vado veramente fiero, anche perché questo è un premio consegnato anche per la mia attività di traduttore e interprete e, come spesso ripeto, quelle figure, così importanti, silenziose, sempre un passo indietro e regolarmente nell’ombra, sono fondamentali. Mi auguro di poter veder riconosciuto quanto prima il lavoro dei non pochi miei colleghi che continuano a lavorare nell’ombra, così come mi sento spinto a dare ancora di più sulla divulgazione di opere meno conosciute e di aspetti culturali ben poco pubblicizzati, ma che sono importanti per gustare al meglio la storia degli uomini nel loro rapporto con l’ambiente alpino, il tutto, come cerco di sottolineare sempre, ricordando come le montagne siano fattori di incontro e di unione, non di divisione".




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