'Mirabili vette. I Cadini e le Tre Cime di Adolf Witzenmann', il nuovo libro di Luca Calvi

Il nome di Adolf Witzenmann è legato certamente a quello della sua famiglia e della sua azienda (notissima a livello europeo per la produzione di tubi metallici fin dalla fine dell’800), ma per il pubblico italiano interessato al mondo della montagna e dell’alpinismo riporta alla mente una vetta a lui intitolata sul Gruppo della Croda dei Toni in onore dell'auutore di svariate prime ascensioni soprattutto nell’area delle Dolomiti di Sesto (per le quali il Calvi ripropone la dicitura di “Dolomiti di Sesto, Auronzo e Padola”).
A lui dobbiamo vie sui Cadini, sulla Cima Piccola e sulla Croda dei Toni, dove si avvicina ai maggiori standard alpinistici dell’epoca. Una personalità del tutto da riscoprire, e non solo perché gli è stata dedicata la cima che si protende verso il rifugio Carducci, ma perché permette di seguire la storia umana, culturale e sociale di un ragazzo forse troppo sensibile per essere costretto ad una vita piena di aspettative precise, come quella della Germania dei Reich, che avrebbe voluto vivere tra le montagne e in mezzo alla natura.
Una parabola di vita che l’ha visto attivo in numerose catene montuose, come ricostruito dal Calvi, ma soprattutto nell’ambito del cosiddetto “alpinismo associativo”; ovvero del proprio club alpino e dei differenti avvenimenti che, in quel particolare periodo, portarono le associazioni alpinistiche a diventare elementi di attestazione dell’imperante nazionalismo e poi elementi identitari.
Proprio partendo da questa riflessione, nell’ampia introduzione alle opere del Witzenmann tradotte e curate dal Calvi, l’autore analizza il ruolo dei Club Alpini nell’affermarsi del nazionalismo e le vie perseguite da queste associazioni ad usum delphini, il tutto in forma sincronica e diacronica, quindi in rapporto a quanto stava accadendo nel mondo e nel suo sviluppo particolare.
Il risultato dei ragionamenti del Calvi ci permettono di individuare nell’opera un notevole affresco di storia sociale e culturale prima che alpinistica, assolutamente da rileggere soprattutto nelle parti in cui il Calvi sottolinea il riconoscimento da parte del Witzenmann, figlio della Grande Germania, del pericolo di germanizzazione e italianizzazione di terre che andrebbero ascritte a tirolesi e ladini. Per la parte puramente alpinistica, piacevolissimi e di grande interesse le parti dedicate all’esplorazione dei poco conosciuti allora Cadini, così come la descrizione delle Tre Cime e in particolare della Piccola.
Testi assolutamente da conoscere, secondo Calvi e Monterosa Edizione, cui va riconosciuta la capacità di presentare in una adeguata e raffinata cornice editoriale il testo del Calvi e quelli del Witzenmann, nei quali troviamo una evidente e piacevolissima discrasia tra le date cui vanno fatti risalire i testi e la loro assoluta attualità in termini di tematica e di piacere narrativo.