Labák, la speciale arrampicata sull'arenaria della Repubblica Ceca

Maurizio Oviglia e Tomáš Krul presentano l’arrampicata sulle torri di arenaria a Labák nella valle del Elba, Repubblica Ceca.
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Labak: Riva sinistra Dolni Zleb
Sara Oviglia

Labák, con questo nome si intendono le pareti di arenaria che bordano, a destra e a sinistra, il fiume Elba. Le pareti si estendono per 10 chilometri a nord della cittadina di Děčín, e continuano sino oltre al confine con la Germania. E’ questa una delle zone più frequentate dagli arenaristi della Repubblica Ceca ma anche dalla Germania (per la protezione piú moderna e per una minore intransigenza circa il divieto sull’uso della magnesite) ed anche una di quelle più ricche di storia. Vi si trovano migliaia di vie (circa 2000 sulla Riva Sinistra e 3000 sula Riva destra), alcune molto famose, altre di un’estetica eccezionale. Molte di esse hanno notevole valore storico e rimangono pressoché inalterate, come le hanno salite i primi salitori. Per questo motivo scalare a Labák, ed in generale sull’arenaria, possiede un fascino retrò, o se preferite “vintage”, che non ha eguali in Europa. E’ un’esperienza del tutto particolare, che va approcciata con estrema umiltà e rispetto per le consuetudini locali. Negli ultimi anni la sponda destra idrografica ha mantenuto un’etica più rigida e tradizionale mentre quella sinistra si è, in un certo senso, più aperta alla modernità. Per questo le pareti di Dolní Žleb potrebbero essere oggi probabilmente quelle più frequentate dagli stranieri desiderosi di provare l’arenaria ceca, trovandosi qui anche alcune vie di carattere “sportivo” ed essendo tollerato l’uso della magnesite. La riva destra invece ha mantenuto regole più rigide ed è quindi più difficile incontrare arrampicatori che non siano ceki o sassoni.

Pur essendo la struttura delle pareti a torri, queste non sono isolate o delineate come in Sassonia o in Moldavia, oppure nella zona di Adršpach. Osservando le pareti da lontano, esse appaiono piuttosto come una lunga falesia di arenaria scura più che configurate con isolate torri. Più da vicino, tuttavia, esse si rivelano staccate dall’altipiano, anche solo per pochi metri e raggiungono un’altezza anche di 50/80 metri. Il tipo di arrampicata varia dai muri a concrezioni alle nette fessure e diedri. L’arenaria è di buona qualità e spesso ricoperta da una crosta scura, che offre spesso tacche e appigli netti a differenza da altre zone. Altrove è grigia e più aderente, simile a quella di Fontainebleau.

Accessi: la strada che da Děčín porta verso il confine con la Germania percorre la sponda orientale del fiume. Da qui si possono raggiungere le varie zone di scalata sulla destra idrografica. Lungo la strada non si trovano molti parcheggi, gli accessi non si svolgono su sentieri marcati ed è necessaria una certa conoscenza dei luoghi. E’ meglio raggiungere le pareti da sopra, dall’altipiano, ma occorre conoscere bene i sentieri. La Riva sinistra è accessibile lungo una stradina asfaltata molto stretta che conduce al piccolo abitato di Dolní Žleb. Di qui le varie zone di scalata sono facilmente accessibili.

Chiodatura e consuetudini: come in tutte le zone di arenaria della Sassonia e della Repubblica Ceca, le vie sono attrezzate con anelli resinati o piombati posti a notevole distanza tra loro. Tra essi è possibile integrare solo con cordini e fettucce, nessun altro materiale è consentito. Da pochi anni è stato inventato l´Ufo, una protezione tipo friend morbido in nylon che non rovina le fessure. Oggi è usato da più o meno la metà degli scalatori locali, altri invece lo rifiutano per l´etica (prima si scalava senza e con l´Ufo diminuisce la difficoltà globale della salita). Sulla cima delle torri si trova un solo anello di calata (non si trovano soste a due punti, mai, rassegnatevi), generalmente uno per ogni torre. Bisogna quindi fare molta attenzione, quando si arriva sulla cima, ad individuare la discesa. Qualora una torre vicina sia facilmente accessibile da quella in cui ci si trova, l’anello di calata potrebbe trovarsi anche su un’altra torre. Generalmente la calata si trova sempre nel lato meno alto della torre, non necessariamente il più comodo. A volte si trova sulla cima un fittone che serve per la sicura al secondo, ma che non va utilizzato per la discesa. Fare attenzione ad allungare con la corda e le fettucce il punto di sosta in modo da non grattare le corde su spigoli che potrebbero usurare sia le stesse che la roccia. Come accennato, a Dolní Žleb esistono delle vie più moderne di arrampicata sportiva. Queste sono attrezzate secondo canoni più sportivi ma la distanza tra gli spit può essere importante e comunque sovente non corrispondente alle nostre falesie. Anche il primo, secondo e terzo punto possono essere a distanze che non evitano una potenziale caduta a terra. In generale, su tutta l’arenaria della zona la scalata richiede grandi doti mentali oltre che fisiche. Tenere conto di questo fatto e non azzardare la salita da capocordata se non ci si sente padroni della situazione e della difficoltà. Le prime volte è meglio scalare da secondi o molto al di sotto del proprio limite. La moulinette, a parte rare eccezioni a Dolní Žleb, non è generalmente praticata sulle torri di arenaria. Si sale come sulle vie alpinistiche ed il primo recupera il secondo in cima alla torre. Poi si scende in doppia. Generalmente si usa una corda singola, da 70 o 80 metri, che poi si utilizza per la doppia. Se non è sufficiente per ritornare a terra si compiono più doppie. Considerato che gli anelli sono a grande distanza tra loro è consuetudine rinviarli con due rinvii contrapposti, in modo da evitare che con una eventuale caduta la corda fuoriesca accidentalmente provocando cadute disastrose.

Etica: l’arrampicata sulle Torri di Arenaria in Repubblica Ceca ed in Sassonia (Germania) è subordinata a rigide regole etiche che sopravvivono intatte da decine di anni. Questa è la culla dell’arrampicata libera europea e queste regole, che per noi possono apparire incomprensibili quanto inaccettabili, in questi luoghi hanno invece delle precise ragioni storiche e pratiche. E’ bene quindi attenersi onde evitare spiacevoli discussioni (nella migliore delle ipotesi) con gli arrampicatori locali, che sono molto affezionati a questi luoghi e tengono a custodirli e preservarli come sono sempre stati. Anche se sulle torri si trovano bellissime fessure, è noto che non possono essere utilizzati chiodi, nut e nemmeno i friends. Le fessure sono protette da rari anelli posti a distanza che può variare dai 5/7 metri sino a 20 o 30 metri. Tra i punti è consentito integrare solo con nodi di cordino o fettuccia o ufo. E’ consentito anche se non da tutti praticato, l’uso dei guanti da fessura per proteggere le mani negli incastri. I friend, che oggettivamente in molte fessure non darebbero problemi di tenuta, finirebbero alla lunga per rovinare le fessure e/o allargarle. Pertanto il loro utilizzo è vietato. Sulla riva destra non è consentito usare la magnesite, se non su vie oltre il IX grado arenaria. Oltre che molto visibile sulla roccia nera, la magnesite tende ad impastarsi e a rovinare la roccia. Passando poi lo spazzolino per pulirle si rischia di allargare le prese. Pertanto il suo utilizzo è fortemente osteggiato dalla comunità locale, particolarmente sulle vie storiche, dove non è mai stata utilizzata. Per questa ragione molte vie su muro o in placca richiedono condizioni di aderenza particolari. Per molti anni le vie erano valutate con il grado “obbligatorio” ed era consentito riposarsi o fare sosta su uno qualsiasi degli anelli. Oggi le guide spesso riportano due valutazioni, una per le vie salite in questo modo, un’altra per la RP. Talvolta non è possibile stabilire con certezza dove sia la sosta, essendoci sempre un solo anello. E’ quindi a vostra discrezione spezzare il tiro o continuare.

Scale di difficoltà: sull’arenaria si usa una particolare scala di difficoltà in numeri romani tuttavia di valenza diversa da quella UIAA. Alcune tabelline comparative sono state stilate dai locali e possono fornire un’idea, seppur vaga, delle difficoltà che si affrontano. A chi proviene da fuori, questa comparazione parrà sicuramente in difetto, anche di alcuni step, e questo potrebbe essere spiegato con l’estrema particolarità della scalata su arenaria, precaria con passaggi in stile boulder sui muri, ad incastro nelle fessure. Gli arrampicatori locali hanno quindi acquisito nel corso del tempo grande maestria su questo tipo di scalata che li porta a sottovalutare le difficoltà in rapporto ad altri stili di arrampicata. Iniziare dalle difficoltà più basse e farsi una personale idea, ma attenzione al fatto che da sotto le vie appaiono più semplici di quello che sono. Anche in fessura le valutazioni sono severe, paragonabili a quelle che possono trovarsi in USA. Ma, per il fatto che qui non sono consentiti i friend, probabilmente le percepirete ancora più dure. Poi c’è da tenere presente che i gradi variano da apritore ad apritore!
E’ necessario conoscere gli apritori delle vie e il loro stile nel dare le valutazioni, perché alcune vie sono severamente sottovalutate e quindi un ripetitore potrebbe trovarsi in grande difficoltà, anche su una via “facile”, ovvero normalmente sul suo livello.

Periodo ideale: in questa zona la scalata è praticata in tutte le stagioni eccetto l’inverno. Contare che dopo la pioggia è necessario aspettare uno o due giorni perché l’arenaria riacquisti la sua solidità, in caso contrario è troppo fragile e pericolosa. Per vie molto difficili conviene aspettare l´autunno.

Guide: le migliaia di vie di Labák sono oggi descritte in due guide esaustive, ognuna dedicata ad una delle due sponde. Non è sempre facile orizzontarsi tra le torri e le piantine schematiche sono spesso l’unico sistema che permette di trovare le vie. Leggere sempre le descrizioni e le informazioni storiche, ogni parola può esservi d’aiuto. Non vi sono indicazioni sui punti di sosta ma in genere gli anelli sono sempre indicati. Anche l’individuazione della via non è spesso facile o univoca. Purtroppo le guide sono in lingua ceca e sono rare le relazioni in inglese. Per questa ragione, un primo approccio con la zona è consigliabile svolgerlo accompagnati da locali. Esiste una pagina italiana facebook dove è possibile richiedere questo tipo di servizio o informazioni, qui invece è possibile trovare le guide: www.holdsmarket.com

Siti web:
Specifico su Labák non ne esiste nessuno
per alcune altre zone d´arenaria ceca è utile www.piskari.cz
per Germania c’è www.teufelsturm.de

Un po' di storia:
1904 – Prima via salita sulla riva destra, dai Sassoni
1906 – Prima via salita sulla riva sinistra, dai Sassoni
1910 - prima via aperta su Vojtěch, riva destra. L´apritore E. Weinert è stato portato dai compagni a spalle dal traghetto fino alla torre per evitare di stancarsi prima dell´apertura
1925 – salite tutte le cime principali sulle entrambi sponde, soprattutto dai Sassoni
Anni 50 – i Cechi iniziano a farsi sentire anche tra gli apritori, ad esempio nel 1953 K. Krombholz e R. Kotala aprono “Údolní cesta” VIIb su Strážce mýtiny (Guardiano della radura)
1961 - Via „Vzpomínková cesta“ VIIc (VIII RP), aperta da H. Weigel su Skříň (Torre dell’Armadio), riva destra
1967 – Via IQ 150“ VIIIb su Skleněný vrch (Cima di vetro), aperta da Rudolf Zabilka, protagonista delle più belle ed importanti vie di Labák di tutti i tempi. La ripetizione è stata tentata senza successo dai Tedeschi per anni e sono occorsi 7 anni per riuscirci
Fine anni 70 – I fratelli Weingartl aprono tante vie estreme, ad esempio “Eldorádo“ IX sul Východní Roh nel 1979, riva sinistra o con F. Bauer nel 1981 “Dotek lásky” IXb (IXc RP) su Labská Panna (Vergine d´Elba)
Anni 80 e 90 – aperta la maggioranza delle vie leggendarie (alcune VIIc di quel´epoca, oggi valutate anche IX)
1980 – “Big Wall” VIIIc su Prezident, un apertura “rubata” ai Cechi dai tedeschi B. Arnold e G. Lamm, riva destra. Si tratta di una strepitosa fessura di due tiri
1986 – “Světelný rok” IXc (Xa RP) su Zrcadlo (Specchio) da parte di J. Hudeček, uno dei piú forti scalatori cechi, con P. Weingartl
1988 – J. Hudeček e J. Beilike aprono “Bílá oblaka” Xb su Růžová věž (Torre rosa), riva destra
2000 – O. Beneš e T. Sobotka, due forti scalatori della zona, aprono tante vie dure, oramai sportive, ad esempio nel 2002 “THC” Xc (XIb RP) su Protěžova věž, riva sinistra
2011 – O. Beneš e A. Ondra aprono “To tu ještě nebylo!” XIa (XIIb RP) su malý Ďábel (Piccolo diavolo), riva sinistra
PS: questa non é una lista di vie raccomandate, alcune di esse possono essere molto pericolose




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