Arrampicata e fisioterapia: l'infortunio di muscoli e tendini nel palmo della mano

L'ottava puntata si Arrampicata, infortuni prevenzione a cura dei fisioterapisti Claudia Mario e Luca Lancellotti di Reload Climb: lo stiramento dell'unità flessoria, ovvero l'infortunio di muscoli e tendini nel palmo della mano.
1 / 9
Arrampicata e fisioterapia: l'infortunio dei muscoli della mano, che talvolta coinvolge anche i tendini dei muscoli flessori, viene chiamato stiramento dell unità flessoria (FUS). È un infortunio di arrampicata che si manifesta nella maggior parte dei casi come una fitta improvvisa, tipicamente mentre utilizzate un monodito, bidito o tridito (es. buchi o tacche). Interessa il dito medio o l’anulare, e raramente entrambi.
Andrea Ragazzi

Lo Stiramento dell’ Unità Flessoria (FUS) è un infortunio riscontrato pressoché esclusivamente nei climbers e per questo motivo la sua diagnosi può essere molto difficile se non vi rivolgete a uno specialista dell’arrampicata.

Che cos’è l’Unità Flessoria della mano?
L’unità flessoria è un insieme di varie strutture muscolari e tendinee che si trovano nel palmo della mano, alla base delle dita. Uno stiramento dell’unità flessoria può coinvolgere alcune o tutte queste strutture, determinando una diversa gravità della lesione. Generalmente, lo stiramento è a carico dei muscoli lombricali, che sono piccoli muscoli presenti nel palmo della mano. La loro origine ed inserzione è a livello dei tendini dei flessori delle dita, anziché su una struttura ossea.

Per anatomia, questi muscoli raramente vanno incontro a forze tensili, ma la richiesta dell’arrampicata di usare prese di varie dimensioni e profondità può determinare un alto carico tensivo che può tradursi in una lesione. Nei casi più severi, lo stiramento può interessare anche la guaina tendinea, e necessita di un diverso programma di fisioterapia. Per questo motivo, se il trauma si accompagna a un dolore molto forte e l’incapacità di muovere normalmente il dito anche senza carico, è indispensabile rivolgersi a uno specialista.

Come succede e quali sono i sintomi?

Dovete sospettare questo tipo di trauma se avete sentito un dolore improvviso mentre usavate un monodito (dolore al dito medio) oppure mentre usavate un bidito o tridito (dolore all’anulare) con il mignolo chiuso in massima flessione


Il dolore tipicamente si percepisce lungo il dito e nel palmo della mano, ma può anche irradiare nell’avambraccio. Le classiche situazioni in cui si verifica questo trauma sono un piede che scivola improvvisamente o mentre si raggiunge una presa molto distante. Ma anche lanci su buchi, tacche tenute solo con tre dita, o il mignolo che improvvisamente scivola dalla tacca durante il massimo sforzo. Raramente sono visibili gonfiore o ematoma.

Meno frequentemente la lesione dell’unità flessoria avviene senza che ci sia un evento traumatico. In questi casi il dolore al dito e al palmo insorgono dopo l’allenamento o il giorno successivo, specialmente dopo aver fatto molti movimenti intensi su buchi o allenamenti al trave utilizzando prese mono-bi-tridita. Spesso può essere la conseguenza di un allenamento mal calibrato, con una progressione troppo veloce del carico o un sovraccarico di allenamento dell’ultimo periodo. In tal caso sarà opportuno rivedere il programma di allenamento, ricercando un migliore adattamento dei muscoli intrinseci della mano.

Esistono dei test clinici per riconoscere una FUS?

Clinicamente esiste un test che permette di differenziare una FUS da altre problematiche che possono manifestarsi con lo stesso meccanismo traumatico. Provate a fare una sospensione su una tacca da 3 cm circa (con due mani), usando tutte e quattro le dita della mano (escluso il pollice): non dovreste provare particolare dolore. Invece, ci si aspetta che facendo una sospensione in cui si riproduca la posizione delle dita in cui vi siete fatti male (uno, due o tre dita), il sintomo si manifesti. Bisogna sottolineare però che un recente articolo ha rilevato la presenza di FUS anche in atleti che stavano utilizzando una presa a quattro dita. Perciò, se il test clinico non è chiaro, una volta escluse altre problematiche, si può ricorrere all’ecografia o alla risonanza magnetica per avere una diagnosi più precisa.

Devo smettere di scalare?
Nella maggior parte dei casi lo stiramento dell’unità flessoria non è di grave entità e, con alcuni accorgimenti, si può continuare a scalare. La prima regola è non provocare i sintomi mentre si arrampica. Una possibilità è utilizzare del nastro per evitare di riprodurre la posizione delle dita che ha causato il trauma.

In alternativa, bisogna comunque momentaneamente evitare di usare prese come buchi bidito e monodito, oppure prese in cui si usano solo tre dita e il mignolo finisce in iperflessione. Osservando queste regole non bisognerebbe sentire dolore: se così non fosse probabilmente non si tratta di una FUS o il trauma è abbastanza esteso ed è meglio avere la consulenza di un fisioterapista o medico esperti in arrampicata.

A distanza di qualche giorno o settimana (a seconda della gravità del trauma) si può iniziare a praticare esercizi specifici per rinforzare l’unità flessoria. Un programma di fisioterapia e riabilitazione individualizzato vi permetterà di guarire completamente e soprattutto di prevenire una recidiva dello stesso infortunio. Si dovrà introdurre un carico graduale, su prese bidito e monodito, usando una tacca portatile con qualche peso.



In alcuni casi può essere utile praticare anche un leggero stretching per i muscoli lombricali.




Progressivamente si potrà tornare ad allenare bi-monodita al trave, utilizzando uno scarico del peso corporeo. Infine, potrete finalmente rimettere le mani sul tiro che stavate provando. Siamo convinti che dopo una riabilitazione ben programmata si torni più forti di prima.

 di Claudia Mario e Luca Lancellotti

- Segui Reload e tutti i loro consigli su Instagram

Info: claudiamario.itstudioerre.bs.it


Note:

RELOAD CLIMB
di Claudia Mario e Luca Lancellotti

- Scienza, fisioterapia e arrampicata
- Infortuni, movimento e performance

Claudia Mario: fisioterapista e alpinista, viaggiatrice instancabile. La sua passione per lo sport è diventato il suo lavoro. Le piace vivere la montagna in tutte le stagioni, con le scarpette o con gli sci ai piedi! Recentemente sta approfondendo le sue conoscenze nell’ambito della performance e dell’allenamento, frequenta un Master in Riabilitazione Sportiva dell’Università di Cardiff.

Luca Lancellotti: fisioterapista e climber appassionato, lavora da dieci anni principalmente con sportivi. Specializzato in terapia manuale, recentemente ha sviluppato la sua formazione nell’ambito dell’allenamento e dello Strength and Conditioning. La sua curiosità lo spinge a ricercare sempre nuove avventure in montagna così come nuovi stimoli professionali. 

INFO
- www.claudiamario.it
- www.studioerre.bs.it

- Segui Reload su Instagram




News correlate
Ultime news


Expo / News


Expo / Prodotti
Scarpe da fast hiking AKU Flyrock GTX
Scarpe da fast hiking per attività dinamiche.
Trilogy Sky TS SS – t-shirt da sky running
T-shirt da sky running ad asciugatura rapida e ventilazione strategica
Guanti via ferrata KONG Full Gloves
Guanti via ferrata in pelle scamosciata
Singing Rock Onyx - Imbracatura arrampicata
Imbracatura da arrampicata di alta gamma a una fibbia che combina comfort e leggerezza.
Rinvio arrampicata Photon Express KS
Leggero rinvio per arrampicare a vista.
Ferrino Lightec 800 Duvet - saccoletto in piuma
Saccoletto in piuma adatto al trekking multistagionale.
Vedi i prodotti