Arrampicata: aggiornamenti dal Vallone di Sea

Maurizio Oviglia presenta le ultime novità dal Vallone di Sea (Piemonte) che continua a proporre un'arrampicata prevalentemente su terreno d'avventura.
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Maurizio Oviglia apre il primo tiro di Minas Tirith
Andrea Giorda

La “rinascita” del Vallone di Sea, la Valle appena a meridione della ben più famosa Valle dell’Orco, sta procedendo a gonfie vele. Sempre più persone si interessano a questo microcosmo di pareti, ma ciò che rappresenta novità è che sono sempre più arrampicatori venuti da lontano che fino a ieri non sapevano neanche dell’esistenza di questo eden granitico. Qualche anno fa effettivamente le pareti di Sea erano frequentate solo da pochi aficionados del luogo e la maggioranza delle vie, a parte alcune grandi classiche, presentavano materiale vetusto ed inaffidabile. Ora, grazie all’opera di alcuni instancabili frequentatori del luogo e all’interessamento del CAI Torino e del Club Alpino Accademico, si sta compiendo un massiccio restyling delle vie abbandonate di Giancarlo Grassi e Isidoro Meneghin che vengono riproposte in chiave pseudo moderna. Bisogna infatti rimarcare che, sebbene queste vie abbiano ora le soste spittate e qualche spit lungo i tiri, Sea rimane terreno di avventura esattamente come potrebbero essere i Satelliti del Monte Bianco. Sulle vie, a parte qualche eccezione sugli itinerari completamente spittati (ma non potremmo definire a pieno titolo “sportivi”) su tutte occorre integrare con almeno una serie di friends.

La rinascita del luogo sta però procedendo su vari binari. Accanto al restyling in chiave “moderna”, se così si può definire per quanto scritto poc’anzi, che è sicuramente l’attività più consistente in Valle… c’è chi invece preferisce dedicarsi ad un restauro definito “conservativo”, che consiste nel cercare di liberare le vie classiche non aggiungendo spit se non eventualmente alle soste. Infine, l’attività di apertura di nuove vie procede, sebbene lentamente, con nuove proposte: lo stile di apertura adottato resta a discrezione dell’apritore e spazia dalla via totalmente spittata al clean climbing, nella più totale libertà, sempre nel rispetto degli itinerari storici, qualora si dovessero incrociare nell’apertura di nuove vie. E non dimentichiamo che questa linea di condotta, lontana dagli integralismi in un senso o nell’altro propri di altre zone, fu decisa fin dagli anni ottanta dal principale valorizzatore della Valle, e cioè Gian Carlo Grassi. Tutto ciò fa sì che oggi il Vallone di Sea attiri una gran quantità di presenze che solo pochi anni fa sembravano essere fantascienza.

Passando ad una sintetica cronaca estiva dell’attività di questa prima parte di estate, potremmo cominciare dalle vie restaurate dal collaudato duo dei fratelli Enrico, che continua a lavorare a ritmo incessante sulle pareti della valle. Sullo Specchio di Iside dopo Re Azul, che ha visto la prima salita in libera da parte del torinese Michele Amadio, 7b, è stata la volta della Via Maestra (A. Grassi e A. Siri, 6 giugno 1987, 210 m sino al 6c+, 6b obbl). Il restyling è stato firmato da L. e M. Enrico, in cordata con L. Brunati e M. Giudice, l’8 e 15 luglio 2017, cioè esattamente 30 anni dopo l’apertura.

Spostandoci sulla poderosa parete del Trono di Osiride gli sforzi si stanno concentrando ora sul bracciolo di destra. Il restyling di Docce Scozzesi ha prodotto una superba via di arrampicata libera paragonabile alle difficili classiche di Orco e Piantonetto. La via fu anche la prima ad essere aperta sulle pareti di Sea da parte di Isidoro Meneghin e Sergio Sibille l’11 giugno 1978. Il restyling, esattamente 39 anni dopo, l’11 giugno 2017, si deve a Luca e Matteo Enrico. Su 200 metri di arrampicata le difficoltà in libera raggiungono il 6c (6b obbligatorio). L’itinerario conta già numerose ripetizioni e commenti entusiasti.

Restyling anche per la vicinissima Massaggi Thailandesi. La via originale fu aperta da G.C. Grassi e S. Rossi nel settembre 1988. Nei giorni 24-25-29 giugno e 2 luglio Luca Brunati, Luca Enrico, Matteo Enrico l’hanno riattrezzata e rivista aprendo alcune importanti varianti che l’hanno raddrizzata conferendole continuità. Le difficoltà raggiungono in libera il 7b (6b obbl) ma permangono, nonostante gli assalti, due passaggi in A0 da liberare.

Per quanto riguarda il “restyling conservativo”, oltre alle due rivisitazioni in libera delle vie storiche Apprendisti Stregoni e Gente Distratta operata dal sottoscritto e riportata su planetmountain in modo esaustivo, c’è da segnalare l’attesa salita in arrampica libera della via simbolo della Valle, ovvero Così Parlò Zarathustra, aperta da Isidoro Meneghin e Daniele Caneparo a metà degli anni ottanta. La libera (fine luglio 2017), senza l’aggiunta di spit, si deve niente meno che a Jacopo Larcher e Paolo Marazzi. Le difficoltà raggiungono il 7c ma, quel che mi pare importante riportare, è che Jacopo mi ha confidato che la Valle sia uno dei posti più belli che abbia mai visto. L’unico apritore rimasto in vita, Daniele Caneparo, si rallegra del fatto che la via sia tornata allo stato originario e liberata by fair means dal giovane fuoriclasse.

Infine vi sono da segnalare due vie nuove sulla Torre di Gandalf, la struttura più abbordabile della Valle: su questa ho tracciato la nuova “Minas Tirith”, 115 metri sino al 7a interamente spittati (6c obbligatorio) e aperti a fine luglio con Fabio Erriu ed Eugenio Pinotti, e la vicina “L’essenziale è invisibile agli occhi”, quasi 100 metri di arrampicata mista da integrare con un tiro molto difficile in placca ancora da liberare… Per ora difficoltà che raggiungono il 7b con due passi di A0. Quest’ultima era stata aperta nell’ottobre 2016 in compagnia di Diego Re.

E la storia continua…

Maurizio Oviglia (CAAI)

Relazioni e aggiornamenti in tempo reale sono disponibili sulla pagina facebook Rocciatori Val di Sea

SCHEDA: Vie arrampicata Vallone di Sea




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