Saraghrar e Languta-e-Barfi salite nell'Hindu Kush da una spedizione Georgiana

Una piccola spedizione Georgiana composta da Archil Badriashvili, Baqar Gelashvili e Giorgi Tepnadze ha effettuato due interessanti salite nella valle del Rosh Gol in Pakistan: la prima salita della cima nord-ovest del Saraghrar 7.303m e la terza salita del Languta-e-Barfi 6.833m.
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La parete NO di Saraghrar, Hindu Kush, Pakistan, salita da Archil Badriashvili, Baqar Gelashvili e Giorgi Tepnadze, settembre 2021
Archil Badriashvili archive

A fine agosto e inizio settembre 2021 gli alpinisti georgiani Archil Badriashvili, Baqar Gelashvili e Giorgi Tepnadze hanno completato due grandi salite nella valle del Rosh Gol, nell'Hindu Kush pakistano al confine con l'Afghanistan: la prima salita della parete NO e la cima NO del Saraghrar 7303m, e la terza salita del Languta-e-Barfi 6.833m.

Il Saraghrar ha diverse cime, la più alta cima NE (7340m) era stata salita per la prima volta nel 1959 da una spedizione italiana guidata da Fosco Maraini. La cima del Languta-e-Barfi invece era stata salita per la prima volta nel 1963 da una spedizione polacca, e la spedizione georgiana è stata la prima a salire la montagna da sud dopo un tentativo nel 2014 effettuato dai neozelandesi Pat Deavoll e Chris Todd.

Il forte trio di alpinisti tende a cercare obiettivi molto complessi e meno conosciuti nelle montagne più alte del mondo. Questi includono la prima salita del Larkya Main in Nepal nel 2017, Mt Shkhara in Georgia nel 2018, Pangpoches I e II in Nepal nel 2019 e Ushba e Ailama nel Caucaso nel 2020. Badriashvili ci ha inviato il seguente report.


PRIME SALITE GEORGIANE NEL HINDU KUSH
di Archil Badriashvili

Rosh Gol ospita quattro settemila, il più alto dei quali è il Saraghrar 7349m. Il nostro obiettivo era il Saraghrar NO attraverso la sua parete nordovest, conosciuta come la vetta inviolata più alta della regione. La cima NO era stata tentata da grandi spedizioni in tre precedenti occasioni, invece la sua parete nord-ovest, che abbiamo trovato fantastica, non era mai stata tentata. La regione è visitata molto raramente dopo la guerra sovietico-afgana.

Dopo la nostra spedizione al Makalu in Himalaya, Giorgi ed io abbiamo trovato le risorse sufficienti per organizzare un piccolo, flessibile viaggio verso questa destinazione estremamente affascinante. Questa volta è venuto con noi il nostro amico Baqar. Il 20 agosto abbiamo raggiunto un posto fantastico che ci è servito per il nostro campo base e la zona ci ha trattati come ospiti d’eccezione per i successivi 25 giorni.

Ci siamo acclimatati salendo in vetta al Languta-e-Barfi, chiamata localmente "la sposa dell'Hindu Kush”, una bella cima innevata alta 6.833 metri. La via ci ha dato la possibilità di scalare una grande parete in breve tempo. La parete era alta circa 1500 metri, che abbiamo salito slegati il primo giorno. Il ghiaccio era tutt'altro che perfetto, la giornata era troppo calda e dovevamo trovare un posto sicuro per la nostra tenda, cosa che siamo riusciti a fare in alto in cresta. Il secondo giorno una cresta ventosa ed innevata ha offerto una vista spettacolare su tutta la valle e ci ha portato in vetta. Dopo mezz'ora e un breve momento di gioia siamo scesi velocemente dalla vetta, passando per la stessa parete.

Il Saraghrar invece è stata una grande avventura. La salita combinava diversi tipi di terreno. Potevamo solo prevedere cosa ci sarebbe voluto per superare tutte le difficoltà su questa enorme parete inviolata. C'era quello che abbiamo soprannominato il Supercouloir NW, poi una parete di granito lunga 20 tiri, una cresta super difficile ed infine la vetta. Un'enorme quantità di energia è stata spesa per superare la parete di granito, dove abbiamo trascorso 5 giorni, abbiamo salito uno dei nostri tiri più difficili e abbiamo resistito a ogni duro bivacco. Siamo stati fortunati però e ci sentivamo ancora bene. Verso mezzogiorno del 10 settembre abbiamo salito l'ultimo tiro in vetta e ci siamo goduti l'atmosfera piacevole e impetuosa, accompagnata dai forti venti. La scelta della discesa era ovvia, giù per la stessa parete. È stato davvero intenso, ci sono voluti un giorno e mezzo e circa 35 doppie, ma ne è valsa la pena. Dopo 9 giorni siamo tornati alla base della montagna, stanchi ma consci del fatto che un'esperienza fantastica si era conclusa nel migliore dei modi.

Riepilogo delle salite:
Saraghrar NW 7303
Parete NO 2300m | 6B (grado caucasico)
ED2 | 7 bivacchi in vetta; 8 in totale.

Laguta e Barfi 6833
parete sud 1800m | 5A (grado caucasico)
TD | 60° ghiaccio 75° neve | 1 bivacco / andata e ritorno




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