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La parete NO di Sura Peak in Nepal, salita in stile alpino da Marek Holeček e Matěj Bernat
Fotografia di Marek Holeček
La parete NO di Sura Peak in Nepal, salita in stile alpino da Marek Holeček e Matěj Bernat
Fotografia di Marek Holeček
Marek Holeček durante la salita della parete NO di Sura Peak in Nepal
Fotografia di Marek Holeček
Marek Holeček e Matěj Bernat pochi giorni prima della loro salita di Simply Beautiful sulla parete NO di Sura Peak in Nepal
Fotografia di Marek Holeček archive

Marek Holeček e Matěj Bernat aprono una nuova via sul Sura Peak in Nepal

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Marek Holeček e Matěj Bernat hanno completato una grande nuova via sulla parete nord-ovest del Sura Peak (6764m) in Nepal. La nuova via si chiama Simply Beautiful ed è stata aperta in stile alpino dai climber cechi.

Dopo Chamlang nel 2020 e Baruntse nel 2021, Marek Holeček è andato a segno ancora una volta in Nepal aprendo, con Matěj Bernat, una difficile nuova via sulla parete nord-ovest del Sura Peak.

I due alpinisti cechi si sono recati in Nepal all'inizio di maggio e hanno raggiunto il campo base di questa montagna alta quasi 7000m e situata nella valle di Hongu a metà maggio.

All'arrivo Holeček ha osservato la splendida parete alta 1300 metri e l'ha descritta come segue: "Uno spettacolo bellissimo e gelido nello stesso tempo. Ripide pareti di ghiaccio si ergono dal ghiacciaio, simili a una gonna piegata. Nel secondo terzo, la parete è attraversata da una fascia rocciosa a strapiombo. Questa sarà la chiave della parete. Sopra c'è una calotta di ghiaccio di colore blu con una dolce ricompensa superiore. Ma se la mordiamo... chissà. La linea per la salita è assolutamente chiara, ma spaventosa. Tre aeree bivacco che sembreranno nidi di rondine attaccati alla parete, più uno sulla cresta di discesa."

Dopo aver atteso pazientemente una finestra di bel tempo, Holeček e Bernat hanno iniziato la loro salita presto il 20 maggio. Comunicando via telefono satellitare, Holeček ha spiegato che il loro primo giorno era stato estremamente freddo e che avevano lottato duramente su terreno ripido prima di trovare un bivacco nel pomeriggio, sotto la barriera rocciosa che rappresenta il punto chiave della via.

Il giorno successivo la cordata ha affrontato "L'inferno terrestre. Dal bivacco è stata una salita su ghiaccio piuttosto veloce fino alla barriera di roccia. I problemi sono iniziati lì. La roccia era rotta, friabile e ha iniziato a nevicare". Superando del difficile misto in quota, sono riusciti in qualche modo ad avvicinarsi alla fine della fascia rocciosa alle 15:00, ma poi si sono resi conto che nonostante la loro posizione esposta, sarebbe stato necessario un altro bivacco.

"Semplicemente il peggiore dei possibili posti che avremmo potuto scegliere." ha spiegato il due volte vincitore dei Piolets d'Or, aggiungendo "Durante una forte nevicata, tagliamo una piattaforma di ghiaccio, da cui i nostri sederi scivolano verso il buco profondo un chilometro sotto i nostri piedi. L'unica cosa che ci ferma è un vite perforata nel ghiaccio che tiene tutta la nostra tenda e, lì dentro, anche noi."

Il 22 maggio i due hanno finalmente superato la barriera rocciosa e a questo punto credevano che avrebbero superato più facilmente le ultime pareti di ghiaccio che li avrebbero portati in vetta, ma forti venti e nevicate li hanno bloccati, costringendoli a fare un altro bivacco. Per fortuna questo si è rivelato migliore della sera prima e, di buon umore dopo aver sopportato tre giorni estremamente difficili in parete, Holeček ha scritto "150 metri sotto la cima, un seracco e una grotta erano appena visibili. È stato semplicemente un miracolo su quel ripido tiro di ghiaccio. Oggi dormiremo come dei re e domani, tempo permettendo, andremo in cima e vedremo l'intero Himalaya centrale."

Il giorno successivo i due sono riusciti a ritrovare tutte le loro forze e, combattendo nell'area rarefatta e consci che l'unica via per uscire passava attraverso la vetta, hanno ripreso a scalare e sono arrivati in cima. Holecek ha spiegato: "Siamo in cima al Sura. Gioia? Difficilmente descriverei la sensazione così. Ho un sorriso con gli angoli della bocca abbassati. In realtà, cosa mi aspettavo? La conosco bene questa sensazione: stanco, congelato e con la consapevolezza di avere una brutale discesa davanti a noi. Certo, l'intero Himalaya si trova nel palmo della mia mano. A sinistra c'è il mio amore Chamlag, poi Makalu, Baruntse, la parete nera del Lhotce, dietro di essa l'azzurro Cho Oyu, anche il Piramide di Pumori, il ghiacciolo Ama Dablam e a sud decine di altre montagne".

Dopo le foto di rito in vetta i due alpinisti sono scesi per 11 ore lungo la cresta per ritornare sani e salvi al campo base. La nuova via sulla parete nord-ovest è stata chiamata Simply Beautiful e va da sé che si tratta di un'altra grande salita tecnica in alta quota.

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