I rifugi del Monte Bianco, il resoconto del workshop di Courmayeur

Il resoconto dei lavori del Workshop 'Nuovi scenari in alta quota. I rifugi del Monte Bianc'o, promosso dall’Osservatorio sul sistema montagna 'Laurent Ferretti' della Fondazione Courmayeur Mont Blanc, in collaborazione con Cantieri d’alta quota e Fondazione Montagna Sicura, svoltosi il 16 maggio 2018 a Courmayeur, nella Sala della Fondazione Courmayeur Mont Blanc.
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Durante il Workshop 'Nuovi scenari in alta quota. I rifugi del Monte Bianco' a Courmayeur
archivio Fondazione Courmayuer - Mont Blanc

I grandi mutamenti a scala globale prodotti dal cambiamento climatico e dai fenomeni ad esso connessi interessano inevitabilmente anche i territori d’alta quota. Carenza idrica, eventi idrogeologici estremi, innalzamento della quota neve sono fenomeni che recentemente stanno mettendo a dura prova l’abituale fruizione dell’alta montagna e le strutture ad essa correlate (rifugi, bivacchi, percorsi d’alta quota, vie alpinistiche ecc.), con ripercussioni sulla sicurezza, sulla frequentazione alpinistica e turistica e, dunque, sull’economia della montagna. Quali strumenti progettuali, tecnologici, gestionali possono essere sviluppati per fare fronte a tali fenomeni? È possibile immaginare architetture capaci di "adattarsi" alle mutevoli condizioni del contesto orografico e climatico?

Questi i principali quesiti oggetto di approfondimento nell’ambito del Workshop. Dopo i saluti istituzionali, Luca Gibello, presidente dell’Associazione Cantieri d’alta quota, ha parlato di problemi e potenzialità dei rifugi. "Si assiste ad una sempre maggiore polarizzazione della fruizione della montagna: da una parte vi è un grande afflusso in alcune aree, mentre altre zone sono frequentate sempre meno. L’iper frequentazione di alcune aree pone serie questioni alla fruizione della montagna e delle strutture in alta quota, come il fabbisogno idrico." Luca Gibello ha poi sottolineato il possibile ruolo dei rifugi quali attrattori per la fruizione della montagna: "L’architettura in alta montagna, se diventa ricerca linguistica, è anche richiamo. Un esempio fra tutti il bivacco Gervasutti, situato sulla catena del Monte Bianco".

Roberto Dini del Politecnico di Torino ha evidenziato che la costruzione dei rifugi da sempre ha posto la questione dell’adattamento al luogo. Sono state illustrate varie strategie attuate nell’arco alpino: il basamento per la costruzione del Rifugio Gnifetti sul gruppo del Monte Rosa; gli ancoraggi al nuovo rifugio Goûter sul Monte Bianco; i tassellamenti alle rocce progettati dall’architetto Toni Fux per alcuni rifugi nell’area del Vallese. L’adattamento al luogo comporta anche cercare di mitigare i rischi derivanti dai fenomeni valanghivi. Ad esempio, nel bando di progettazione della riedificazione del Rifugio Petrarca in Alto Adige, distrutto da valanga, è stata richiesta la realizzazione di requisiti di riparo contro le valanghe. I progettisti si trovano di fronte a sfide sempre più complesse, tenuto conto del rapido cambiamento dell’ambiente in alta quota.

Antonio Ingegneri, Osvaldo Marengo e Davide Gonella hanno illustrato gli aspetti progettuali, tecnologici e gestionali del Rifugio Gonella, struttura di nuova generazione, con soluzioni di alta tecnologia, a 3071 m sulla catena del Monte Bianco. La scorsa estate il rifugio è stato prova tangibile del cambiamento climatico in corso: ha dovuto chiudere prima del previsto per carenza di acqua, il nevaio da cui si approvvigionava si è sciolto nel corso dell’estate.

Osvaldo Marengo si è soffermato sul ruolo del CAI nell’ambito dei rifugi di sua proprietà "Il tema futuro del CAI sarà l’ammodernamento e l'adattamento del patrimonio esistente - ha sottolineato - indipendentemente dalla loro frequenza. Il rapporto con la struttura ed il territorio si pone al di fuori delle logiche commerciali".

I rifugi sono diventati mete turistiche con esigenze che vanno oltre le normali necessità di un alpinista. Il rifugio Torino, sempre del CAI, cui si accede con la funivia SkyWay, ne è un esempio. "La maggior parte della clientela è di turisti - ha detto Jean Marc Chanoine, gestore del rifugio insieme alla famiglia -in molto casi si tratta di persone che abitualmente non frequenta l’alta montagna. Facciamo il possibile per informare sui rischi insiti negli ambienti di alta quota. Anche per il Rifugio Torino il tema dell’approvvigionamento dell’acqua è prioritario. Sono state realizzate delle cisterne per raccogliere l’acqua, è stato attivato un sistema di riscaldamento nelle grondaie per recuperarne l’acqua. È stato, inoltre, ultimato l’impianto per il recupero delle acque reflue grazie a un progetto finanziato dall’Europa."

Jean Pierre Fosson e Elena Motta di Fondazione Montagna Sicura hanno parlato dell’impatto dei cambiamenti climatici in alta quota, illustrando alcuni casi di studio intorno al Monte Bianco. Nell’ambito delle ricerche e degli studi promossi dalla Fondazione, anche mediante la partecipazione a progetti di cooperazione transfrontaliera sul tema, emerge una "sofferenza" per i ghiacciai del Monte Bianco, oltre a danni al permafrost. Tra gli interventi di adattamento ai cambiamenti climatici sono stati presentati alcuni casi di messa in sicurezza delle vie di accesso ai rifugi, tra i quali la passerella al Refuge des Conscrits.

Con il patrocinio di
Società delle Guide Alpine di Courmayeur, Collegio regionale Geometri e Geometri laureati della Valle d’Aosta, Ordine Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori della Valle d’Aosta Ordine Ingegneri della Valle d’Aosta

Fondazione Courmayeur Mont Blanc
Info: www.fondazionecourmayeur.it




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