Ad Alexander Odintsov il Piolet d'Or Carrière 2025, a Benjamin Védrines la Menzione Speciale

Il prossimo dicembre all’alpinista russo Alexander Odintsov sarà consegnato a San Martino di Castrozza il Piolets d'Or Carrière 2025. In passato il premio del Piolets d'Or è stato assegnato a Walter Bonatti, Reinhold Messner, Doug Scott, Robert Paragot, Kurt Diemberger, John Roskelley, Chris Bonington, Wojciech Kurtyka, Jeff Lowe, Andrej Štremfelj, Krzysztof Wielicki, Catherine Destivelle, Yasushi Yamanoi, Silvo Karo, George Lowe e Jordi Corominas. Inoltre, la giuria ha deciso di premiare l'alpinista francese Benjamin Védrines con una Menzione Speciale.
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L'alpinista russo Alexander Odintsov
Alexander Odintsov archive

Il Piolets D’Or è orgoglioso di annunciare che sarà Alexander Odintsov a ricevere il Premio alla Carriera 2025. La sua carriera ha ridefinito l’alpinismo post-sovietico, ha portato l’arrampicata russa su big wall in nuovi continenti e ha ispirato una generazione di alpinisti nei paesi dell’Ex Unione Sovietica.

Nato a San Pietroburgo nel 1957, Alexander Odintsov ha iniziato a arrampicare nel 1975 con il mountaineering club of the Leningrad Mining Institute (oggi Saint Petersburg Mining University), uno dei campi d’allenamento più stimati dell’alpinismo sovietico.

Quest’anno ricorre il 50° anniversario della sua carriera d’alpinista. Negli anni ’80 ha vinto diversi campionati nazionali diventando una figura di spicco all’interno della Soviet Technical School, conosciuta per il rigoroso focus su vie su roccia e vie miste di alto livello.

Alla fine degli anni ’80, aveva completato oltre 30 nuove vie nel Pamir Alai e nel Caucaso con grado russo che va dal 5B al 6B. Tra queste, la prima ascesa del Zamin-Karor, Asan, Bodkhona e le grandi pareti granitiche di Karavshin.

Nel 1988, il suo team ha scalato una nuova via sulla parete est della cima 4810 in Karavshin, guadagnandosi il primo posto ai Campionati URSS. Fu un punto di svolta per la carriera di Odintsov, che ottenne riconoscimento e supporto. In lui iniziava inoltre a maturare l’idea – trasformatasi poi in un progetto - di arrampicare big walls in tutto il mondo.

Dopo il crollo dell’Unione Sovietica, la struttura che aveva supportato generazioni di climber scomparve. Odintsov trovò una nuova via per andare avanti. Nel 1994, lanciò un esperimento ambizioso intitolato “The Russian Way – Big Walls of the World”. La sua visione era idealistica e coraggiosa al tempo stesso: scalare nuove vie sulle più iconiche big walls del pianeta con risorse limitate, in stile alpino o a capsula portando avanti come team autonomi l’eredità della Soviet Climbing School, reinterpretandola.

Sotto la sua guida, nove delle dieci pareti che rientravano tra gli obiettivi sono state completate tra il 1995 e il 2011. Il progetto gettò un ponte tra due ere nella storia dell’arrampicata e costituì una pietra miliare nell’alpinismo moderno post-sovietico.

- Peak 4.810 m, Pamir-Alai, nuova via sulla parete est, stile alpino, 1995;
- Ak-Su, catena del Turkestan, nuova via sulla parete nord, stile alpino, 1996;
- Troll Wall, Norvegia, prima ascensione di Baltika, stile a capsula, 1997;
- Bhagirathi III, Himalaya Indiano, nuova via sulla parete ovest, stile a capsula, 1998;
- Great Trango Tower, Karakoram, Pakistan, prima ascensione della parete ovest, Russian Route, stile a capsula, 1999;
- Great Sail Peak, Isola di Baffin, nuova via sulla parete nord-ovest, Rubicon, stile a capsula, 2002;
- Jannu, Himalaya, Nepal, prima ascensione della parete nord, 2003-2004 (premiata con Piolet D’or nel 2005);
- Kyzyl-Asker, Kokshaal-Too, nuova via della parete sud-est, stile alpino, 2007;
- Latok III, Karakoram, Pakistan, prima ascensione della parete ovest, stile a capsula, completata con una nuova generazione di alpinisti, 2011.

Con la sola eccezione del Jannu, una linea lunga e complessa affrontata in stile himalayano, tutte le vie della Russian Way sono state completate in stile alpino o a capsula. Queste scalate hanno mostrato come la disciplina, il lavoro di squadra e la perseveranza promossi dalla Soviet School si sono potuti evolvere in una forma di alpinismo moderna, leggera e connessa a livello internazionale.

L’eredità di Odintsov va ben oltre le scalate. Iniziò a fare l’allenatore nel 1982 e nei decenni a seguire allenò diverse centinaia di climber. Ha concentrato le proprie energie nel fare da mentore a giovani team nel Kirghizistan, nel Tian Shan, in Himalaya e nel Karakoram. Ha condiviso la propria esperienza di logistica sulle big walls e i principi del lavoro di squadra, la pazienza e la fiducia reciproca in condizioni estreme. Tra coloro che hanno imparato da lui, ci sono Dmitry Golovchenko e Sergey Nilov, entrambi due volte premiati con il Piolet D’Or. Hanno descritto Odintsov come loro mentore e guida. In oltre quattro decenni trascorsi sulle montagne, Alexander Odintsov ha trasformato le pareti in classi e le spedizioni in generazioni. La sua storia è fatta di perseveranza, fiducia e leadership creativa. Ha dimostrato come il crollo di un sistema abbia dato vita a un nuovo capitolo della storia dell’alpinismo post-sovietico.

Con una parete rimasta da scalare, Odintsov vede il futuro della “Russian Way – Big Walls of the World“ nelle mani dei suoi allievi. Il suo compimento segnerebbe per lui un passaggio simbolico di conoscenza e spirito alle nuove generazioni. Di seguito una selezione di salite significative completate o tentate da parte di Alexander Odintsov (non elencate sopra)

1981 - Zamin-Karor, via Kapitanov, Pamir-Alai.
1982 - Zamin-Karor, via Efimov; Zamin-Karor, via Samoded; invernale della Kadamtsev Brothers Peak.
1983 - Dalar, via Warburton, Caucaso; prima ascensione del Mamison e della via Gubanov sull’East Dombay, Caucaso. Secondo posto ai Campionati URSS.
1984 - Bodkhona, via Shramko; Zamin-Karor e The Crown, invernale.
1985 - Zamin-Karor, via Domodedovo; via 40 Years of Victory. Secondo posto ai Campionati URSS.
1986 - Zamin-Karor, via Vinokurov.
1987 - Khoja-Lokan, via Igolkin, Zamok, via Mashkov.
1988 - Shkhelda, via Kentsitsky, invernale; Asan, via Pogorelov; Asan, nuova via; Peak 4810m, nuova via. Primo posto ai Campionati URSS.
1989 - Cime Shchurovsky, Dzhaylyk, Tyutyu-Bashi e Donguz-Orun; Shkhelda, Ushba, Chatyn e Chegem, grado russo 6A. Terzo posto ai Campionati URSS.
1991 - Cima Slesova, via Moroz e Asan, via Odessa. Terzo posto ai Campionati URSS.
1992 - Cima Blok, via e cima Efimov 4.600m, via Bashkirov.
1994 - Peak 3.850m, via Lambada; Asan, via Timofeev; Peak 4.240m, via spagnola. Secondo posto ai Campionati Nazionali.
1995 - Peak 3.850m, via francese 1991.
2006 - Tentativo sulla parete nord-est del Masherbrum (7.821m), Karakoram; la parete rimane da scalare.
2007 - Partecipazione a una spedizione con base jump alla Torre Centrale del Paine (via Bonington- Whillans) con Valery Rozov.
2008 - Monte Autana, Venezuela, tentativo terminato con la breve detenzione del team nella comunità indigena locale.

MENZIONE SPECIALE - Benjamin Védrines
Seppur inconsueto per il format del Piolets D’Or, che riconosce solitamente una prima ascensione specifica, si è deciso di premiare la serie di risultati innovativi e multidisciplinari ottenuti negli ultimi anni dall’alpinista francese Benjamin Védrines. Pensando a quanto raggiunto solamente nelle Alpi, si tratta di performance rivoluzionarie e di livello molto alto, che guardano al futuro dell’alpinismo moderno. Tra queste citiamo:

2022: con Léo Billon e Seb Ratel, ha completato la prima trilogia delle tre grandi pareti nord delle Alpi attraverso le direttissime: via Harlin all’Eiger, Directe de l’Amitié alle Grandes Jorasses e la via Gogna al Cervino; un record di velocità per un’ascensione del Broad Peak (8.051m), Karakoram, salendo lungo la via normale dal campo base alla cima in 7h 28min e scendendo per primi con il parapendio dalla cima.

2023: con Nicolas Jean e Julien Cruvellier De Luze, prima ascensione del De l’Or en Barre sulla parete sud della Barre des Écrins (1.000m, 6a+ A1 M7 WI5+); con Léo Billon, la via Serge Gousseault sulla parete nord delle Grandes Jorasses in 15 ore da Chamonix alla cima; con Samuel Equy, un nuovo record di 14h 54min della classica scialpinistica Haute Route tra Chamonix e Zermatt, riducendo di circa 1h 40min il precedente tempo record; un’ascensione in solitaria del Peuterey Integral in 6h 51min; dal parcheggio di Les Étages salita alla cima dell’Aiguille Dibona lungo la via Madier in 1h24; con Nicolas Jean e Julien Cruvellier De Luze, la prima ascensione della Pulsations (650m, 7c+ 7a obl) sulla parete sud della Meije.

2024: con Léo Billon, ha scalato tre grandi pareti nord sulla catena del Monte Bianco in tre giorni consecutivi – la parete nord del Dru lungo la Voie des Guides (valutato a M8+) in circa 10h, la via Sermon-Slavik/Rhem-Vimal sulla parete nord delle Droites (valutato a M7+) in 7h 14 min, e No Siesta sulla parete nord delle Grandes Jorasses (valutato a M8 WI6) in 12h. Si tratta probabilmente della prima volta che la Voie des Guides e la No Siesta vengono scalate ciascuna in un giorno; con Nicolas Jean seconde discese con gli sci delle linee di Hervé Degonon sulle pareti nord dell’Ailefroide e del Pic Sans Nom; con Nicolas Jean, due prime discese notevoli con gli sci negli Écrins – la Voie des Plaques sulla parete nordovest dell’Ailefroide e la parete nord-nordovest dell’Ailefroide Orientale; con Nicolas Jean, discesa con gli sci della via Z, Couloir Gravelotte e Les Corridors, su La Meije e la parete nord della Meije Orientale, in appena 16 ore totali; un nuovo record di velocità sul K2, arrampicando senza ossigeno supplementare dal campo avanzato (5.350m) alla cima in 10h 59min, per poi compiere la prima discesa in parapendio dalla cima.


Note:

Il Premio alla Carriera celebra alpinisti la cui carriera rappresenta un impegno a lungo termine, creatività e influenza sulla comunità alpinistica internazionale. Con il riconoscimento ad Alexander Odintsov, il Piolets D’Or celebra un alpinista che non ha solamente aperto alcune delle pareti più difficili del mondo, ma che ha anche dato una nuova voce e visione all’alpinismo post-sovietico.




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