150 anni della prima salita del Picco Glorioso ovvero Monte Disgrazia

La rievocazione del primo tentativo di salita alla vetta del Monte Disgrazia, che ha dato il via alla serie di iniziative per ricordare e celebrare i 150 anni dalla prima scalata alla vetta della grande montagna tra la Valmalenco e la Valmasino. Il racconto di Michele Comi.
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150 anni prima salita del Picco Glorioso - Monte Disgrazia 1862 - 2012 Valmalenco, Valmasino
Michele Comi

E' passato giusto un secolo e mezzo. Era il 23 agosto 1862 quando i britannici Edward Shirley Kennedy e Leslie Stephen (papà di Virgina Wolf) insieme al loro cameriere Thomas Cox e alla guida svizzera Melchior Anderegg raggiunsero per primi la cima del Monte Disgrazia. Per loro era il Picco Glorioso. Per sempre è rimasta quella prima volta sulla vetta della grande montagna che, appartata e imponente, ha attirato e continua ad ispirare l'amore e la passione degli alpinisti che prediligono gli ambiente selvaggi e solitari. La Valtellina e in particolare la Valmalenco e la Valmasino hanno dedicato a questi 150 anni dalla prima salita varie iniziative. Artefici del tutto sono stati Giuseppe Miotti e Michele Comi, prima di tutto con il volume riccamente illustrato “Monte Disgrazia Picco Glorioso, 150 anni di storia” che sarà presentato oggi, 22 agosto, alle ore 18:00 a Chiareggiole raccolto da Miotti e Comi. Tra le altre da segnalare anche il Convegno: ìProfessioni di montagna, risorsa economica e conservi Masino il 23 agosto. Intanto ecco il racconto di Michele Comi sulla rievocazione alpinistica del primo tentativo di salita allraverso il Picco della Speranza ora Monte Pioda.


CELEBRAZIONI 150 ANNI PRIMA SALITA DEL PICCO GLORIOSO
Rievocazione alpinistica del primo tentativo alla vetta del Monte Disgrazia

E’ mezzanotte quando in compagnia di Norbert Parolini e Andrea Salvetti, giovani promettenti alpinisti valligiani, muoviamo i primi passi lungo la deserta strada acciottolata nel centro di Chiesa, proprio innanzi all’edificio che ospitava nel 1862 l’albergo Olivo, dove partirono la notte del 20 agosto i primi esploratori alpinisti inglesi.

La lunga risalita della valle del Mallero, in direzione Chiareggio, si fa sentire, soprattutto per la disabitudine al trasporto dello zaino affardellato direttamente dal fondovalle. Il suono e il soffio refrigerante del torrente ci accompagna per l’intera nottata. A tratti percorriamo quel che resta dell’antica cavallera del Muretto. Chiareggio, immerso nel silenzio della notte, conserva inalterato il fascino del villaggio alpino, nonostante l’invasione di automobili parcheggiate un po’ ovunque.

Lungo la val Sissone, meta prediletta dai cercatori di minerali, il piede si posa su migliaia di pietre diverse per natura e colore: serpentino, graniti, marmi, anfiboliti. Attraversato quel che resta del ghiacciaio, messo a dura prova dalle abnormi temperature di questa estate, alle otto siamo al passo di Mello. Qui la comitiva inglese, sfruttando la diversa estensione dei ghiacci si portò ben più in alto sino ad attaccare la cresta poco sotto la cima del Monte Pioda 3431m.

Noi proseguiamo lungo la frastagliata cresta rocciosa settentrionale con qualche bel passo d’arrampicata sino al quinto grado. Raggiunta la cima del Pioda, massima elevazione conquistata nel corso del primo tentativo, la tentazione di procedere sino in vetta al Disgrazia è troppo forte.

Lasciamo zaino ed equipaggiamento alla sella, là dove i graniti cedono il passo alle rosse rocce di serpentinite e proseguiamo leggeri, cavalcando i gendarmi incisi da innumerevoli passaggi dalle punte dei ramponi degli alpinisti. Non c’è più traccia di neve né di ghiaccio; alle 12.30 siamo in vetta.

note tecniche:
dislivello 2900m circa
sviluppo complessivo 30km circa

Michele Comi
Guida alpina Valmalenco



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