Respect the Nature - Avancorpo di Pizzo della Sella, Monte Gallo

Andrea Gremes
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Il tracciato di 'Respect the Nature', Avancorpo di Pizzo della Sella, Sicilia (Emanuele Andreozzi, Massimo Faletti, Andrea Gremes, 02-03/11/2025)
archivio Andrea Gremes
Bellezza
Primi salitori
Emanuele Andreozzi, Massimo Faletti, Andrea Gremes, 02-03/11/2025
Autore scheda
Andrea Gremes
Versante
NO
Lunghezza dislivello
580m
Difficoltà
VIII-, R6
Difficoltà obbligatoria
VII
Data pubblicazione
24/11/2025

Percorso



Respect the Nature”, è una via alpinistica d’avventura sull'Avancorpo di Pizzo della Sella in Sicilia che va alla ricerca del facile nel difficile e si snoda lungo una parete ostile e strapiombante, che presenta poche zone deboli e di facile ha poco da offrire. Risulta essere il primo itinerario tracciato direttamente sull’enorme anfiteatro della parete nord-ovest, dove finora solo sugli speroni che la delimitano erano state tracciate della vie: a destra trova posto la storica “Ho sentito le sirene cantare” aperta in solitaria dal mitico Roby Manfrè Scuderi nel 1991, mentre sullo sperone sinistro trovano posto due vie moderne aperte di recente, ovvero “Diretta Amari” di Filip Babicz e Paolo Bergamaschi e la via “Piccolo grande uomo” di Fabio Failla e Angelo la Rosa.

L’arrampicata si svolge lungo faticosi camini, diedri, fessure e placche non banali da proteggere. La roccia è varia, prevalentemente buona, a tratti anche entusiasmante, ma non mancano porzioni friabili e sporche di vegetazione. Ai ripetitori consigliamo di padroneggiare un solido obbligatorio sul VII- a roccia friabile. Aperta in due giornate con bivacco in una cengia alla fine del tiro n°9. Salita in libera con l’utilizzo di due serie di Friend, dadi e 17 chiodi, tutti rimasti in parete ed utilizzati principalmente per le soste (solo 5 lungo i tiri), abbiamo anche lasciato qualche cordone sulle clessidre.

Complessivamente sui 18 tiri il materiale risulta molto scarno, per ripetere la via occorre esperienza ed intuito alpinistico e una buona dimestichezza con la roccia friabile. Nell’epoca in cui sembra che tutti aprano col trapano, noi abbiamo volutamente fatto la scelta opposta e chiediamo di rispettare il nostro stile di apertura e di non aggiungere fix alle soste o clessidre trapanate.

L’esposizione a nord-ovest lascia la parete in ombra per quasi tutto il giorno durante le corte giornate autunnali e invernali, mentre in primavera quando il sole è alto nel cielo, al contrario viene irradiata per gran parte del pomeriggio ed il caldo può risultare soffocante.

Accesso generale

Da Palermo, prendere le indicazioni per Sferracavallo, e successivamente arrivare sulla strada lungo mare di Barcarello, parcheggi blu sul lato destro della strada.

Accesso

Dalla zona dei parcheggi, costeggiando la strada ed entrare nella riserva naturale di Capo Gallo, continuare sulla strada forestale principale fino a trovarsi sotto la verticale dell’evidente pilastro dove parte la via. Abbandonare la comoda traccia e addentrarsi brevemente nella macchia mediterranea; giunti nei pressi della base della via, l’attacco si trova vicino ad un gruppo di lecci. Presente un omino segnaposto alla base che indica la partenza della rampa d’accesso del primo tiro. (40 minuti circa)

Itinerario

L1: Dall’omino segna via, a destra prendere la rampa terrosa che sale circa 10 metri e poi gira verso sinistra per altri dieci metri, seguirla fino al chiodo piantato sulla placca. 20 metri, II (1 chiodo di sosta).

L2: Salire a sinistra del chiodo su evidente rampa, tenersi a sinistra della palma nana con passaggio impegnativo per rimontare in un diedro aperto pieno di vegetazione, seguirlo fino a dove il diedro si apre, per poi traversare nettamente a destra sulla placca che porta con dei passaggi delicati alla sosta. 50 metri, VI (2 chiodi in sosta).

L3: Dalla sosta rimontare la fessura, prendere l’evidente placca grigia soprastante, tutta da proteggere; quando la placca si interrompe verso la vegetazione, traversare decisi a destra verso una zona aggettante di roccia chiara, scalarne la prua e raggiungere le rocce più appoggiate sopra. 50 metri, VI (chiodo e cordone in sosta).

L4: Rimontare la sosta su evidente placca tecnica, salire inizialmente a sinistra, poi proseguire sul muro verticale poco a destra dello spigolo e continuare fino ad un piccolo ballatoio nei pressi del filo dello spigolo, dove si incontra la sosta. 55 metri, VI (2 chiodi in sosta) sul tiro sono presenti 2 clessidre con cordone.

L5: Scavalcare la punta del grande masso della sosta, per poi puntare ad un camino scuro evidente sulla destra, con una grande nicchia alla base. 20 metri, V+ (sosta dentro grande nicchia, clessidra con cordone).

L6: Salire il camino soprastante, una volta usciti, obliquare puntando ad un evidente placca sulla destra, superarla in verticale con passo atletico, un chiodo alla base e uno all’uscita del passo. Traversare verso destra puntando ad un grande camino e sostarne alla base. 30 metri, VI (sosta su clessidra da integrare).

L7. Salire dentro il faticoso camino, stretto e claustrofobico, fino alla fine, uscire a destra su un muretto strapiombante (chiodo), proseguire verso destra con un passo in uscita difficile su prese piccole, subito dopo fare sosta. 30 metri, VII (un chiodo da integrare, sostare appesi alla base di una fessura gialla).

L8: Salire la compatta fessura gialla, al suo termine obliquare decisi verso destra tra massi instabili e vegetazione, da qua scalare proseguire puntando ad una grande cengia con albero sulla destra. Attenzione agli attriti, valutare di spezzare in due il tiro. 55 metri, VII (friabile), sosta da attrezzare a friend su comodo terrazzino.

L9: Rimontare il grande masso, e puntare a destra per raggiungere la cengia dove abbiamo bivaccato 15 metri IV, in sosta presente un cordone incastrato nella fessura da integrare.

L10: Dalla cengia del bivacco scendere per qualche metro su massi per poi girare dietro lo spigolo a destra e fare una decina di metri in traverso netto lungo una cengietta fino e sostare. 15 metri II+, chiodo da integrare.
N.B. Chi non bivacca dovrebbe poter raggiungere direttamente questa sosta risparmiandosi un tiro: dalla sosta a friend su comodo terrazzino, passare dietro ad un alberello e per rampe erbose arrivare sulla cengia e poi al chiodo di sosta.

L11: Alzarsi dalla sosta e obliquare a destra, aggirando uno spigolo e continuare a spostarsi verso destra fin quando si giunge alla base di un evidente diedro rosso fessurato. 30 metri, VI (sosta su clessidra da integrare).

L12: Salire il diedro-camino, poi con splendida arrampicata proseguire sulla fessura (nut lasciato) fino a rimontare su un’esile cengia dove si sosta. 25 metri, VIII- (sosta su chiodo da integrare).

L13: Salire la placca sopra la sosta, prendere la rampa a sinistra seguendo una fessura con vegetazione (roccia ottima) che porta su un tratto più semplice dove sostare. 20 metri, VI- (sosta a friend), cordino nero che indica dove sostare.

L14: Dalla sosta alzarsi verso destra e aggirare lo spigolo, proseguire in obliquo netto sempre verso destra con passaggi delicati lontani dalle protezioni, superando un nuovo marcato spigolo, traversare e puntare ad un grande diedro aperto dove si sosta su due chiodi. 30 metri, VII (sosta su 2 chiodi).

L15: Poco sopra la sosta, non salire direttamente nel diedro principale a causa della roccia friabile, ma spostarsi a sinistra su placca puntando un masso incastrato a forma di triangolo appuntito, una volta aggirato, salire un muro verticale difficile da proteggere su piccole prese, proseguire dritti fin quando si raggiunge una cengia sovrastata da un grande muro giallo. 30 metri, VII- attenzione friabile (chiodo e nut incastrato).

L16: Traversare verso destra seguendo l’evidente rampa, superando due brevi diedrini su roccia a tratti friabile. Giunti sotto il grande diedro strapiombante, fermarsi e fare sosta alla sua destra alla base di una solida fessura. 25 metri, V+ (sosta su friend, molto esposta).

L17: Non salire l’enorme diedro strapiombante, ma rimontare la sosta su atletica fessura inizialmente aggettante, scalare puntando ad un blocco cementato sulla parete, poi salire qualche metro e traversare a sinistra per entrare dentro un diedrino rosso a canne (chiodo all’ingresso). Con splendida arrampicata salire l’intero diedro fino in cima, presente un chiodo poco evidente tra la vegetazione nel ribaltamento in uscita sulla sinistra appena prima del terrazzino di sosta. 30 metri, VII, (sosta a friend, un cordino nero indica il punto di sosta).

L18: Salire la fessura su roccia bianca sopra la sosta, rimontare una grossa lama e proseguire lungo muri fessurati in un vago diedro aperto, entrare nella rampa del diedro che punta a sinistra e proseguirla fino ad uscire dalla parete. 50 metri, VI (sosta a friend o spuntone).

Discesa

Dalla cima ci sono due opzioni di discesa.

1. Scendere puntando alle case e la strada sterrata subito sotto la cima, che in poche centinaia di metri diventa asfaltata, seguirla per circa 30 minuti fino ad arrivare in pianura. Attenzione, strada privata, è possibile scendere a piedi, ma non è consentito l’ingresso in macchina ai non residenti. Tramite una seconda macchina o i mezzi pubblici, tornare alla macchina parcheggiata a Barcarello.

2. Scendere in direzione sud-ovest, mantenendosi grossomodo sulla comoda cresta, raggiungere all’evidente intaglio, da dove sempre seguendo la medesima cresta, risalire fino alla vetta principale che si ha di fronte, ovvero il Pizzo Vuturo (in alcune relazioni viene erroneamente chiamato Punta Baloo). Dalla vetta scendere sul Piano Margherita, imboccare la forcella(ometto) che riporta sul versante di salita. Scendere il canalone tra pietraie e arbusti, fino a incontrare il sentiero che riconduce alla strada forestale e poi alla macchina (circa un ora e mezza).

Materiale

Due serie di friend complete fino al n°2 più un 3 e un 4 e doppiare anche il nero totem; utile ma non indispensabile il 5. Portarsi una quindicina di chiodi, martello e dadi; materiale da bivacco consigliato. Tenere presente che per la morfologia strapiombante della parete e il protrarsi in obliquo verso destra, dall’undicesimo tiro in poi una ritirata in corda doppia è praticamente impossibile. In ogni caso una discesa in doppia risulta agevole solo entro il sesto tiro, rinforzando alcune soste.





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Data pubblicazione
24/11/2025

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