Via del Papà - Punta Narciso
Piacevole via di stampo classico su buona roccia, caratterizzata da un evidente diedro che ne definisce la salita. La roccia nei primi quattro tiri risulta essere solida e bella, mentre L5 ed L6 presentano alcune zone un po’ più friabili, anche in quel tratto la roccia in realtà non è per niente male, basterebbero un paio di ripetizioni con il secondo di cordata a fare un minimo di pulizia che la via diventerebbe interamente godibile
Abbiamo lasciato un totale di 11 chiodi in parete, 10 alle soste più uno sul passaggio chiave, piazzato dal secondo di cordata per togliere un grande run-out ed agevolare i ripetitori (il passo di VII- rimane comunque obbligato e non azzerabile). Per il resto la via è interamente da proteggere con protezioni rimovibili e cordini nelle numerose clessidre.
Accertati che la cima dove sbuca la via non possiede un nome ufficiale sulle mappe, essendo una formazione secondaria del più prominente Pizzo Vuturo, Max ha voluto battezzarla in memoria di suo padre Narciso.
La via stessa è dedicata ai nostri papà, quello di Max purtroppo non più tra noi, mentre al mio ho pensato che era bello dedicargliene una adesso che è ancora in vita ed in salute. La via è esposta ad Ovest e rimane in ombra tutto il mattino. Autunno e inverno sono le stagioni più indicate per una salita, anche la primavera è una buona opzione, ma in questo caso il nostro consiglio è di attaccare presto al mattino, perché quando arriva il sole, il caldo può diventare insopportabile.
Abbiamo salito la via volutamente senza portarci il trapano, chiediamo di rispettare il nostro stile di apertura, non aggiungendo fix o clessidre trapanate ne alle soste e ne lungo i tiri, mentre non abbiamo nulla in contrario se qualcuno volesse integrare altri chiodi classici lungo i tiri o lasciare dei cordini nelle clessidre. Grazie per la collaborazione.
Da Palermo, prendere le indicazioni per Sferracavallo, e successivamente arrivare sulla strada lungo mare di Barcarello, parcheggiare il più vicino possibile all’ingresso della riserva, nei parcheggi blu sulla destra.
AccessoDalla zona dei parcheggi, proseguire sulla strada forestale ed entrare nella riserva naturale di Capo Gallo, fino a quando all’incirca sotto la verticale della Punta Narciso, al bivio si imbocca la strada forestale in salita, che breve diventa un piccolo sentiero. Seguirlo in salita fin quando sbuca su una marcata sterrata in disuso, da dove si punta direttamente alla base della via. Il grande diedro risulta molto evidente nella seconda parte dell’avvicinamento (20/30 minuti circa dalla macchina)
ItinerarioL1: Salire l’evidente diedro, fin quando non ci si ritrova la strada totalmente sbarrata dalla vegetazione, a questo punto con passo atletico spostarsi sulla faccia di destra attraverso un sistema di solide fessure (roccia ottima), poi continuare a traversare fino ad una bellissima fessura nei pressi dello spigolo. Rimontare la fessura e raggiunta la sommità sul filo dello dello spigolo, seguirlo adesso su zona più appoggiata fino ad un arbusto, superarlo a sinistra e proseguire su bella e facile placca fino alla sosta, che si trova leggermente a sinistra su un piccolo terrazzino nei pressi di un alberello. 40 m VI+, sosta su due chiodi poco visibili.
L2: Salire a destra della sosta, in verticale su placca articolata di ottima roccia, entrare poi nell’evidente diedro e seguirlo fino a giungere ad un comodo terrazzino. 40 m. IV+, sosta su due chiodi.
L3: Proseguire nel diedro fino alla base di una grande nicchia che ne sancisce la fine. La sosta si trova sulla faccia destra di un piccolo camino laterale. 40 m. IV+, sosta su due chiodi.
L4: Salire il camino sopra la sosta, al suo termine uscirne traversando a destra, per poi salire prima dritti verso l’alto su un muro di roccia bianca, chiodo presente a metà passaggio, poi obliquare verso sinistra. Prestare attenzione ad una grossa lama instabile poco dopo il chiodo. La sosta si trova nei pressi di un evidente intaglio. 30 m. VII-, sosta su due chiodi collegati con un cordone.
L5: Dall’intaglio seguire il filo dello spigolo, con arrampicata facile e divertente, che aumenta di difficoltà man mano che si sale verso l’alto. Spostarsi poi leggermente a destra dello spigolo cercando la via più agevole tra brevi muretti e piccoli diedrini, fino a sostare nei pressi di un piccolo terrazzino. 50 m. V-, un chiodo in sosta da integrare.
L6: Alzarsi qualche metro sopra la sosta, poi traversare decisamente a sinistra fino a recepire un piccolo diedro di roccia rotta, salirlo, poi spostarsi sulla destra dove la roccia risulta più solida, proseguendo infine verticalmente attraverso un muro articolato; raggiunta una cengia si sosta dietro ad un arbusto. 50 m V-, un chiodo in sosta da integrare.
L7: Spostarsi sulla cengia a destra per recepire e salire un logico ed evidente sistema di fessure in leggero obliquo verso destra, al termine girare a sinistra dietro uno spigolo e proseguire verso l’alto a fianco di un enorme masso bianco, staccatosi di recente e rimasto miracolosamente ben incastonato in parete. Dopo il masso uscire dalla parete e sostare a friend. 50 m IV, sosta da attrezzare.
Discesa1) calarsi in doppia lungo la via, rinforzando alcune soste. Abbiamo lasciato un cordone di calata solo alla sosta n. 4, dunque portarsi anche dei cordoni per collegare le altre soste a chiodi lasciate in loco da noi.
2) Dalla sommità di Punta Narciso, mantenersi grossomodo sull’agevole cresta, risalendola fino alla vetta principale, ovvero il Pizzo Vuturo (in alcune relazioni erroneamente chiamato Punta Baloo). Dalla vetta scendere sul pianoro sottostante da dove si imbocca la forcella (ometto), riportandosi sul versante di salita. Scendere il canalone tra pietraie e arbusti, fino a tornare alla base della via e poi in breve tornare sul sentiero di salita che riconduce alla strada forestale e alla macchina(circa un ora e un quarto).
MaterialeMezze corde da 60 metri, rinvii, cordini, una serie completa di friend fino al 4 BD, doppiando le misure piccole fino al viola; martello e una scelta di chiodi e nuts.
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