The Great Mixed Climbs of Scotland: il nuovo libro di Guy Robertson e Hamish Frost

La tanto attesa nuova antologia The Great Mixed Climbs of Scotland ha recentemente visto la luce. Scritta dal celebre alpinista e autore Guy Robertson e arricchita dalle fotografie del rinomato fotografo Hamish Frost, è un magnifico libro che raccoglie racconti, aneddoti curiosi e fotografie mozzafiato, celebrando lo spirito, la storia e tutto quello che ruota attorno aarrampicata invernale scozzese. Abbiamo parlato con Robertson per saperne di più.
Guy, il vostro sembra un libro monumentale.
In realtà, questo è il mio terzo libro, dopo The Great Mountain Crags of Scotland e The Great Sea Cliffs of Scotland. Questo qui ha richiesto circa tre anni per essere messo insieme, dopo più di tre decenni di arrampicata invernale, che sono stati importanti tanto quanto le fotografie e le parole. Avere una "visione a 360 gradi" delle vie, della storia, delle condizioni e dei personaggi è fondamentale per far sì che tutto sia coerente e, in definitiva, regga alla prova del tempo (si spera!).
Tre anni, tre decenni... Da dove è nata la motivazione per scriverlo?
Sono sempre stato molto interessato e ho tratto molta ispirazione dalla letteratura e dalla fotografia di montagna, e suppongo di essere anche desideroso di restituire qualcosa a uno sport che mi ha dato così tanto. Inoltre, in un mondo dove tutti passano la maggior parte del tempo a guardare dispositivi mobili, libri grandi, solidi e di impatto sembrano in qualche modo più importanti.
Come hai selezionato le vie? Com’è stato, facile o doloroso?
In realtà è stato abbastanza. Ho fatto molte vie invernali in Scozia, comprese quasi tutte quelle presenti in questo libro, ho quindi una buona conoscenza della materia. Ho anche redatto una lista iniziale e l'ho fatta circolare per ottenere pareri da un gruppo più ampio di esperti dell'arrampicata invernale scozzese. C'è stata poi una sana discussione per arrivare a una lista finale che fosse approvata da tutti, o almeno dalla maggior parte.
Raccontaci qualcosa sulla fotografia. Sembrano foto bellissime
È incredibile, vero? Il mio approccio per questo libro è stato leggermente diverso rispetto ai due precedenti. Il primo è stato una specie di affare autonomo, in solitaria: o uscivo e facevo del mio meglio con amici fotografi dilettanti, o semplicemente setacciavo internet e chiedevo in giro immagini per raccogliere quello che potevo. Ci è voluto un grande sforzo e sono orgoglioso dei risultati, ma manca sicuramente di quel fattore "wow" costante. Le immagini di Dave Cuthbertson e Colin Threlfall erano l'ovvia eccezione, ma c'è molto chilometraggio in quel libro ed è stato difficile conciliare le condizioni meteorologiche con le loro situazioni personali.
Con il secondo libro (The Great Sea Cliffs of Scotland) ero diventato buon amico e avevo arrampicato un po' con Hamish Frost, che è estremamente talentuoso e molto determinato; quindi, lui è stato coinvolto in diversi servizi fotografici, ma non in modo formale.
Per questo libro, invece, Hamish è stato un partner alla pari fin dall’inizio e la stragrande maggioranza delle immagini nel libro sono sue. È un abile arrampicatore invernale, oltre che un fotografo brillante, e penso che questa combinazione traspaia davvero. C'è una varietà nella fotografia che per me personalmente è molto importante: la grana e il dettaglio, le trame, il meteo, i tratti senza protezione e, naturalmente, i meravigliosi paesaggi, tutto fa parte di quel travolgente cocktail dell'arrampicata mista scozzese. Hamish ha fatto un lavoro fantastico nel catturare tutto questo. Altri collaboratori davvero eccezionali sono stati anche pronti a dare una mano quando Hamish non era disponibile, come Ryan Balharry, anche le sue immagini sono generalmente superlative.
Il libro presenta vari contributi da parte di altri alpinisti
Sì – ognuno dei miei tre libri pubblicati finora è, in sostanza, una raccolta di resoconti in prima persona di vie salite da altri (anche se alcuni li ho scritti io stesso). La maggior parte dei racconti in questo volume descrive prime o seconde salite, quindi emerge una fortissima narrazione storica e una grande passione per l’argomento. C’è anche qualche informazione sulle condizioni e sull’etica, una sezione dedicata alla storia e tabelle storiche dettagliate alla fine del libro, che illustrano l’evoluzione di questo sport negli ultimi quarant’anni, le salite chiave, gli sviluppi tecnologici e così via. Tutto questo è davvero molto importante per me, e sinceramente non credo che un libro di questo tipo sarebbe possibile senza un impegno collettivo da parte della comunità dei climber.
Cosa ti ha colpito di più durante la scrittura di questo libro? E di cosa sei più orgoglioso?
Sebbene abbia scritto un paio di sezioni sulle salite, i miei testi sono principalmente solo la colla che tiene tutto insieme. Quello che mi ha colpito di più (e lo fa ancora) è il livello di entusiasmo, impegno e dedizione di tutti coloro che in qualche modo hanno contribuito. È servita una vera passione per realizzarlo e per renderlo veramente speciale. C'è sempre stato un fantastico senso di comunità nella scena dell'arrampicata invernale scozzese; mi considero privilegiato e mi sento fiero di aver curato le storie di queste folli avventure. Spero di aver creato un'eredità di cui tutti noi possiamo essere orgogliosi.
Info: scottishmountaineeringpress.com
INDICE DELLE VIE
Central Highlands & Cairngorms
Taliballan Stob - Coire an Laoigh
Fallout Corner - Cairn Lochan
Vertigo Wall - Creag an Dubh-loch
White Magic - Stob Coire an t-Sneachda
The Link Direct - Lochnagar
Trail of Tears - Lochnagar
The Vicar Cairn - Lochan
The Needle - The Shelterstone (Càrn Etchachan)
Extasy - Creag Megaidh
North-West Highlands
Gully of the Gods - Beinn Bhàn
Skyscraper Buttress - Sgùrr nan Clach Geala
Tango in the Night - Sgorr Ruadh
Direct Nose Route - Sgùrr an Fhìdheir
The Great Game - A' Mhaighdean
Snoopy - Fuar Tholl
Blood, Sweat and Frozen Tears - Beinn Eighe
Ice Bomb Direct - Beinn Dearg
Pobble Direct - Foinaven
Sundance - Beinn Eighe
Hung, Drawn and Quartered - Am Bàsteir
The Wailing Wall - An Teallach
Godzilla - Beinn Bhàn
West Highlands
Dr Noe - Ben Cruachan
Messiah - Beinn Dorain
Agag’s Groove - Stob Dearg
Neanderthal - Stob Coire Sgreamhach
Un Poco Loco Direct - Bidean na Bian
The Screaming - Beinn an Dothaidh
Sioux Wall - Ben Nevis
Centurion - Ben Nevis
Unicorn - Stob Coire nan Lochan
Guerdon - Grooves Stob Dearg
Gli autori
Guy Robertson vive ad Aberdeen, in Scozia, dove lavora come project manager per progetti a basse emissioni di carbonio. Ha aperto nuove vie di arrampicata su roccia e in inverno, in regioni diverse come l'Africa, il Medio Oriente, le Alpi, il Perù, la Norvegia e l'Himalaya. Tuttavia, è maggiormente conosciuto per le sue imprese invernali in Scozia, essendo stato attivo in prima linea nell'arrampicata invernale scozzese per molti anni.
Guy ha una passione duratura per la scrittura e la narrazione in ambito alpinistico e, oltre i libri "The Great Mountain Crags of Scotland" (Vertebrate Publishing, 2014) e "The Great Sea Cliffs of Scotland" (Scottish Mountaineering Press, 2020), vincitore del Banff Award, ha pubblicato numerosi saggi sullo Scottish Mountaineering Club Journal, sull'American Alpine Journal e su riviste di arrampicata britanniche.
Hamish Frost è uno dei più importanti fotografi di avventura e sport di montagna della Scozia. Brilla in condizioni fredde, umide e impegnative, catturando immagini di atleti che spingono i loro limiti negli ambienti montani. Adottando un approccio alla fotografia veloce e leggero, Hamish è orgoglioso della sua capacità di muoversi rapidamente in montagna, mantenendo il passo con i suoi soggetti mentre documenta le storie dietro i loro sforzi.