Primo Levi, l'alpinismo, la montagna e la carne dell'orso

Ricordando Primo Levi a trent'anni dalla scomparsa: un invito a leggere Il sistema periodico ed in particolare il capitolo Ferro, tra le pagine più belle mai scritte sulla passione per la montagna e l'alpinismo.
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Primo Levi nell'agosto del 1942, in cima al Monte Disgrazia in Valtellina
archivio Eredi Primo Levi

Sono passati 30 anni, ieri. L'11 aprile 987, un sabato appunto di trent'anni fa, è morto Primo Levi. Aveva 67 anni. Mi ha sorpreso leggere la notizia della ricorrenza solo oggi, quasi per caso. Lo scrittore, il partigiano, il chimico, il testimone di Auschwitz... ho molto amato i libri di Primo Levi. Se questo è un uomo, La tregua, La chiave a stella, Se non ora, quando? hanno fatto parte della mia formazione. Hanno fatto parte di quella scuola che ringrazio. Forse tutti li hanno letti. Anzi tutti dovrebbero averli letti.

Ma c'è un altro suo grande libro che non posso scordare. Anche da appassionato di montagna. Si tratta del Sistema Periodico (1975, Einaudi) ed in particolare del capitolo Ferro. Proprio quel libro e quel racconto sono la prima cosa che mi è venuta in mente. L'ho scovato e l'ho riletto. Ed ecco il motivo per cui scrivo queste poche righe: ancora una volta mi sono commosso a rileggere quelle pagine, sicuramente tra le più belle, se non le più belle, che io abbia letto sulla passione per la montagna e l'alpinismo. E forse anche le più umane.

In uno dei (tanti) passi che mi catturarono dalla prima volta, Levi racconta il ritorno da una salita invernale (con bivacco) affrontata con il suo compagno di università Sandro, che poi è il protagonista del racconto ma anche chi l'ha iniziato alla passione per la montagna. "Tornammo a valle coi nostri mezzi e al locandiere, che ci chiedeva ridacchiando come ce la eravamo passata, e intanto sogguardava i nostri visi stralunati, rispondemmo sfrontatamente che avevamo fatto un’ottima gita, pagammo il conto e ce ne andammo con dignità. Era questa, la carne dell’orso: ed ora, che sono passati molti anni, rimpiango di averne mangiata poca, poiché, di tutto quanto la vita mi ha dato di buono, nulla ha avuto, neppure alla lontana, il sapore di quella carne, che è il sapore di essere forti e liberi, liberi anche di sbagliare, e padroni del proprio destino."

A me sembra che parole più giuste non ci siano per descrivere un'avventura in montagna e il suo rapporto con la vita e la giovinezza. Così, per ricordare Primo Levi, l'uomo che è stato, e quello che ci ha insegnato, vi consiglio di leggere Ferro e poi tutto Il sistema periodico. Non ve ne pentirete (anche perché scoprirete chi era quel Sandro, alpinista e partigiano torinese).

>> Ferro, Il sistema periodico, Primo Levi

>> Gli ultimi giorni di Primo Levi - Il Post

http://centrostudi.primolevi.it




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