Rob Matheson e l'intervista dopo 'The Bells, The Bells!' a Gogarth
Come riportato in precedenza, lo scorso aprile Rob Matheson ha compiuto quella che può essere descritta solo come una sorprendente ripetizione di The Bells, The Bells!, una delle vie trad più audaci e meno ripetute della Gran Bretagna. Situata sull'imponente e suggestiva North Stack Wall a Gogarth, appena al largo dell'isola di Anglesey nel Galles settentrionale, la via è stata scalata per la prima volta da John Redhead nel 1980 e celebrata come il primo E7 del Regno Unito.
La protezione è minima e, data la sua natura pericolosa, ha dovuto attendere sei anni per la sua prima ripetizione, scalata a-vista in un momento di pura ispirazione dal compianto Andy Pollitt. Negli ultimi 45 anni The Bells, come è ormai nota, ha visto solo una manciata di ascensioni - secondo l'eccellente sito web Climbing History solo sei.
Ci sono poche vie in Gran Bretagna che incutono tanto timore reverenziale quanto The Bells e la salita di Matheson, all'età di 74 anni, è semplicemente incredibile. Un cortometraggio che documenta l'intero processo è stato prodotto da Coldhouse Collective, mentre a Planetmountain Rob ha gentilmente concesso questa approfondita visione della sua scalata.
The Bells, The Bells? Cosa rappresentava per te questa via, fino a poco tempo fa? Presumibilmente ricordi la prima salita di John? L'audace onsight di Andy? L'incredibile ripetizione di Mike?
Ripensandoci, la salita di John Redhead a The Bells nel 1980 non mi ha colpito più di tanto. All'epoca, dopo aver già arrampicato per oltre 20 anni, stavo iniziando a perdere interesse nell'arrampicata ed ero concentrato principalmente sul Lake District. Infatti, ho smesso completamente di arrampicare nel 1983 e non ho rimesso piede sulla roccia fino al 1990. Mi sono perso la rivoluzione dell'allenamento, l'esplosione dei gradi, l'esplosione dell'arrampicata sportiva.
Per concentrarmi sulla North Stack Wall, ho salito The Cad nel 1999 ed ero davvero soddisfatto di non aver usato lo spit e di aver solo dato una rapida occhiata alle protezioni durante la calata nello zawn. The Bells, tuttavia, non era nemmeno sul mio radar, data la sua temibile reputazione e una spaventosa descrizione nella guida.
È stato lo straordinario libro di Grant Farquhar, The White Cliff, che mi ha ispirato a considerare vagamente di darci un'occhiata. I saggi mi hanno trasportato in un altro mondo che si è rivelato inebriante. E questo è successo solo due anni fa! Era ragionevole pensare che avessi perso il treno! Sfortunatamente, non ho mai incontrato nessuna di quelle leggende ai loro tempi, a parte Mike Owen al quale, va riconosciuto, piaceva arrampicare nel Lake District!

John Redhead durante la prima salita di 'The Bells, The Bells' (E7) sulla North Stack Wall a Gogarth in Galles @ Paul Williams
Perché hai scelto questa via in particolare? Hai considerato anche altre E7? Quali e perché non le hai affrontate?
Ciò che mi ha spinto personalmente negli ultimi anni è stato il desiderio di ripetere diverse mie vie, 50 anni dopo la prima salita. Questo, a sua volta, mi ha portato a filmarle come documentazione personale e poi a pubblicarle su YouTube con il nome ironico di "Angry Pensioner Productions". Fortunatamente, non arrampicavo troppo forte nella tarda adolescenza, quindi 50 anni dopo non erano troppo difficili! Naturalmente il piano è di continuare su questa linea, ma man mano che i gradi delle mie prime salite aumentano, lo fa anche la mia età!

Paladin E3 5c.50 anni dopo la mia prima salita, fornendo quella motivazione così importante per © Rob Matheson Collection
Inevitabilmente, sono stato colpito dall'idea di fare un E7 a 70 anni - quasi poetico! Quindi un paio di anni fa ho fatto Tombola, un classico E7 a Nesscliffe nello Shropshire. The Bells è solo un'altro classico E7 suppongo, quindi ho avviato il processo.
Man mano che invecchi, devi scegliere le tue battaglie con più attenzione; quindi, scegli i tuoi punti di forza ed eviti le tue debolezze. Così, ho scelto i miei piedi e la mia mente. Sono abbastanza a mio agio sulle scogliere, quindi ho considerato altri E7 sulla North Stack Wall, come The Clown, che erano apparentemente più sicuri ma più faticosi. La decisione, tuttavia, è stata cementata in seguito a una conversazione con Niall Grimes al Kendall Film Festival un paio di anni fa. Le sue sagge parole sono state illuminanti: "Sì, ma The Bells è The Bells, è The Bells, e le altre non lo sono". Sono sicuro che Niall pensasse che stessi vivendo nel mondo dei sogni anche solo per considerare una tale follia!
Per chi non ha mai arrampicato a Gogarth in generale, e sulla North Stack Wall in particolare, puoi parlarci un po' di questo posto e l'atmosfera che si respira qui?
Mi sento, quasi, di non essere in grado di rendere giustizia a questa domanda. È un posto che o ti entra dentro, o lo rifiuti a priori. Io lo amo. Mi sento rilassato lì. Ma può respingerti se non lo rispetti. Ne hanno scritto molte volte persone più qualificate di me, ma la North Stack Wall è un posto speciale. Bianca, dura, friabile e antica! Ne ho già detto abbastanza!

La linea di 'The Bells, The Bells' (E7) sulla North Stack Wall a Gogarth in Galles © Rob Matheson Collection
Su The Bells, com'è l'arrampicata vera e propria? Quanto è dura? Quanti passaggi chiave? Com'è la roccia? E le protezioni?
È una via lunga e complessa. Molto implacabile e per niente ovvia. Questo è forse il motivo per cui è stata salita a-vista solo da arrampicatori d'élite al massimo della loro forma, in grado di ritirarsi da vicoli ciechi, rivalutare e continuare. Devi avere qualche grado di riserva! La qualità della roccia è buona ma deve essere trattata con rispetto. Devi camminare con passo leggero e maneggiarla con cura. Il mio video su YouTube evidenzia le difficoltà delle protezioni, ma ho pensato che, come headpoint, andasse bene. Sono abituato ad arrampicare con protezioni distanziate e marginali e ho usato i cliff come metodo di "ritirata" per decenni. Appenderti per piazzare gruppi di protezioni marginali prosciuga la tua mente e il tuo corpo, e quando arrivi al passo chiave sei piuttosto stanco. Poi hai l'onore di 'fissare' quel vecchio chiodo. O lo raggiungi o affronti le conseguenze. Semplice. Questi sono i momenti che nel tempo sono significativi. Quelli che ricordi. Non conta nient'altro!

Protezioni marginali e ganci. Pronto a impegnarmi davvero © Neil Gresham
Ti sei calato dall'alto e da solo per ispezionare la via. Quali erano le tue prime impressioni?
Tutto questo è stato trattato nei miei video di YouTube su The Bells. Quando vuoi fare qualcosa, non importa quanto sembri assurda, devi alzare il sedere e iniziare il processo. Questo primo passo è spesso il più difficile ma può essere il più significativo. Non hai bisogno di nessun altro in questa fase. Sei da solo. Quindi ho preso la macchina, ho guidato per 4 ore, ho camminato per altri 40 minuti e sono mi calato per dare un'occhiata. Avrei potuto ancora essere seduto su una sedia, a fissare la tv, invece stavo fissando il chiodo su The Bells! Ne ho detto abbastanza! Il mio stato d'animo era come se stessi facendo la prima salita: qual è la linea? Dove sono le protezioni? Dove sono i riposi? I tratti chiavi?
Alla fine di quel primo giorno, ero colpito dalla complessità della linea e dalle difficoltà apparentemente incessante dell'arrampicata. Sicuramente ti mette alle strette! Ma ho anche pensato che fosse nel mio stile e che forse avrei potuto farla, ma solo come 'Headpoint', perché non avrei avuto nulla di riserva.
È stato un processo stressante? Avevi demoni interiori? Come li hai gestiti? Quando e perché hai deciso di partire dal basso? Come ti sentivi? Cos'è andato storto? Cos'è andato bene?
L'intero processo è stato emozionante ed è diventato stressante solo quando mi sono sentito sotto pressione per andare da capocordata. Avevo messo le carte in tavola con i video, parte uno e parte due, su YouTube. Dovevo smettere di "girare intorno all'handbag" e farlo. Il mio "pubblico" aspettava il giorno e dovevo regolarmente affrontare commenti ben intenzionati sul fatto che intendessi ancora andare avanti o "l'hai fatta già?". Era The Bells e non ero io ad aver dato alla via una reputazione temibile, erano 45 anni di esistenza all'interno della comunità dei climber. Ci deve essere del vero.
La giornata da capocordata doveva essere organizzata, con tutti gli amici schierati a favore della causa. Filmare, incitare e tenere la corda. Di proposito non ho mai detto ai curiosi di venire a guardare! Era fine marzo; molto freddo e ventoso. Non salivo una via trad da quasi un anno. Avevo un ascesso brutto a un dente, non dormivo bene da tempo, e avevo già quasi 75 anni, con i soliti acciacchi. Il mio team di arrampicatori esperti e rispettati, mio figlio Craig, Neil Gresham, Charlie Woodburn e Terry Smith, si chiedevano che fretta ci fosse e mi hanno avvisato che non era certamente il giorno migliore! A parte quello, tutto era pronto per partire!

Concentrazione nervosa prima della primo tentativo’ © Charlie Woodburn
Per aggiungere un’altra difficoltà, la via non è esattamente dietro casa per te
Tra le 3 ore e mezza e le 5 ore e mezza per arrivarci. In numerose visite, ero da solo e mi sono sicuramente stufato degli ingorghi sull'autostrada M6, M56 e A55. Spesso mi fermavo al Premier Inn di Holyhead, che era abbastanza economico durante i mesi invernali. Sfortunatamente, i prezzi hanno iniziato a salire alle stelle con l'avvicinarsi della primavera e sono stato costretto a occasionali spedizioni giornaliere che mi hanno completamente sfiancato.
Le cadute su E7 sono rischiose. Ancora di più su The Bells. Ma poi sei tornato... Con che stato d'animo?
La mia opinione è che se si sta ripetendo una via in stile headpoint, non si dovrebbe avere alcuna protezione preposizionata, quindi la parte chiave per me era agganciare il chiodo senza alcuna fettuccia! Circa 20 anni fa è stato posizionato un nuovo chiodo, un po' più in alto di quello originale, e il passo chiave per me era agganciare quel chiodo nudo. Immagino che quei movimenti verso il chiodo richiedessero un po' di concentrazione in più, quindi ho impiegato più tempo e prestato maggiore attenzione per renderli più sicuri. Con questo in mente, ho avvitato alcune prese sul muro del mio garage per i due o tre movimenti necessari per chiudere il chiodo - che tristezza!
Suppongo che sia stato l'unico allenamento specifico che ho fatto per la via. In pratica, quello che sto dicendo è che cadere è 'sicuro' solo una volta che hai moschettonato il chiodo, ma solo se sei sotto o allo stesso livello. È lì che sono caduto, in quella giornata fredda e ventosa di marzo, esausto, dopo aver fatto diversi errori con le protezioni che mi avevano prosciugato le dita, e riuscendo a malapena a far passare la fettuccia, sbattuta dal vento, sul chiodo. Il chiodo e un cliff più in basso mi hanno salvato!

Adocchiando quel famoso chiodo! © Neil Gresham
Come ti sei sentito?
Non ero un uomo felice! Tutto quello sforzo e così vicino alla meta! Ma questo era il "qui e ora". Nella vita, le opportunità non dovrebbero essere sprecate, ma era ancora un'opportunità? Avevo un tremore corporeo incontrollabile, probabilmente causato da un mix del freddo e, senza dubbio, dello scarico di adrenalina/emotivo. Inutile dire che tutto il mio corpo si sentiva anche completamente ghisato! Grandi amici sono stati di supporto e hanno mantenuto l'atmosfera leggera, e a seguire ci sono stati strati extra di vestiti e una bella tazza di tè. Ma questo era il mio giorno, e la mia decisione: "Togliere le protezioni!" Sono seguiti silenziosi sussurri di terrore! Ma un'ora dopo la marea ha richiesto azione, così sono partito per un secondo tentativo, tirando forte su The Cad e premendo il bottone del rischio mentre entravo in The Bells. Col senno di poi, non era sorprendente che mi sentissi un po' stanco e sapevo che ero nei guai dopo aver piazzato la protezione cruciale. È caduta semplicemente fuori; scomparendo tra i massi spalancati sotto. Non buono! Tuttavia, ho continuato verso l'alto, affidandomi alle mie riserve di controllo che dovrei avere in abbondanza. E all'improvviso eccomi lì, a fissare di nuovo quel chiodo nudo, strizzando gli occhi verso il sole, cercando di far passare quell'ansa mossa dal vento sopra l'occhiello. E sì, aggrappato come se fosse questione di vita o di morte. Poi sono riuscito, ma ero anche finito; mi sono accasciato sulle protezioni, un completo fallimento. Ovviamente non ero abbastanza in forma!
Assicurato da tuo figlio! Anche questa è una scelta significativa...
Craig ed io arrampichiamo insieme da anni e siamo abituatissimi a tenerci la corda a vicenda. Dopotutto, ho passato ore a tenergli la corda su Hard Cheese - quel pezzo forte senza protezioni e finora non ripetuto in alto a Langdale! Suppongo che abbiamo sviluppato una fiducia nel giudizio reciproco su vie pericolose e poco protette. Discutiamo sempre delle protezioni e Craig le osserva sempre con un occhio analitico in più. Io sono molto più "questa va bene - andiamo avanti". A volte non siamo d'accordo, ma chi sale da capocordata ha sempre l'ultima parola! A proposito, durante il mio tentativo di marzo, era Terry, un mio amico di vecchia data, a tenere la corda. Craig stava filmando dall'altro lato della zawn ed era così nervoso a guardarmi che ha giurato che la prossima volta mi avrebbe tenuto lui la corda. Un approccio con due assicuratori e tre corde, una corda per l'inizio su The Cad e per attraversare fino al 'campo base', poi le altre due per il resto. La corda di The Cad viene poi abbandonata per risparmiare peso ed evitare attriti.

Craig Matheson sull'audace ‘Hard Cheese’ a Langdale, Lake District © Matheson collection
Allora, cosa ricordi della salita quando tutto è filato liscio? Puoi descrivere il tuo stato d'animo? Quanto eri nel ‘flow’, fisicamente e mentalmente?
Un mix di emozioni, davvero. Per molti versi, ero stufo del percorso di The Bells e volevo disperatamente metterci una pietra sopra. Quella pressione mediatica autoinflitta era molto reale e sono rimasto sorpreso da quanto mi abbia influenzato. L'intensità era aumentata durante i mesi invernali e quando siamo entrati in marzo mi sono sentito attratto dall'assaggiare quella sensazione della libera e, come detto prima, contro il consiglio dei miei amici esperti. Anzi, Craig in privato mi ha chiesto se avessi qualche malattia terminale che mi facesse correre! Il fallimento di marzo mi ha fatto davvero infuriare perché sono stati fatti un sacco di errori, e finché non ho avuto la successiva opportunità, circa un mese dopo, non ero di buona compagnia. Quindi, quando si è presentata l'opportunità di aprile, ero totalmente pronto a partire.
Pronto, con la marea che mi lambiva i piedi. Nervoso - sì. Concentrato - sì. Ero entrato in quel magico mondo silenzioso in cui nient'altro conta. Ero totalmente autonomo, autosufficiente e in sintonia con tutto ciò che avevo davanti. Forse in uno stato di trance. Ma ci siamo passati tutti. Movimenti occasionali, non proprio perfetti, ti svegliano un po', solo per riconcentrarti in una modalità più forte. Poi sono lì sotto i movimenti chiave e improvvisamente la trance scompare. La brutta realtà si fa vedere. Guardi in basso e inizi a dubitare delle protezioni marginali; guardi in alto e inizi a stressarti per raggiungere quel chiodo della salvezza. Poi la calma; ed entro di nuovo in quel mondo silenzioso. Le carezze familiari delle dita e la precisione delle dita dei piedi: eleganti poi brutali, spingendo oltre quel dubbio. Una strana sensazione dopo il passaggio chiave, di controllo totale e concentrazione. “Prenditi il tuo tempo!” Altre protezioni marginali per i movimenti di balletto tecnico sul traverso, passando 'The Shield' e alla fine verso l'uscita finale. Concentrazione extra qui. Non è stato troppo difficile ma è stato il teatro di emozioni epiche. Provavo un'euforia controllata e lenta mentre supero il bordo della parete e solo allora mi sono lasciato andare. Rilasciando la mia rabbia personale contro il morire della luce.

Rob Matheson raggiunge la fine di 'The Bells, The Bells' (E7) a Gogarth in Galles © Ade Nelhams
Incredibile. Per curiosità, perché questa salita ora e non anni fa?
Suppongo che sotto molti aspetti abbia già risposto a questa domanda. Molti arrampicatori forti in passato non hanno fatto The Bells a causa della sua temibile reputazione. Io non ero un arrampicatore forte quindi non ho nemmeno considerato The Bells. Quella era per altri. Perché oggi? Cosa è cambiato? Una buona domanda. Suppongo che la motivazione a realizzare i sogni cresca man mano che si invecchia. The Bells è diventato un sogno solo negli ultimi due anni forse perché, in fondo, era irraggiungibile, quindi ragionevole abbandonarlo in qualsiasi momento. Era personale, ma essendo una persona 'aperta', ho condiviso l'idea con chiunque. Le opinioni e le reazioni degli altri variavano, dallo stupore allo scetticismo, ma un piccolo gruppo di amici è rimasto molto solidale dietro le quinte. È stato solo dopo aver ispezionato la via e averla scomposta, come se stessi facendo una prima salita, che ho capito che era effettivamente alla mia portata.

Rob Matheson al ‘Base Camp’ dopo aver abbandonata la corda per the Cad. L'inizio delle difficoltà vere. © Charlie Woodburn
Rob, hai 74 anni. La tua arrampicata è cambiata nel corso del tempo? Fisicamente e psicologicamente? Cos'hai notato di più?
I miei pensieri e le mie esperienze da quando sono andato in pensione, dopo 40 anni di insegnamento, all'età di 60 anni, sono una spiegazione lunga e contorta. Per dirla in termini semplici, ho scoperto che la mia mente generalmente regge meglio del mio corpo. L’headpoint, suppongo, è la mia nuova zona sicura, come l'arrampicata sportiva lo è per altri. Preferisco ancora l'arrampicata tradizionale on-sight, ma devo andare in posti completamente nuovi per avere scelta, poiché qui vicino rimangono solo sfide da fare in stile headpoint.
Man mano che invecchi, devi essere più selettivo con i tuoi obiettivi. Scegli le tue battaglie con attenzione! Dato che sono sempre stato un arrampicatore relativamente debole, potevo raggiungere solo alti gradi E affrontando le sfide più scarsamente protette e pericolose, quindi sono abituato a quel tipo di arrampicata. Un E7 ben protetto sarebbe troppo faticosa per me e, naturalmente, questo è il mio problema con le 'vie sportive' più difficili, a meno che non siano placche. Stressare troppo i gruppi muscolari, in particolare quelli più deboli, aumenta il rischio di infortunio.
Dopo i 70 anni, ho la tendenza ad allenare i miei punti di forza ma solo a sfiorare le mie debolezze. Regolare all'80% piuttosto che irregolare al 100%! Ascolto attentamente il mio corpo, ma recentemente ho scoperto che il mio corpo sta sviluppando un'abitudine fastidiosa di non parlarmi! Quindi gli infortuni arrivano dal nulla!

Piazzando lo skyhook prima di iniziare il delicato traverso verso 'The Shield' © Neil Gresham
Sei noto per la tua arrampicata trad, soprattutto nel Lake District. Qual è però il tuo rapporto con l'arrampicata sportiva?
L'arrampicata sportiva nel Regno Unito non mi è mai stata veramente congeniale. Le vie sotto il 7a sono di solito di scarsa qualità e in luoghi poco attraenti. Da qui la migrazione degli arrampicatori che vanno all'estero in cerca di vie di qualità nei gradi 6. Poi molti arrampicatori vengono attratti dal gioco del progetto/rotpunkt che può essere snervante sulle vie classiche popolari nel Regno Unito. A dire il vero, dopo il pensionamento, mi sono appassionato a questo stile e ho salito in redpoint vie come Obsession a Malham, Cave Route Right Hand a Gordale e Hell's Wall su Bowderstone (che è di quello stile 'clip up'). Molti dei miei amici sono arrivati negli 8, ma ho avuto qualche infortunio che ha fermato la mia progressione verso il magico numero del 8a. Traggo più soddisfazione dallo scegliere una via tradizionale dura e poco protetta, e salire qualche E7 sui 60 anni e ovviamente entro i 70. Un 8a a 70 anni non rappresenta una sfida poetica; quindi, dovrò aspettare gli 80 per questo! In altre parole, sono sicuro che quella particolare nave è salpata. Detto tutto ciò, capisco perfettamente perché l'arrampicata sportiva è così popolare e mi piacciono molto i miei viaggi all'estero, in particolare a Kalymnos che, ancora oggi, nonostante le folle, è un ottimo posto per le vacanze. Voglio dire, l'arrampicata sportiva è certamente logisticamente molto più facile dell'arrampicata trad, come lo è il boulder e l'arrampicata indoor, ma per la mia vita, non vedo il punto di passare giorni cercando di sollevare il sedere da terra su un classico blocco - hey ho!!
Guardando i tuoi video su YouTube si capisce facilmente il tuo tipico understatement britannico e del Lake District, ma sicuramente questa salite di The Bells è speciale per te. Se è così, di cosa sei più orgoglioso?
Suppongo di essere orgoglioso di aver fatto The Bells perché la maggior parte dei climber, inclusi gli amici, pensava che forse questo sarebbe stato un passo troppo lungo. Inoltre, ho fatto pochissima arrampicata trad negli ultimi anni e contavo su quell'esperienza profonda che speravo sarebbe venuta a galla. E così è stato! Nel tempo ho fatto la maggior parte delle vie tradizionale nel Lake District che sono sotto E7; quindi, per me rimane solo l’ headpoint, e solo per quelle dove basta la mia forza bruta. "Se non riesci a tirare, non puoi farla" vale ancora, e la finestra del guadagno di forza è realisticamente quasi chiusa.
Sono ovviamente orgoglioso delle mie prime salite, alcune delle quali sono diventate classiche nel corso degli anni. Molti giovani arrampicatori oggi non sembrano avere molto senso della storia e spesso sento "oh, è una delle tue vie?". È una bella sensazione quando le persone apprezzano le tue vie, in quanto hai avuto l'onore di dare il nome alla via anche se non è una tua proprietà personale. Ricordo che Alan Austin una volta mi disse che la gente che godeva delle sue vie era uno dei grandi piaceri che traeva dall'arrampicata. Sicuramente mi ci rivedo. Spesso scherzo con Craig dicendo che il problema delle sue nuove vie è che sono troppo difficili perché altri le arrampichino, figuriamoci se le godano! Forse questo arriverà in futuro. Non è insolito che le vie molto difficili vengano ignorate dagli arrampicatori più forti del momento, per essere riscoperte un decennio dopo.
Ma torniamo a The Bells. Mi sento davvero onorato e provo un senso di soddisfazione per aver completato una via così famosa, e spero che questo abbia contribuito ad aumentare la popolarità dell'arrampicata trad e l'idea che il rischio e il pericolo siano una sfida che vale la pena affrontare. Se questo ha ispirato altri a mettersi alla prova, sarebbe fantastico!
E7 a 70 anni. Seguendo la tendenza, E8 quando ne avrai 80?
Ognuno ha qualcosa di più da dare. Non ho ancora raggiunto l'apice! Vediamo cosa succede! Basta tenere insieme mente e corpo! L'ho già detto, ma man mano che invecchi diventa più difficile dare il massimo. Quindi, raggiungere risultati nella tua 'zona di comfort' diventa più facile! Traetene le vostre conclusioni! Consiglierei fissare un obiettivo leggermente superiore a quello che pensi di poter raggiungere. E poi mettiti al lavoro!
Solo per inquadrare le cose in un contesto storico, mi sembra di ricordare che hai iniziato ad arrampicare negli anni '50 con corde di canapa e scarpe chiodate... com'era l'arrampicata a quei tempi?
Personalmente non avevo scarpe chiodate, ma mio padre sì. Aggiungo che ha smesso presto di arrampicarci quando ho comperato degli scarponi con suola di gomma. Corda di canapa inizialmente sì, ma molto rapidamente sostituita dal nylon Viking. L'arrampicata allora era tutto divertimento e fare quello che volevi. Nessuna regola, con una conoscenza minima. Solo la famiglia e molto locale, con mezzi di trasporto limitati. Una guida cartacea in mano. Molto audace senza protezioni. Corda legata in vita. Non cadere mai. Non andare mai al limite. Esperti in disarrampicata. Abbracciare lentamente le nuove tecnologie come i moschettoni. Fare tutte le vie di un grado prima di passare alla difficoltà successiva. Spuntare le vie. Guadagnarsi il diritto di passare al grado successivo. Nessuna gratificazione immediata: tutto doveva essere guadagnato!

Il padre di Rob Matheson, Murdoch, sul Lliwedd negli anni '60. © Rob Matheson Collection
Allora, cosa rappresentava per te l'arrampicata trad da giovane? E cosa rappresenta per te adesso?
L'arrampicata tradizionale è sempre stata iniziare alla base di una parete, e usando la guida, tracciare la linea e partire. Quella era la sfida all'interno del grado scelto. Man mano che avanzavi attraverso i gradi, il metodo rimaneva lo stesso. Quando raggiungi il tuo limite, cerchi di ottenere più informazioni. Questo può essere solo parlare con altri e ottenere consigli o informazioni su quella via. Parti ancora dal basso. Poi inizi a fallire; un sacco di disarrampicata, forse calando da una protezione, forse anche cadendo, solo per tirare giù le corde e tornare un altro giorno. Ma lasci la protezione in loco. E sì, è più facile la prossima volta. Ma comunque, tutto dal basso. Ma poi un giorno potresti lasciare la corda nel punto più alto, e riprovare, e poi è ancora più facile. Ma ottieni comunque il tick, la spunta! Poi forse ti cali semplicemente lungo la linea e controlli un paio di cose, pulisci un paio di prese sporche, dove sono le protezioni? Quella è difficile da piazzare, quindi la lascio dentro! Posso stare qui e riposare e così via. E poi un giorno potresti persino fare un tratto con la corda dall'alto! Se hai fatto nuove vie, potresti aver fatto tutte queste cose, comunque, e spesso sei tu l'arrampicatore più forte a guidare il gruppo. Alcuni video di prime salite hanno persino mostrato protezioni già in posto. Dio ce ne scampi! Quindi il processo 'umano' continua. La prospettiva di ogni arrampicatore è diversa. Inevitabilmente! Disordinato! Etica! Controversie! Opinioni! On-sight, ground up, flash, yo-yo, headpoint, redpoint, beta e molte altre senza dubbio. Alla fine della fiera, l'arrampicata è libertà, e puoi fare quello che vuoi finché preservi la roccia e sei onesto.

Arrampicata trad a Millstone negli anni 60 © Rob Matheson Collection
Suppongo che questo sia il motivo per cui l'arrampicata sportiva è ora molto più semplice, in quanto puoi fare qualsiasi quantità di preparazione desideri. Tutto ciò che conta è la rotpunkt finale. Forse la differenza principale è che l'arrampicata tradizionale è più complessa a causa dei problemi di auto-protezione e delle potenziali maggiori sfide mentali per mantenersi al sicuro. Il fallimento è probabile che abbia conseguenze più serie. È un istinto umano naturale, mitigare il rischio, e questo è forse il motivo per cui l'etica dell'arrampicata tradizionale è così varia e complessa. Nella mia mente c'è una differenza di uno o due gradi sulla scala E Britannica, tra una vera salita a-vista e una salita in stile headpoint. Questo presuppone che tutte le protezioni siano piazzati dal basso durante la salita. Protezioni pre-piazzati possono ridurre ulteriormente quel grado!? Le vie tradizionali più difficili di oggi non sono realmente gradatate per l'onsight ma per il headpoint. Discutetene!! Mode e prospettive cambiano con il tempo. Mi sembra che la maggior parte degli arrampicatori di oggi dia valore all'idea della conoscenza preventiva, e che l'esecuzione del movimento sia più importante che districarsi nell'ignoto o interrompere il flusso con il piazzamento di protezioni. La paura del fallimento è già abbastanza difficile da gestire. Quel rischio e quella messa in pericolo in più sono per altri!
Ma l'arrampicata tradizionale, per me, rappresenta la disciplina più completa nel nostro sport. Comprende tutte le sfide arrampicatorie all'interno della sua vasta gamma di gradi. Ci vuole tempo per imparare e non può essere affrettata. È certamente tutta in sfumature di grigio e rimane un rifugio per le anime più avventurose.
'Movimenti audaci e delicati sopra il chiodo accrescono la sensazione d'insicurezza.' Rob Matheson su 'The Bells, The Bells' (E7) a Gogarth in Galles © Charlie Woodburn







































