Esorcisti himalayani, la mostra di Emanuele Confortin a Vicenza

Verrà inaugurata venerdì 21 febbraio alle ore 20 a Porto Burci (Vicenza) la mostra fotografica 'Grokch, esorcisti himalayani' del giornalista e fotogiornalista Emanuele Confortin. 26 immagini in bianconero per conoscere il Kinnaur, distretto tribale dell’Himalaya indiano, dove sopravvive il culto dei grokch, gli oracoli di villaggio.
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Una foto di 'Grokch, esorcisti himalayani', la mostra del giornalista e fotogiornalista Emanuele Confortin
Emanuele Confortin

Una selezione di 26 immagini in bianconero per conoscere il Kinnaur, distretto tribale dell’Himalaya indiano, dove sopravvive il culto dei grokch, gli oracoli di villaggio. Un territorio d’alta quota, tanto selvaggio quanto spettacolare, rimasto a lungo inaccessibile, escluso dal turismo di massa e ancora oggi poco conosciuto. Siamo nella terra dei Kinnauri, abitanti originari del distretto, la cui cultura attinge dal buddhismo tibetano, dall’induismo e si mescola ad antiche credenze animiste legate alle forze ancestrali della natura. L’idea stessa del cosmo, per i Kinnauri, si basa sulla fusione fra la realtà oggettiva e un mondo sottile, frequentato da dèi, spiriti e demoni che popolano la foresta. Centrale in questo contesto è il grokch, l’oracolo, figura religiosa in grado di entrare in trance e di essere posseduta dalla divinità, eseguendo esorcismi e guarigioni

L’esposizione "Grokch, esorcisti himalayani" ci accompagna in queste valli remote, dove Emanuele Confortin ha vissuto con la popolazione locale, partecipando a riti e possessioni. Nei mesi trascorsi sul campo ha ascoltato gli inni sacri al tempio del villaggio; visto ondeggiare le trecce nere dei palanchini processionali delle divinità; bevuto robuste sorsate di rak, il vino rituale, versato dai sacerdoti direttamente nelle sue mani; osservato lo sguardo spiritato dei grokch, gli oracoli del villaggio, durante la trance.

Di questo e altro parlerà Confortin nella serata inaugurale di venerdì, quando condividerà con il pubblico un’esperienza di vita unica che è in primis un’inchiesta giornalistica approfondita, centrata sui rapidi cambiamenti in atto al confine tra India, Cina e Pakistan. Dopo secoli di isolamento infatti, negli ultimi decenni il Kinnaur ha dovuto fronteggiare le sfide di una modernità incalzante. L’imposizione della monocoltura delle mele è la più evidente. In trent’anni la melocrazia ha imposto nuove logiche economiche, stravolto gli equilibri sociali e sostituito antiche attività agro-pastorali. Le mele hanno portato una ricchezza prima impensabile, tale da mettere in discussione l’identità stessa degli abitanti e trasformando il Kinnaur da terra di diaspora a destinazione per migliaia di migranti, in arrivo dall’India rurale e dal Nepal. La parabola della melocrazia potrebbe però avere vita breve. Colpa della crisi idrica e del riscaldamento globale, evidenti a tal punto da rendere il Kinnaur un modello utile per comprendere gli effetti del cambiamento climatico in Himalaya. Contenuti pubblicati nel saggio "Kinnaur Himalaya, al confine tra ordine e caos" (Antiga Edizioni, 2019) e nel documentario Kinnaur Himalaya (febbraio 2020).

L’esposizione di Porto Burci (Contrà dei Burci 27 a Vicenza) è organizzata da Emanuele Confortin con il sostegno di Zeppelin l’altro viaggiare, di Montura Editing e della sezione del CAI Vicenza. La mostra sarà visitabile fino al 4 marzo, dal lunedì al venerdì dalle 15 alle 22. Inaugurazione con presentazione di Emanuele Confortin: venerdì 21.02.2020 alle 20. Ingresso libero.

Emanuele Confortin
Nasce a Castelfranco Veneto nel 1978. È giornalista, fotogiornalista e documentarista indipendente. Tratta in prevalenza di aree di crisi, di migrazioni e di minoranze ai margini della società moderna. Predilige l’indagine diretta con lunghe permanenze sul campo, intrecciata all’analisi geopolitica dei contesti in cui opera.
Ha lavorato in Cina, Iran, Iraq, Turchia, Grecia, Territori Palestinesi, Balcani e Francia, ma il suo contesto ideale è in India, in Pakistan e nel resto dell’Asia Meridionale, area di cui si occupa dal 1998. Pubblica su diversi quotidiani e periodici, online e cartacei, in Italia e Svizzera. Interviene periodicamente in radio.
A partire dal 2008 si dedica con continuità all’indagine delle dinamiche migratorie, dall’Asia al Mediterraneo. Parte del lavoro svolto è pubblicata nel libro Dentro l’esodo, migranti sulla via europea (Antigaedizioni 2017). É autore dell’esposizione fotografica Dentro l’esodo.
Tra marzo 2017 e gennaio 2018 lavora in Iraq al progetto Back to Life in Iraq. Per settimane affianca l’artista siriaco Matti al-Kanun nel recupero di alcuni dipinti a tema cristiano abbandonati nella sua casa a Bartella, vicino a Mosul. Dopo il recupero delle opere, segue al-Kanun nella riparazione degli squarci inferti alle tele dai jihadisti dello Stato Islamico. Ne esce il documentario Back to Life in Iraq e un’esposizione itinerante che unisce gli scritti e le fotografie realizzati sul campo, alle opere "salvate" dall’artista.
Durante gli studi universitari in Lingue e Civiltà Orientali ha svolto attività di ricerca nell’Himalaya indiano, concentrandosi sulla figura dei grokch, gli oracoli del Kinnaur, distretto tribale situato a ridosso del delicato confine tra India e Cina. Tra il 2003 e il 2019 ha vissuto per 7 mesi in Kinnaur e Spiti, tra i 3000 e i 5000 metri di altitudine. Il portato del lavoro è stato raccolto in un saggio intitolato Kinnaur Himalaya, al confine tra ordine e caos (Antigaedizioni 2019) e a febbraio 2020 è stata ultimata la produzione di un film documentario intitolato Kinnaur Himalaya.
È co-fondatore di Alpinismi.com, testata online rivolta al mondo della montagna a 360 gradi. Co-fondatore e direttore di Indika.it, sito di informazione fondato nel 2008, che propone analisi e approfondimenti sull’Asia Meridionale e il Medio Oriente.
Pagina web personale www.emanueleconfortin.com




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