Al Pinnacolo di Maslana (Orobie Bergamasche) due nuove vie di Cristina Oldrati e Matteo Rivadossi

Il report di Matteo Rivadossi sull'apertura di due nuove vie insieme a Cristina Oldrati al Pinnacolo di Maslana in Valbondione nelle Orobie Bergamasche: 'Il Gatto e la Volpe' e 'Pinacolada'.
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Matteo Rivadossi in apertura sul terzo tiro di 'Pinacolada', Pinnacolo di Maslana, Valbondione (Cristina Oldrati, Matteo Rivadossi, 2,11,13/10/2025)
Cristina Oldrati

Merlato da tre guglie che svettano con biblica eleganza tra le brulle e severe Orobie sopra Valbondione, il Pinnacolo di Maslana è il tempio bergamasco delle fessure storiche, delle placche plaisir, dei muri impossibili. Sontuoso, magnetico, capace di ammaliare generazioni di pellegrini del verticale con una roccia a dir poco miracolosa.

Un solidissimo gneiss tanto simile al granito in alternanza al miglior verrucano da regalare coraggio in fessura e in spaccata nei camini, aderenza sui cristalli, tacche nette se non addirittura rari buchi sul verticale. Dopo le ripetizioni di rito, automatico per mia deformazione lo scrutare delle possibilità tra i pochi spazi liberi nella ragnatela di vie da antologia.

Salite le simpatiche placche di Papà Geppetto (Ruggeri e Scagnetto, 1999), da preferirsi come aperitivo al canalaccio d’accesso, eccoci alla base della Sud-Ovest per schivare un giugno troppo afoso: dopo aver dissotterrato una collana di attacchi inox precedentemente seminati (da qui poi il nome Il Gatto e la Volpe), Cristina Oldrati ed io attacchiamo il bellissimo primo tiro de Il Sacro Tempio.

Si tratta della prima linea del monolite ad affrontare le placche compatte, aperta a spit (sebbene parzialmente dall’alto) dalla lungimirante coppia Conti - Simoncelli nel lontano 1988. Da S1 terremo poi la sinistra, entrando nella solita magia dell’inesplorato: tra i pochi fix prenderanno vita tanti runout piccanti su difficoltà fortunatamente contenute. Che spettacolo aprire così, arrampicando e addirittura chiodando in libera, senza disgaggi, senza terriccio nero da geranio negli occhi!

Nascono così, una dopo l’altra delle lunghezze spaziali: alla fine della quarta scavalchiamo il traverso di Con Obi vai tranquilla (Tomasoni e Oberti, 1999) per raggiungere, sempre perfettamente diritti, la penultima sosta de Il Risveglio (Tomasoni e Scandella, 1997), anch’esso obliquante da destra a sinistra.

Per inciso, su questo raccordo ovviamente non aggiungiamo alcuna protezione. Sopra la sosta continueremo ancora dritti lungo il verticale pilastro compreso tra le due citate vie fino a raccordarsi sul filo di vetta. Non prima di aver fatto un bel volo a testa in giù cercando il trapano sul passo chiave…

Appena sopra, eccoci a cavalcioni dietro la Madonnina con il respiro di una cima vera. Di una elegante linea aperta in giornata, tutta d’un fiato. Nel successivo giro di collaudo ancora quella sensazione di arrampicata liberatoria tutta da godere. Il Pinacol è proprio un bel regalo!

La mia curiosità era da troppo tempo in fissa su quel Passaggio Segreto, unica debolezza del grande arco stile Kundalini che sovrasta la terza lunghezza di 20 Anni di Sfiga (Gogna, Savonitto e C., 1982). Da questa partiremo ad ottobre per iniziare un nuovo viaggio scoprendo che quella placca obliqua incastonata nel tetto era piuttosto avara di appigli. Non mi arrendo e, messo il primo chiodo, concateno dei movimenti per me al limite: durissimi ma si passa! Poi sul vuoto del traverso i cristalli di quarzo regalano ai piedi un equilibrio precario ma pur sempre equilibrio.

Sopra, finalmente, ecco la grande placconata libera a destra di Vento Beffardo (Tomasoni e C., 2002) assieme ad un pallido sole. Che lotta con gli attriti della corda! Ma sosto e respiro. Con un traverso a destra guadagnamo poi lo spigolo, aereo come pochi anche al Pinnacolo: da qui il gioco sarà concatenare movimenti su un muro da sballo, a volte tenendo proprio il filo dello spigolo con la mano destra! Un tiro davvero spaziale, tra i più belli a Maslana e per oggi, con una fastidiosa fredda brezza scesa da Nord, può bastare.

Torniamo agguerriti una decina di giorni dopo. Risalire tutti i tiri recuperando il saccone carico di ferraglia pesa anche psicologicamente, come sempre. Dall’ultima sosta continuiamo sullo spigolo omaggiati da un'altra sorpresa: una fessura da pulire che diventa un’incredibile lama da cavalcare! Il tutto nel vuoto, sotto lo sguardo severo del Generale Custer al suo ultimo shampoo che ci spia dal suo antro lassù a destra. Spettacolo puro.

Raccordandoci con il diedro coricato di 20 anni di Sfiga, arriviamo ai ganci di sosta di Vento Beffardo. E adesso dove si va, visto che di spazio non ce n’è? Eppure lo ricordavo! Boh, sarà l’età, amen... E piuttosto di forzare avvicinandoci troppo alle vie esistenti, scegliamo allora di continuare sul bellissimo muro di 6b di Vento Beffardo. Alla sosta appesa però ci staccheremo a sinistra per raggiungere i vecchi spit de Il Sacro Tempio (Conti e Simocelli, 1988) avendo cura di richiodarne le due belle e dimenticate lunghezze finali con il permesso degli apritori. Alla Madonnina la sensazione piacevole delle giornate piene in cui è andato tutto per il meglio, a parte l’orario, le mani e i piedi distrutti.

Scendendo in doppia al tramonto, forse complice l’ipoglicemia, ho un’illuminazione riguardo il problema di come accedere alla nostra via che arriva in cima grazie ad una combo ma che di fatto non ha un attacco. Considerato che per gli attriti non sarebbe proponibile salire da 20 Anni di Sfiga, né tantomeno pensabile tagliare questa e L’Ultimo Shampoo… con un accesso diretto. Pota certo! Potremmo attaccare da là, da destra, indicando la placca libera tra le colate d’acqua e lo spigolo Sud-Est (Suardi e Buizza, anni ’70).

E così, due giorni dopo, rieccoci alla base del castello… Pulendo a fondo un diedro erboso a sinistra dello spigolo, si aprono le danze su placca lavorata, bellissima intro di 50 metri alla nostra vietta.

Dalla sosta ora per prendere il nostro Passaggio Segreto senza più attriti basta percorrere a ritroso una decina di metri di traverso di 20 Anni di Sfiga, bella storia! Ma nemmeno il tempo di godermi la fine lavori al tepore del sole che Cristina insiste perché attrezzi anche l’evidente logica scorciatoia per arrivare sullo spigolo di L3.

E sarà così, per colpa sua se, attraverso la facile ma esposta Scorciatoia degli Ignavi che bypassa il tiro chiave, Pinacolada diventerà una classica. Un imperdibile cocktail di tiri, stili ed emozioni.

- Matteo Rivadossi, Brescia

Rivadossi ringrazia: C.A.M.P., Kayland, Elbec

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