Parete Fabio Giacomelli in Valle del Sarca

Luca Pilati presenta la Parete Fabio Giacomelli, Valle del Sarca. Sei vie di arrampicata sopra Arco a Mandrea di Laghel.
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La Parete Fabio Giacomelli, Mandrea di Laghel, Arco, Valle del Sarca
Luca Pilati
Questa parete, da tempo ormai dimenticata o quasi, è compresa tra il Pilastrino Tibet a sinistra e il Pilastro Poero a desta, ed è stata valorizzata nell’ultimo anno con l’apertura di sei nuove vie. Le nuove vie, quattro sportive e due alpinistiche, sono frutto di molte giornate di lavoro, non solo dedicate alla chiodatura, ma anche ad una importante opera di pulizia che ha interessato, oltre agli itinerari di salita, anche la base e tutta la cengia soprastante le vie che ora dispongono di un agevole rientro attrezzato con fix e corde fisse. Altri progetti stanno prendendo forma sulla parete.

Ho dedicato questa parete all’amico e forte alpinista trentino Fabio Giacomelli che nel 2010 ha perso la vita in Patagonia, mentre con Elio Orlandi tentava una nuova via sulla parete Est del Cerro Torre. Anche nella nuova guida di Diego Filippi, dedicata alla Valle del Sarca, la parete verrà cosi identificata.


ITINERARIO
DIFFICOLTA'
Lunghezza
BELLEZZA

1. Souls in the Dark

6b (A0)
90m

Breve via sportiva che punta, percorrendo alcune placche, l’evidente diedro camino che si super con una bella lunghezza dal sapore alpinistico. Attrezzata completamente a fix 10 mm sia lungo i tiri che alle soste.

2. Karlovacko

6b (A0)
100m
Breve via sportiva che percorre un serie di placche per poi puntare ad un evidente diedro, che si percorre parzialmente, per poi spostarsi nuovamente in placca. Completamente attrezzata a fix 10 mm sia lungo i tiri che alle soste.

3 Vecchi disonesti e insoddisfatti

6b (A0)
110m
Bel diedro atletico in partenza e un secondo tiro in traverso dove conta usare bene i piedi, poi belle e facili placche fino in cima.

4. Assedio alla parete

6c (A0)
120m
Alcuni difficili passi nelle prime due lunghezze permettono di superare delle belle placche, per poi affrontare una sezione più facile che conduce ad una bella placca fessurata. Completamente protetta a fix 10 mm sia lungo i tiri che alle soste.

5. Davide Pinamonti

VI+ (A0)
140m
Bella salita alpinistica, breve ma intensa, affronta placche, diedri, strapiombi, traversi e fessure. Insomma non ci si annoia. Tutto il materiale usato in apertura è stato lasciato, aggiungendo, durante l’opera di pulizia, qualche protezione in più. Nonostante la presenza di chiodi e clessidre cordonate utili una scelta di friend e stopper soprattutto per la difficile fessura del tiro finale.

6. Un quadro per due

VI (A1)
160m
Bella salita alpinistica, che supera prima delle belle placche, per poi puntare all’evidente tetto ad arco che viene superarto nel suo punto più debole con una provvidenziale traversata. Poi ancora placca che porta all’ultimo tiro in fessura. Tutto il materiale usato e stato lasciato, cordonate le clessidre durante l’opera di pulizia. Nonostante il materiale presente in parete utile una scelta di friend e stopper.


ACCESSO GENERALE
Da Arco seguire le indicazioni per Laghel fino alla chiesetta di S. Maria di Laghel. Qui svoltare a sx seguendo la stradina che tra uliveti e qualche abitazione ci porta sotto le pareti. In prossimità di secca curva a dx, dopo una piccola salita e difronte ad un cancello in legno, si trova un piccolo parcheggio.

ACCESSO
Dal parcheggio individuare una traccia di sentiero a lato strada che si inoltra ne bosco direzione pareti, evidente ometto. Percorrere il sentiero che in breve svolta a dx e poco dopo a sx pervenendo ad una zona di grossi massi, proseguire fino ad arrivare alla base di un ghiaione con grandi blocchi che si risale fino al limitare del bosco. Qui tracce di sentiero portano alla base della parete. Presenti molti ometti lungo tutto il percorso. Tutte le via hanno il nome alla base.

DISCESA
Usciti dalle vie alzarsi pochi metri e raggiungere la cengia, attenzione meglio rimanere legati, e percorrerla verso sx, sud, fino ad arrivare ad una rampa canale che si inoltra nel bosco, sosta con cordoni su albero. Da qui scendere con attenzione fino ad arrivare nuovamente alla base della parete per poi seguire a ritroso il percorso dell’andata fino al parcheggio. Sia sulla cengia che nel canale presenti fix e corde fisse.




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