Mayan Smith-Gobat ripete in libera Donnafugata sulla Torre Trieste in Dolomiti

Mayan Smith-Gobat insieme a David Falt ha realizzato la terza salita in libera della via Donnafugata sulla Torre Trieste, Civetta, Dolomiti. 750 metri di via con difficoltà fino all'8a, salita dal basso in un'unica soluzione di 32 ore, senza materiale per il bivacco. Il report di Falt.
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Mayan Smith-Gobat e David Falt durante la ripetizione di Donnafugata sulla Torre Trieste, Civetta, Dolomiti
David Falt

Notevole ripetizione, sicuramente di grande spessore e rilievo, di Donnafugata da parte della climber neo zelandese Mayan Smith-Gobat e dello svedese David Falt che, in 32 ore, tra il 19 e il 20 luglio scorso, hanno salito questa grandissima linea sulla mitica Torre Trieste nel Gruppo della Civetta (Dolomiti). Aperta da Christoph Hainz e Roger Schäli nel 2004, poi liberata da Mauro Bubu Bole nel 2007, quindi ripetuta in libera da Andrej Grmovsek e Luka Krajnc nel giugno 2009, nonostante la sua bellezza questa magnifica via di 750m ha visto finora pochissime salite visto che con tutta probabilità questa è la terza ripetizione. Ma c'è di più: Mayan Smith-Gobat - meglio conosciuta per le sue difficile salite su El Capitan a Yosemite - è riuscita a salire tutti i tiri a-vista tranne due, che poi ha salito rotpunkt al secondo tentativo. David Falt, da parte sua, ha salito da capocordata alcuni dei tiri più facili nella parte bassa della via e da secondo tutti gli altri, tranne due dove ha risalto le corde con le jumar. Ora dovremmo aggiungere che questa è la prima libera femminile di questa super via, ma consentiteci invece di dire, con le parole di Falt che quella della fortissima “Kiwi” è una bellissima e importante realizzazione di per sé, senza limiti di “genere”.


DONNAFUGATA di David Falt

Come team vogliamo iniziare subito togliendoci il cappello davanti ai primi salitori Christoph Hainz e Roger Schäli che hanno avuto la visione e l'energia per aprire un via così incredibile su questa imponente parete. Donnafugata dev'essere valutata come una delle sfide più interessanti delle Dolomiti e crediamo veramente che la via meriti molta più attenzione e più ripetizioni. Sì, è esposta, ma abbastanza sicura rispetto ad alcune delle altre sorprendenti vie di Hainz che ho ripetuto nelle Dolomiti.

Abbiamo raggiunto il Rifugio Vazzoler alla 20:00 circa del 18 luglio. Alle 04:15 abbiamo lasciato il rifugio e alle 05:00 circa abbiamo iniziato ad arrampicare. Abbiamo portato con noi uno zaino ultra-leggero che avevamo nastrato per poterlo usare come haulbag. Non abbiamo portato alcun materiale per un bivacco e siamo partiti con soltanto due litri d'acqua e qualche barretta e gel energetici.

Siamo arrivati alla fine del 14° tiro, poco sotto il tiro chiave di 8a, verso le 14:00. Qui ci siamo fermati e ci siamo rilassati per circa 20 minuti, poi siamo partiti su quello che pensavamo fosse il diedro di 6b+ che porta al tiro chiave. Ma eravamo fuori via, troppo a destra su una vecchia via classica. Così, dopo esserci guardati attorno, con qualche manovra di corda verso sinistra siamo riusciti a scendere alla sosta del 14° tiro e abbiamo raggiunto la sosta giusta di Donnafugata.

Mayan è partita su quello che ora pensava fosse il tiro di 6b+ ma ben presto ha realizzato che si trovava sul tiro di 8a, lo stesso che prima avevamo involontariamente salito in un unico tiro unendo il 13° e il 14° tiro. Dopo aver lavorato il tiro chiave Mayan si è calata, si è riposata per circa un'ora e poi è ripartita, questa volta con le piccole Dragon rosse che aveva portato appositamente per questa lunghezza. Anche se è salita senza problemi, Mayan ha raggiunto la catena intorno alle 19:15, questo il suo commento: "Mi sentivo molto stanca prima di iniziare, ed ero dubbiosa di riuscire a liberarlo. Ma una volta partita mi sono sentita bene, anche se poi ho dovuto scavare in profondità, combattere per mantenere la concentrazione mentale perfetta per salire gli ultimi 10 metri fino in catena!"

A questo punto io ho risalito le corde con le jumar e abbiamo dato un'occhiata al tiro successivo, ma visto la tarda ora abbiamo deciso di scendere fino alla confortevole cengia sottostante per trascorrervi la notte, riposare e recuperare quanto più possibile, visto che avevamo sia poca acqua sia poco cibo e nessun materiale per il bivacco... Mayan voleva darsi le miglior chance possibili ista i rimanenti tre difficili tiri gradati 6c, 7a, 7b.

Poco prima delle sei della mattina successiva abbiamo risalito le corde fino alla sosta del 15° tiro, poi Mayan è subito partita sul 6c... che si è rivelato molto difficile! Io l'ho seguita con le jumar. Il tiro successivo è un difficile 7a, seguito dall' ultimo difficile tiro gradato, sulla carta, 7b. Mi limito solo a dire che è necessario essere un arrampicatore dannatamente bravo, o un mostro, per decifrare le sequenze e per fare questo tiro a-vista. Mayan l'ha chiuso al secondo tentativo e, senza entrare nei dettagli, sappiate che è necessario investire quanto avete dato per il tiro di 8a sottostante... E' una lunghezza difficile e molto tecnica con delle prese incredibili, e visto che ci sono alcuni segni è possibile che qualcosa si sia rotto. Oppure è un 7b a dir poco sottogradato!

I tiri che seguono sono belli, ma sul 20° tiro siamo riusciti a perderci ancora una volta perché la linea diventa molto meno evidente. Così, dopo aver perso un po' di tempo a cercare di riprendere la via giusta, siamo finiti su un altro camino, con circa lo stesso grado degli ultimi tre tiri di Donnafugata, ma probabilmente molto meno belli... Siamo usciti dalla via alle 13:00 circa con poche gocce d'acqua rimaste nella borraccia, e una mezza barretta. A questo punto mancava soltanto la discesa... Siamo rientrati al rifugio Vazzoler alle 17:00 circa, dopo un totale di 38 ore.

La via è eccezionale e l'arrampicata è sostenuta su roccia per la maggior parte buona, con alcuni tiri molto tecnici ed impegnativi anche se gradati “solo” attorno al 7a. Per quanto ne sappiamo questa è stata la terza salita in libera, la prima salita femminile e probabilmente una delle salite più difficili di questo genere mai effettuate da una donna sulle grandi pareti delle Dolomiti.

Vale la pena notare che praticamente non avevamo informazioni della via, a parte uno scatto fatto dallo schermo del nostro computer, la descrizione di planetmountain.com e i gradi dei singoli tiri buttati giù su un piccolo pezzo di carta...

Come partner di Mayan in questa salita e con qualche precedente esperienza nelle Dolomiti, non posso che esprimere quanto impressionante sia stata questa sua salita. Ha dovuto scavare in profondità, sia mentalmente che fisicamente, per riuscire su una via così impegnativa. Essere stato una parte di questa salita di classe mondiale per me è stato un divertimento epico!


Mayan Smith-Gobat
Mayan Smith-Gobat ha iniziato ad arrampicare a 16 anni. E' diventata la prima donna della Nuova Zelanda a salire il grado 8a, poi 8b, l'8b+ e nel 2009 l'8c di L’arcademicien a Ceuse in Francia. E' conosciuta soprattutto per le sue imprese sulle big wall, tra cui spicca la seconda salita femminile in libera della leggendaria Salathé Wall su El Capitan in Yosemite.

David Falt
Nato nel 1970, David Falt è un alpinista svedese che fa base in Francia. David ha partecipato ad alcune spedizione Himalayane con tentativi allo Shani Peak nel 1989, Hunza Peak nel 1991, G4 nel 2009 e alla parete nord del Kwangde nell'inverno 2010. David ha arrampicato in Patagonia e molto nelle Alpi in inverno - tra le altre spicca la sua salita della Gabarrou Silvy sulla Aiguille Sans Nom (ED3 WI6 6c M7 A1, 1000m) in giornata. David ha anche arrampicato in Dolomiti dove ha ripetuto, tra le altre, la Via del Pesce e Tempi Moderni sulla Sud della Marmolada, la via degli Svizzeri sulla Cima Ovest, la Hasse Brandler sulla Cima Grande e la Da Corte Vecchio Aldo – Nobile 7c+ sulla Cima Piccolissima


Mayan Smith-Gobat ringrazia i sponsor: Adidas, Five Ten, Petzl, Ems power cookies e Blue Water ropes.

David Falt ringrazia i sponsor: Metolius, Patagonia, MOON Climbing and Clif Bar.





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