Donnafugata, prima libera per Bubu Bole

Il 4/07/2007 Mauro “Bubu” Bole assieme a Gabriele Gorobey ha realizzato la prima libera di Donnafugata (750m; max 8a) la via aperta da Christoph Hainz e Roger Schäli nell’estate del 2004 sulla parete sud della Torre Trieste, Gruppo della Civetta, Dolomiti).
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Bubu Bole in azione su Donnafugata
arch. Bubu Bole

Rieccolo Bubu Bole. Lo scorso 4 agosto il triestino ne ha fatta un’altra delle sue liberando Donnafugata: 750 metri di via, dritti come un missile, aperti nell’estate del 2004dal “gran maestro” Christoph Hainz, insieme a Roger Schäli, sul mitico bastione verticale della parete sud della Torre Trieste.

Una via (fantastica precisa Bole) che Hainz ha aperto a spit semplicemente perché, come ha dichiarato nell’intervista pubblcata su Alp magazine dello scorso giugno, non era possibile farne a meno. La roccia, come ci ha spiegato Bubu, è di quelle che richiedono una grande sensibilità per il friabile: “Molte volte non sai se gli appigli puoi tirarli o invece devi spingerli per farli star su…”. In compenso la via ha una seconda parte bellissima con un 15° tiro (il più difficile, gradato in libera da Bubu 8a) di una bellezza straordinaria.

Bubu Bole ha speso 5 giornate per provare la via dal basso in compagnia della tedesca Ines Papert. Poi, visto che Ines era impegnata, Bubu ha tentato il gran tour in libera il 4 agosto “pescando” come compagno il 20enne climber triestino Gabriele Gorobey, alla sua prima esperienza su una grande parete. Il tutto si è concluso in vetta dopo 13 ore e mezza di scalata libera con Bubu al comando e Gabriele che lo seguiva “come un razzo”.

Naturalmente, come potete leggere direttamente dal suo report, tutta la storia ha dei risvolti alla Bubu…

Donnafugata
di Mauro “Bubu” Bole

A fine giugno mi arriva un sms da Ines Papert: “Bubu… Dolomites?” Lei mi conosce da tempo, ci sentiamo spesso, per cui sapeva che di sicuro avevo qualcosa in testa per l’estate! E sì… il cappello del mago è sempre pieno di bei progetti! Tirarli fuori è facile ma poi per realizzarli bisogna trovare la motivazione giusta e soprattutto il compagno ideale, se poi è una donna… beh… allora è il massimo!

Allora le rispondo: cara Ines avrei un bel progetto che potremmo provare in libera, ma non so se sia fattibile, però non si può dire fino a che non ci mettiamo le mani! Sulla Torre Trieste c’è una linea molto bella di Hainz che ha del misto tra libera e artificiale! Il tutto, naturalmente, scritto nel mio ristrettissimo inglese!

Nel 2004 quando con Christoph ci siamo incontrati sotto la Torre Trieste mentre stavo aprendo la via che ho dedicato a Patrik Berhault, lui aveva appena terminato la sua e, tra una battuta e l’altra, gli avevo chiesto quando sarebbe ritornato a liberarla! Forse esausto dalle polemiche sorte nel frattempo riguardo sempre questi benedetti spit, mi rispose che non gli interessava ritornare da quelle parti e che se avevo voglia potevo pure provare a liberarla io! Probabilmente sapeva che dirmi una cosa così è come… mettere un fazzoletto rosso davanti al toro!

Detto fatto! Appuntamento con Ines per i primi di luglio al parcheggio! Per il primo tentativo decidiamo di bivaccare sulla prima cengia, poi il giorno seguente proviamo qualche tiro sopra ma non arriviamo in cima. Un giorno di riposo e poi ripartiamo per riprovare la prima parte del giallo non troppo solido! Ci sono dei tratti, per fortuna corti, dove non sai che appigli tenere in mano o meglio, quali spingere in dentro! Volevamo riprovare tutti i tiri fatti scambiandoci il comando per vedere la differenza nel farli da capocordata, che non è poca con quel tipo di roccia, anche per il forte attrito su certi tiri!

Nel primo tentativo ero riuscito a fare tutto a vista o flash, per metà lunghezze però ero ovviamente da secondo, meno quella strepitosa - per bellezza - quindicesima lunghezza dove si scala su una placca grigia verticale con goccette. Ero da capocordata in questa e, prima di mollare ho provato di tutto, anche a scalare con il bordo esterno delle scarpette per avere più sostegno perché ovviamente ne indossavo un paio comode (solamente tre numeri più piccole invece dei soliti cinque!). Però non c’è stato verso, mi sono arreso… avevo i polpastrelli insanguinati e gli avambracci gonfi come meloni!

E così il terzo giorno arriviamo nuovamente alla prima cengia. Tutto sembra memorizzato, pensando sempre al giorno della libera integrale - anche se non sai mai cosa ti può rimanere in mano... Poi Ines se ne va in Canada per lavoro ed io non riesco a combinare con nessuno per andare sulla via a provare la parte alta.

Quindi, a fine luglio, ci ritroviamo per altri due giorni per vedere gli ultimi tiri e riprovare quel quindicesimo tiro (il più duro). Ed ecco che qui iniziano per entrambi i dubbi su una possibile salita in libera in un solo giorno, la via è veramente lunga e ci sono quelle ultime lunghezze prima del pilastro finale dove non bisogna sbagliare sequenza e poi c’è sempre quel pensiero che si spacchi qualcosa!

Mi sentivo pronto per provarla tutta dal basso, ma lei aveva i suoi impegni, il tempo era buono per il fine settimana, ma ecco il grande problema: chi mi avrebbe accompagnato? Uno forte oppure uno veloce con i Jumar!? Ci sono 23 tiri fino in cima e le ore di luce sono quelle che sono!

Telefona di qua e di là ma non trovo nessuno e poi, come al mio solito, mi sveglio sempre all’ultimo momento. Mi viene in mente un nome: Gabriele Gorobey, ventenne climber triestino. Di scalatori ne ho visti tanti ma di così pieni di talento e “che vedono un po’ più in là” ne ho conosciuti veramente pochi! ‘Sto bocia qualche tempo fa ha fatto un grande sbaglio: mi ha chiesto se un giorno potevo portarlo a fare una via in montagna come sua prima esperienza! Adesso il giorno era arrivato!

Lo chiamo subito (il giorno prima) per provarla sabato 4 agosto (il giorno dopo), ma mi risponde che non può perché ha già un impegno con la morosa, ma che per domenica sarebbe stato libero, senza però fare troppo tardi perché il lunedì mattina, alle 5, avrebbe dovuto partire per andare a lavorare a Bologna! Tranquillo... gli rispondo: siamo a casa per cena!

Alle 19.30 eravamo in cima alla Trieste dopo 13 ore e 30 di scalata, inaspettatamente nella nebbia, con una frontale che non mi vedevo i piedi a cercare le doppie della discesa normale che avevo fatto vent’anni prima! Poche volte nella mia vita ho tribolato così tanto per scendere da una montagna, per poi arrivare all’1.30 alla macchina, il tempo di una birra e in viaggio verso Trieste!

Tranquillo, gli dico: dormi pure che io ti porto a casa in tempo per Bologna! Non ero neanche arrivato ad Agordo che, dalla stanchezz, già vedevo elefanti per strada! Alla fine mi ha portato a casa lui, mentre io sognavo di essere ancora nella nebbia a cercare le doppie!

Alle 5.30 del mattino eravamo a casa. Non so come ha fatto a rimettersi in viaggio per andare fino a Bologna! Mentre io dopo qualche ora sono partito per Gressoney dove avevo una conferenza. Eravamo in piedi dalle 3.30 del mattino, partiti dal parcheggio abbiamo attaccato alle 6 e lui mi ha seguito come un razzo per 13.30 ore fino in cima! Per fortuna non sono mai caduto, altrimenti non lo so se psicologicamente avrei retto per riuscire in giornata. E sì… vent’anni sono vent’anni però la testa che ha questo ragazzo non è data dall’età… così si nasce!

Adesso tocca a Ines che dopo ancora qualche giorno di perlustrazione sarà pronta per ripeterla e io la seguirò come un razzo! Però non so come fare per convincere Fabio Dandri a venire sulla Torre per fare delle foto perché l’ultima volta che mi ha seguito doveva essere definitivamente l’ultima! Ormai sa che quando gli dico (è tutto semplice)…questa è una grossa balla! Sarà meglio che neanche gli accenni che ho in mente di mettere un triangolo che sporge 4m dalla parete per fotografare quella spaziale placca del quindicesimo tiro!

Bubu Bole


Note:
Scheda
DONNAFUGATA
Torre Trieste parete sud,
Apritori: Christoph Hainz e Roger Schäli, estate 2004
Prima libera: Mauro “Bubu” Bole con Gabriele Gorobey il 4/07/2007 – Precedentemente Bole ha provato la via per 4 giorni con Ines Papert
Donnafugata secondo Bubu: Grande linea su una parete ancora più grande di quello che sembra! La via è molto ben protetta con fix e chiodi, soste sicure e pronte per una veloce ritirata (segno di maturità!). Serve solo qualche friends per i primi 4 tiri ma necessita di quella sensibilità  particolare per scalare sul friabile data dall’esperienza accumulata negli anni, e non dalla potenza! (…il ciapa e tira che stia a casa!). Serve infine un compagno molto forte (come l’avevo io) e una grande resistenza e motivazione per salirla in libera e in giornata!... dimenticavo… scarpette molto piccole per il 15° tiro!
Lunghezza: 750m
Difficoltà : 7a/A2 – libera: max 8a
Tiro per tiro: 1° tiro: 4a, 50m; 2° tiro: 5a, 50m; 3° tiro: 5a, 50m; 4° tiro: 5a, 50m; 5° tiro: 6b, 25m; 6° tiro: 6c, 45m; 7° tiro: 6b+, 25m; 8° tiro: 7b+, 30m; 9° tiro: 6b, 25m; 10° tiro: 7a, 40m; 11° tiro: 6a, 30m; 12° tiro: 6b, 30m; 13° tiro: 7b, 30m; 14° tiro: 6b+, 45m; 15° tiro: 8a, 45m; 16° tiro: 6c, 50m; 17° tiro: 7a, 25m; 18° tiro: 7b, 25m; 19° tiro: 6a, 40m; 20° tiro: 5a, 50m; 21° tiro: 6a, 40m; 22° tiro: 6a, 40m; 23° tiro: 5a, 50m;
Materiale: qualche friends per i primi 4 tiri, una serie di rinvii (la via è attrezzata a spit e chiodi)
Discesa: Doppie lungo la via normale


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