Imagine... all the people allo Scoglio della Sassetelli nell’Appennino Centrale di Ginevra e Pino Calandrella

Tra agosto e ottobre 2025 Pino Calandrella e la figlia Ginevra Calandrella hanno aperto la via 'Imagine... all the people' allo Scoglio della Sassetelli nel Gruppo del Monte Terminillo (Appennino Centrale).
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Pino Calandrella in apertura del quarto tiro di 'Imagine... all the people', Scoglio della Sassetelli, Monti Reatini, Appennino Centrale (Pino Calandrella, Ginevra Calandrella, 08-10/2025)
archivio Pino Calandrella

Aprire una nuova via su questa parete, sembrerà strano, ma ancora oggi mi suscita qualche pensiero, eppure negli anni ho avuto il piacere, insieme a pochi amici, di aprirci cinque itinerari invernali e uno estivo (via Covid Line, prima ripetizione Matteo Della Bordella). Nonostante ciò, una sorta di timore reverenziale è rimasto e forse sarà proprio per quello che alla fine sono stato spinto a tornarci, per quella che è una caratterizzante peculiarità dell’alpinismo, la ricerca delle proprie paure, la sfida con esse (non certo con la parete) e la forte esperienza interiore che ne consegue.

“Immaginare” una nuova via qui, richiede molte valutazioni, a causa della qualità della roccia, che può anche non essere buona, ma che se scelta nella giusta linea, può risultare a tratti addirittura ottima. Questa del 2025 è stata un’estate piena di impegni e purtroppo il tempo da dedicare a questa apertura non è stato molto e spesso concentrato solo in pochissime ore nell’arco delle singole giornate.

Con Ginevra abbiamo iniziato l’apertura ad agosto, accolti da una roccia ottima sul primo tiro. Successivamente, a causa di alcuni problemi di salute di Giny, sono tornato in due occasioni, continuando l’apertura della via in solitaria, con tutte le lungaggini e le attenzioni che questa tipologia di assicurazione richiede.

Il sopraggiungere delle agogniate vacanze sarde lascia interrotta l’apertura, ma il pensiero, come sempre succede quando c’è un progetto aperto, resta lì, alimentato dalle foto nella memoria del telefono scattate zoomando sulla parte alta della parete, che purtroppo però non regalavano ancora conferme definitive.

Il desiderio di tornare sulla via è forte e ad ottobre finalmente, con un’intera giornata a disposizione, la concludiamo. In questa giornata autunnale, particolarmente fresca per il periodo, confermiamo il nostro schema già consolidato, che prevede che Giny scali i tiri aperti in precedenza e io prosegua nell’apertura dei nuovi tiri mancanti.

Il freddo si fa sentire e Ginevra in sosta è costretta a sfruttare entrambi i piumini che abbiamo nello zaino, nonostante ciò non demorde e anche quando ho qualche dubbio mi incita ad andare avanti. Nella parte alta mi rimangono pochissime protezioni da piazzare e per quanto le difficoltà non siano alte, sarò costretto a lasciare lunghissimi runout, fatto che ci imporrà di tornare qualche giorno dopo a ripeterla per aggiungere protezioni e renderle più adeguate.

Il nostro abbraccio padre-figlia all’uscita della via è per me sempre un momento importate, tante emozioni preziosissime che custodirò gelosamente, per sempre.  L’uscita nel tardo pomeriggio ci dà il privilegio di godere, dopo aver risalito il pendio sino alla cresta Sassatelli, di un tramonto strepitoso. Un cielo infiammato ci accompagnerà sul sentiero di ritorno.

Ne è uscita una via a nostro parere molto interessante, che affronta belle sezioni verticali intervallate da tratti di placca più appoggiata, sempre in bella esposizione sulla valle della Meta e su tutta la maestosa Vallonina. La qualità della roccia, ad esclusione di alcuni tratti del 4° tiro, è da buona a molto buona. Le protezioni sono già tutte infisse (fix e chiodi), ma nonostante ciò la via mantiene un certo retrogusto alpinistico, per tale ragione è consigliata a chi abbia esperienza su terreno di avventura.

L’apertura di questa via è stata vissuta in un’estate caratterizzata da un pessimo clima internazionale, a cui nessuno di noi ha potuto o voluto sottrarsi. In molti periodi della storia l’uomo ha mostrato il peggio di sé, contro se stesso. Quello che stiamo vivendo è uno di quelli, dove tutto il male è possibile, proprio tutto, senza alcuna remora o senso di colpa, l’uomo contro l’uomo, senza guadagnare la pace eterna, ma solo la dannazione terrena. E allora forse ha un valore il rifugio temporaneo nell’utopia, solo un attimo, solo per riprendere fiato, solo per immaginare che potrebbe andare diversamente e quindi… Imagine... all the people (John Lennon), solo per vivere un sogno e per immaginare una realtà, che anche se non realizzabile, vale la pena rincorrere.

- Pino Calandrella

Si ringrazia: Montura – Montura Store Roma

 
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