Edu Marin ripete Ego Land in Marmolada

Il 25 agosto siamo partiti presto, Juan Pablo Caballero ed io, pieni di energia e motivazione. La giornata era perfetta: sole, freddo e vento. Sentivo che sarebbe stata una giornata super.
Mi sono riscaldato sui primi due tiri, 7b+ e 8a, muovendomi con leggerezza, le sensazioni erano buone. Presto, mi sono trovato sotto l'8c/+. Al primo tentativo, sono caduto prima della metà a causa di un piccolo errore, quindi mi sono fatto calare rapidamente per riprovare. Dopo aver riposato per qualche minuto, sono riuscito a raggiungere la sosta al secondo tentativo. Il mio flow era tornato! Sapevo di aver completato la sezione più difficile di Egoland, ma sapevo anche che potevo ancora fallire.
Poi siamo arrivati all'8b/+, un tiro molto corto (solo 4 rinvii) con un boulder molto particolare. Ho deciso di salire fino al crux tirandomi sui primi rinvii, solo per perfezionare un nuovo metodo per fare il blocco. Funzionava bene. Voglio dire, davvero bene! Sono sceso sorridendo; sapevo che se fossi riuscito a superare il boulder, sarei riuscito a chiudere quel tiro. Ho fatto un tentativo, molto pulito, tutto era perfetto, il vento, il freddo, e - booommm! - dopo pochi minuti ero in sosta.
A quel punto, sapevo che la parte più difficile di Egoland era dietro di me, ma avevo ancora sei tiri davanti: 8a, 8a, 7c, 7c, 7b e 6c. La fatica si faceva sentire, e più in alto, la pioggia dei giorni precedenti aveva lavato via tutti segni di magnesite dalle prese. Ho dovuto improvvisare e lottare per ogni movimento fino a quando finalmente ho fatto l'ultimo 6c e ho raggiunto la cima alla via. Le mie mani sanguinavano, le gambe e le braccia erano distrutte, ma il mio cuore era pieno di felicità! Che lotta, che giornata!
Da lassù, ho ammirato il bellissimo panorama, con gli occhi pieni di lacrime. Ci siamo abbracciati, abbiamo urlato, e ho sentito quanto fosse stato veramente speciale questo processo - conquistare qualcosa che ti fa crescere veramente.
Egoland. Non credo nelle coincidenze. Non appena sono arrivato in Italia per questo progetto, mi sono infortunato di nuovo - lo stesso dito con lo stesso problema… I capillari rotti hanno creato un enorme ematoma e gonfiore, che ne rendeva impossibile moverlo.
Il nostro ego può essere il nostro peggior nemico, un'ombra che ci segue e ci offusca. Fortunatamente, abbiamo la capacità di isolarlo e regolarlo per vedere le cose chiaramente.
Ho deciso di restare in Italia per recuperare e allenarmi per riconquistare la mia forma, per cercare di fare un tentativo finale al progetto. Ci siamo allenati per quasi due settimane alla Vertik Area Dolomiti, ed è lì che poin mi sono sentito pronto!
Salire ogni tiro da capocordata, uno dopo l'altro, dalla base alla vetta, è stato un processo brutale, sia fisicamente che mentalmente. Imparare a incanalare le emozioni e usarle come carburante è un viaggio complesso.
Un enorme grazie a Juan Pablo Caballero per aver combattuto ogni giorno al mio fianco - una grande parte di questo successo è tuo! Grazie anche a Laura per tutta la tua energia e supporto! Grazie a Marcello Bombardi per essere venuto a condividere l'esperienza con noi con un atteggiamento così positivo! E congratulazioni ancora per la prima ripetizione di Egoland. Infine, grazie a Vertik Area Dolomiti, Vertik Rustik Bar e Rifugio Falier per averci fatto sentire così a casa!
- Edu Marin