Alla Granta Parey in Val di Rhêmes (Valle d'Aosta) Michele Amadio e Andrea Benato trovano la loro 'Gioia Nera'

Alla parete est della Granta Parey in Val di Rhêmes (Valle d'Aosta) Michele Amadio e Andrea Benato hanno aperto la via di più tiri 'Gioia Nera'. Il report di Amadio.
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In apertura sul primo tiro della via 'Gioia Nera' alla Granta Parey in Val di Rhêmes (Valle d'Aosta), Michele Amadio, Andrea Benato 2022/23
archivio Michele Amadio

Preambolo, Inizio ottobre 2021. In una sera senza particolari pretese, dopo una cena a casa di Benni tra le urla dei bambini, sto sfogliando pigramente per la duemillesima volta Rock Paradise di Maurizio Oviglia che ho trovato più o meno per caso nella libreria, quando la mia attenzione ricade su uno dei pochi capitoli che non conosco.

"Oh, ma tu sei mai stato alla Granta Parey? Mi sa che è un bel marcione quella parete…." dico ad Andrea.

"No mai, ma è una vita che cerco qualcuno che ci voglia andare, la Val di Rhêmes è un posto pazzesco!" mi risponde con uno strano luccichio negli occhi.

"A me piacerebbe andare a metterci il naso, giusto per il valore storico eh!" rispondo.

"Tra l’altro sta facendo stranamente molto caldo…potremmo quasi andare in questi giorni…che dici?". Alea iacta est.

L’autunno del patriarca, 23 ottobre 2021.
Saliamo veloci nella tiepida luce di un'alba autunnale, il posto è davvero incantevole e la Granta Parey sembra un gigantesco castello incastonato in mezzo ai ghiacciai della Tsanteleina e di Golettaz. La nostra parete è l’impressionante muraglia est, lunga più di un chilometro e alta 350 metri che sorregge la cima vera e propria qualche centinaio di metri di pietraia più in su. Siamo un pochino intimoriti e le pochissime informazioni che abbiamo raccolto parlano di una roccia orrenda e runout pericolosi…

"Perché stiamo andando a fare 'sta via, Benni?" dico immaginando lunghi voli abbracciato a blocchi di roccia in stile Willy il Coyote.

"Perché amiamo l’avventura!" mi sento rispondere "o perché non abbiamo niente di meglio da fare…"

La via scorre veloce, un tiro dopo l’altro all’inseguimento di spit alle volte piuttosto lontani; pensiamo a Mario Ogliengo, Ezio Marlier e Rudy Buccella che apriroro la via nel settembre 1993 con un trapano pesantissimo e tanto pelo sullo stomaco…chapeau!

Dopo aver strizzato qualche tacca e passato qualche spavento, inizia a maturare la consapevolezza che la roccia non è poi così brutta, anzi, in molti punti è davvero bella! Calcare in Valle d’Aosta, a 3000 metri, che roba! Preparando le doppie rifletto: magari si potrebbe anche pensare ad una via nuova! Mentre scendiamo gli occhi vagabondano perdendosi nell’immensità di quella parete sulla quale corrono solo due vie e nessuna arriva fino in cima. Poi il colpo di fulmine! All’estrema destra del pilastro vedo una colata grigia che mi sembra essere piuttosto compatta.

"Micky, ma quella lì non ti sembra una colata di calcare?" mi anticipa Benni, le rotelle nella mia testa girano all’impazzata ed io inizio a sognare. Il male al collo mentre scendiamo verso casa è il tangibile ricordo del tempo speso a stare col naso all’insù tra le pieghe della Granta ma soprattutto la firma del nostro patto: si va in scena!

Gioia nera – L’inizio, 18 agosto 2022
Avevo rimosso il ricordo di quanto possa essere pesante uno zaino carico dell’attrezzatura per chiodare, ma la sete di avventura annulla la fatica e fa volare il tempo così in un attimo siamo alla base della parete. Siamo scultori che guardano un blocco di marmo mentre scrutiamo in quell’ammasso di dolomia che strapiomba sulle nostre teste. Tocca a me iniziare! Abbiamo una serie di friend e qualche chiodo ma, vista la compattezza della roccia, decidiamo praticamente da subito che sarà una via a spit e che utilizzeremo i cliff solo per appenderci mentre buchiamo col trapano (detta così non sembra nemmeno una cosa così paurosa…brrr).

La roccia della "conchiglia" che sorregge il pilastro ci regala un lungo primo tiro in placca che, non senza qualche brivido freddo, chiodiamo rispettando l’etica dello "spitnonproprioascellare" imposta dalle altre due vie della parete.

Et voilà on est parti per il viaggio che ci appiccicherà a quella parete per circa 60 ore rubate ai mille impegni delle nostre vite, che ci costerà sudore fatica e spaventi, interminabili salite in jumar, cliffate improbabili e qualche decollo imprevisto. Un viaggio fatto di avvicinamenti schiacciati da zaini abominevoli e di lunghe discese al tramonto divagando tra filosofia politica e vita adulta, di giornate col piumino a battere i denti e di altre a sciogliere sotto il solleone, di ore a digiuno e di rifocillate al meraviglioso Rifugio Benevolo. Un viaggio di due estati che ha attraversato due anni fantastici e devastanti allo stesso tempo, un viaggio di fughe verso la Grande Parete alla ricerca di un senso che non abbiamo ancora trovato...

Gioia Nera – La libera, 20 agosto 2023
Alla fine è arrivato anche il giorno della libera, bollente ma con un cielo azzurro da cartolina senza nemmeno una nuvola. Partiamo con calma, vogliamo goderci ogni singolo minuto. Che meraviglia ripercorrere tutti quei metri scalando leggeri, concatenando movimenti e dando la forma definitiva alla nostra visione. Le lunghezze di corda si rincorrono tra placche e strapiombi e la roccia è magnifica, dolomia di qualità! Non fosse per i ghiacciai tutto intorno faticheremmo a credere di essere in Valle d’Aosta. Con il verde del Lago della Tsanteleina che fa da sfondo, arriviamo in cima all’ultimo tiro...è fatta, abbiamo finito! Che avventura incredibile, ci sentiamo vivi, liberi. Tutta quella fatica finalmente ci ricompensa, ecco il senso della vita!

O forse no. E adesso? Cosa facciamo? Cosa faremo domani? Sembriamo svuotati, apatici scendiamo silenziosi, non sembra possibile ma siamo quasi tristi…non è così che immaginavamo questo momento, che contrasto. Ma poi pensandoci bene, forse è proprio questa continua altalena che dà il ritmo alla vita, che ci ribalta continuamente la prospettiva, che ci fa crescere…e se il senso stesse proprio nel non cercare di dare un senso? Quasi un ossimoro, come la gioia anche se nera.

Gioia Nera – La nuova vita della Granta Parey? Settembre 2023
Abbiamo voluto aspettare qualche ripetizione prima di pubblicare una relazione, giusto per essere sicuri di non essere incappati in svarioni colossali. E le prime due sono davvero state col botto François Cazzanelli con i soci Emrik Favre e Roger Bovard compiono la prima ripetizione della via, percorrendola tutta a-vista. Poi Federica Mingolla (che non smetterà mai di stupirci) effettua la seconda ripetizione, ovviamente a vista ma da sola in autosicura! 20 tiri tra scalata e jumar…quasi 800 metri, impiegandoci peraltro meno tempo di quello che ha richiesto a noi il giorno della libera. E ora? Non resta che andare a vedere!

di Michele Amadio

Grazie a: Alpine World, Rifugio Benevolo

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