Dhaulagiri 2005: si riprova

16/05 nono report dalla spedizione Dhaulagiri 2005: Romano Benet, Luca Vuerich, Nives Meroi, Inaki Ochoa, Ivan Vallejo e Christian Stangl domani faranno un nuovo tentativo.
Himalaya, Luca Vuerich, Nives Meroi, Romano Benet, Dhaulagiri

16/05/2005. Dopo le partenze di Mario Cedolin, Roberto Alloi, Cesare Giuliani e Klemen Gricar, sono rimasti solo in sette ai piedi della montagna. Il programma è semplice: si riprova. Così domani si riparte per gli 8167 metri del Dhaulagiri.

In queste ore, infatti, Romano Benet, Luca Vuerich, Nives Meroi, Inaki Ochoa, Ivan Vallejo e Christian Stangl si stanno preparando per una nuova ri-partenza con obiettivo la vetta. Mentre Leila Meroi seguirà anche questo tentativo dal Campo base, la speranza di tutti è che il vento, che in questi giorni ha soffiato incessante, abbia migliorato le condizioni della montagna. Intanto, proprio oggi, il Dhaulagiri s’è scrollato di dosso un po’ di neve: un fronte di 300 metri è precipitato giù in basso. “Era proprio dove dobbiamo passare noi... Speriamo ci abbia lasciato un terreno migliore”, ci dice Romano Benet al satellitare. E poi, aggiunge ridendo: “Tanto fino ad ora non ci siamo fatti mancare nulla”.

Sì, non si sono fatti mancare proprio nulla al Dhaula. Una quasi cima… una tempesta di tuoni e fulmini a 7000m… e un meteo costantemente bizzarro, che fa dire a Leila Meroi: “Ormai per noi le previsioni hanno la stessa tinta dell’oroscopo, pare che raggiungere questa cima sia solo una questione astrale.” A proposito di meteo e “stranezze”: quest’anno continuano ad arrivarci notizie di tuoni e fulmini che in varia maniera hanno sconvolto i piani (e non solo) di alpinisti e trekkers himalayani. La cosa - pur ricordando la tragica esperienza di Hans Kammerlander al Manaslu dove, nel 1991, perse i suoi compagni, Karl Grossrubatscher e Friedl Mutschlechner, uccisi da un fulmine – ci sembra quantomeno inusuale… meriterebbe un approfondimento.

Per ora restiamo in attesa di altre notizie dal Dhaula. Abbiamo imparato che nulla è scontato se non (con le parole di Christian Stangl) che loro sono lì "per tentare di salire il Dhaulagiri".... Domani ci riproveranno.


13 maggio – Campo base
LE PARTENZE
Oggi, Mario, Roberto, Cesare e Klemen tornano a casa
di Leila Meroi

Ore 4:00 a.m. Il suono della sveglia mi strappa ad un sonno malato, di quelli instabili che generalmente precedono le partenze. Fuori è ancora buio, ma per non svegliare Luca evito di usare la frontale, cercando di prepararmi alla cieca. Ottima scelta: per sbaglio con un braccio urto il soffitto ghiacciato della tenda... ed è subito il piacere di una pioggia gelida lungo il collo.

In tenda mensa trovo Roberto e Klemen alle prese con una delle salutari colazioni di Biman: cheese-omelette e uova fritte, il giusto ristoro per chi oggi dovrà farsi 12 ore di cammino valicando due Passi ad oltre 5300 mt (French Pass e Dhampus Pass). Saranno a Marpha ‘stasera alle 18 c.ca e, dopo una bella doccia ed una birra (speriamo alla nostra…), finalmente potranno scrollarsi di dosso tutto il freddo patito in quest’ultimo mese.

Marpha... è dall’inizio della spedizione che ne sento parlare. Si tratta di uno splendido paesino situato a 2700 mt di quota, una vera e propria oasi per i trekker in uscita dal circuito del Dhaulagiri. Lì si possono trovare circa una decina di comodi lodge e la giusta atmosfera per riposare un po’ le ossa. Inoltre a solo un’ora di strada c’è Jomson, un altro paesino dove volendo è possibile prendere l’aereo e tornare rapidamente a Katmandu.

Sarei dovuta essere anch’io con loro, diretta all’Annapurna, ma la mancata cima ha fatto sì che i miei piani subissero qualche modifica. Nives e gli altri pensano che ci sia ancora tempo per tentare la vetta ed io starò qui finchè loro lo riterranno opportuno. Il meteo ha previsto“ (...) vento in attenuazione per sabato e domenica, con possibilità di miglioramento per i primi giorni della prossima settimana”. Speriamo bene, ormai per noi le previsioni hanno la stessa tinta dell’oroscopo... pare che raggiungere questa cima sia solo una questione astrale.

Partiti da casa in una ventina di persone, ora siamo rimasti solamente in sette: Romano, Luca, Nives, io e poi Inaki, Ivan e Christian.

Himalaya, Luca Vuerich, Nives Meroi, Romano Benet, Dhaulagiri

Inaki Ochoa, 37 anni di Pamplona – Spagna. Laureato in filosofia è un alpinista professionista, con al suo attivo la salita di nove “ottomila” fino alla cima principale, lo Shisha Pangma fino alla cima mediana e quattro ripetizioni. Fotografo, scrittore e conferenziere, nonché istruttore di arrampicata

“Un angolo dell’oceano cosmico”
Tentare la salita subito, avvolto nuovamente nella contraddizione bellissima ed insormontabile che è parte dell’alpinismo, quella di salire per poi ridiscendere. Quella di stare laggiù-volendo stare quassù, e viceversa. Elessi una strada che non conosce compromesso, vie di mezzo, toni grigi, che rinnega apertamente la mediocrità e la routine. Quando leggerete questo, io sarò un’altra volta lassù, a mettere in gioco la mia vita. Senza nessuna superiorità né presunzione. Non abbiate dubbi, tenterò di giustificarmi, nuovamente, sopravvivendo.”
www.navarra8000.com

Ivan Vallejo, 45 anni Ecuadoriano. Ingegnere chimico (e gran ballerino). Ha salito dieci ottomila, di cui due volte l’Everest da nord e sud – senza ossigeno. Insegnante universitario fino al 2000, da allora è alpinista professionista. Come Inaki, Ivan è fotografo, scrittore e conferenziere.
“Sopra il valore dell’attesa”
Ecuador – casa. ”Quanti libri porto quest’anno… sei … No, con tutto il lavoro che mi aspetta (due montagne, il Dhaula e l’Annapurna, preparare i campi, battere la traccia, l’acclimatamento…) no, ne basteranno tre -.
Caramba, che pretesa la mia! O meglio, che arroganza. Stupidamente credevo che con i miei dieci ottomila avrei avuto un passaporto con il visto per il bel tempo e per le buone condizioni della parete. E invece adesso sono qui, da ben nove giorni chiuso nella mia tenda, ad aspettare un miglioramento del tempo.
Che gran lezione mi ha dato questa montagna: il valore della pazienza e dell’attesa, sapendo che questa normalmente arriva quando ne hai maggiormente bisogno.
Ringrazio il Dhaulagiri, perché sicuramente mi stavo dimenticando dell’umiltà che è necessaria per sapere aspettare.
www.ivanvallejo.com

Christian Stangl, 38 anni, di Admont - Austria. Ingegnere elettrico, alpinista professionista.
Ha al suo attivo due ottomila saliti.
“Il pensiero Zen di Christian”
Sono qui per tentare di salire il Dhaulagiri.
www.skyrunning.at

di Leila Meroi

Himalaya, Luca Vuerich, Nives Meroi, Romano Benet, Dhaulagiri


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Dall'alto: la cena è pronta; nell'attesa... ; Dhaula party (Foto archivio Luca Vuerich).


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