Sul Cerro Colorado in Patagonia Marc Bordas-Garcia e Robert Jasper aprono 'Llamada del Cóndor'

A fine gennaio, il tedesco Robert Jasper e lo spagnolo Marc Bordas-Garcia sono partiti per una spedizione nella Patagonia settentrionale. Essendo verso la fine dell'estate australe, i due speravano in condizioni meteorologiche stabili. Nel piccolo paese di Cerro Villa Castillo i due sono stati accolti calorosamente da amici guide locali, che hanno avvertito di una stagione estiva pessima e previsioni costantemente negative. Senza perdersi d’animo, la cordata si è diretta al Cerro Colorado, una cima ai margini della Pampa, adiacente all’Hielo Continental, dove il clima è solitamente leggermente migliore. Con l’aiuto del gaucho locale Alfredo Donoso e dei suoi cavalli, il materiale è stato trasportato al campo base. Le due settimane successive hanno portato tempeste, nevicate e piogge torrenziali, intervallate da brevi finestre di bel tempo che hanno permesso qualche arrampicata.
Alla “La Proa” (la prua) del Cerro Colorado - una parete verticale di 200 metri formata da colonne di basalto dall’aspetto futuristico - Jasper e Bordas-Garcia hanno aperto “Llamada del Cóndor” (Il richiamo del condor), graduata 7b+. Hanno chiuso i tiri in stile trad, senza piazzare spit, eccetto alle soste per consentire una discesa più sicura. La qualità della roccia del Cerro Colorado varia a causa dell’esposizione al vento e alle intemperie. Raggiungere la vetta regala panorami mozzafiato, ma richiede cautela per via dei blocchi pericolosamente instabili. "Scalare queste fantastiche colonne di basalto, spesso circondati da condor con un’apertura alare di 3 metri, è stato indimenticabile", ha commentato Jasper. "Scherzavamo sul fatto che speravano che cadessimo per farci diventare il loro pasto!"
Dopo il successo al Cerro Colorado, Jasper, Bordas-Garcia e la guida cilena Raimundo de Andraca (fresco del superamento dell’esame internazionale da guida) si sono avventurati nella remota regione dell’Avellano. È seguito un trekking di 30 chilometri attraverso valli selvagge e fiumi gelidi. Il gaucho Nelson Troncoso e i suoi cavalli hanno trasportato l’attrezzatura per i primi due giorni; il resto è stato caricato sugli zaini e portato oltre un passo impervio fino all’incantevole valle Avellano, dove aguzze guglie di granito svettano sopra foreste verdeggianti e lagune turchesi. "Un luogo di bellezza surreale", ha osservato Jasper, "ma il clima patagonico concede solo una manciata di giorni arrampicabili al mese". La prevista finestra di quattro giorni di bel tempo si è progressivamente ridotta, e con l’arrivo di venti fortissimi, gli alpinisti sono riusciti a salire solo il pilastro sud-ovest del Cerro Quadrato - non una prima salita, ma comunque un’esperienza emozionante.