Cascate di ghiaccio: come iniziare? I consigli di François Cazzanelli e le Guide Alpine Italiane
Couloirs, goulotte, seracchi o cascate: l'arrampicata su ghiaccio è una disciplina affascinante, che attrae molti appassionati, ma richiede un approccio consapevole e preparato. Ecco alcuni suggerimenti delle Guide Alpine, fondamentali per affrontare al meglio le prime cascate e cominciare ad acquisire una maggiore capacità di valutazione, adattandosi alle condizioni ambientali in continua evoluzione.
Le cascate di ghiaccio sono colate d’acqua che, con il freddo invernale, si trasformano in strutture effimere e verticali su cui è possibile arrampicare con apposita attrezzatura come piccozze e ramponi. Sono ambienti affascinanti, mutevoli ma molto tecnici: imparare ad individuare i pericoli e riconoscere le giornate critiche è essenziale per praticare questa disciplina con consapevolezza. Proprio questa loro natura attira un numero sempre maggiore di appassionati.
Il Collegio Nazionale Guide Alpine (Conagai) vuole in generale sensibilizzare gli scalatori sull'importanza della preparazione tecnica e della prudenza nell’affrontare le cascate di ghiaccio, fornendo alcune informazioni basate sull’esperienza di professionisti come le guide alpine. In questa intervista, François Cazzanelli, guida alpina della Valle d’Aosta e della Società Guide Del Cervino, descrive rischi e fascino delle cascate di ghiaccio, offrendo alcuni consigli utili a chi si avvicina a questa disciplina in particolare su come valutare le caratteristiche del ghiaccio, i segnali di instabilità e come pianificare con attenzione la salita.
Negli ultimi anni l’interesse per le cascate di ghiaccio è aumentato?
Sì, sempre più persone si stanno avvicinando alla scalata su ghiaccio. Un forte impulso arriva dagli ice park e dalle falesie di dry tooling, che offrono un ambiente relativamente più sicuro, o meglio con minori pericoli oggettivi, e anche più moderno, che attira e facilita i primi passi dei principianti. Il dry tooling è una disciplina in cui si arrampica su roccia, terreno misto o strutture artificiali usando piccozze e ramponi, anziché mani e scarpette. Nasce come allenamento per il ghiaccio e per le grandi salite alpine, perché permette di praticare movimenti simili in un ambiente più controllato e accessibile.
Come guide, ricevete più richieste per queste attività? Cosa affascina in particolare le persone?
Le richieste sono in aumento, soprattutto da parte di neofiti, ma come numeri rimane comunque un’attività di nicchia rispetto allo sci. Ciò che attira è la magia dell’ambiente: le cascate sono strutture effimere, che appaiono e scompaiono, e regalano un’esperienza intensa, severa e spettacolare. Chi le scala cerca avventura in un contesto unico.
L’arrampicata su ghiaccio presenta rischi oggettivi legati alla stabilità della cascata e alle condizioni meteorologiche. Come bisogna affrontare le cascate di ghiaccio?
Serve tanta, tanta esperienza. Bisogna partire dal basso, e costruire progressivamente le proprie competenze. Imparare a valutare le condizioni, a scegliere dove salire, a capire lo stato del ghiaccio e dove le protezioni possono tenere; tutto questo richiede occhio e pratica, per questo l’esperienza è fondamentale.
Le temperature, le precipitazioni e l'esposizione al sole possono alterare rapidamente la consistenza del ghiaccio, rendendolo più fragile e soggetto a crolli. Come valutare la qualità del ghiaccio attraverso il suono e il colore?
Il ghiaccio blu e con un buono spessore solitamente è ben formato, mentre quello bianco o lattiginoso indica fusione e deperimento. Strutture di ghiaccio sottili, o dove vediamo scorrere dell’acqua sotto, segnalano che la cascata è ancora in formazione e non va salita. Con temperature estremamente fredde, le tensioni interne aumentano e il ghiaccio può cedere anche solo con il passaggio di un singolo scalatore, perciò è sempre necessario valutare con grande attenzione.
Come individuare le giornate più pericolose e quali strumenti possono aiutare nella valutazione del rischio?
Buona osservazione e conoscenza dell’ambiente sono fondamentali. Il colore del ghiaccio, come abbiamo già detto, la presenza di crepe a monte o a valle della cascata e rumori anomali indicano fragilità e possibili cedimenti. Anche le condizioni meteorologiche giocano un ruolo fondamentale: giornate con forte irraggiamento solare o sbalzi termici possono rendere il ghiaccio instabile.
Come si valuta l’utilizzo delle viti da ghiaccio e quando diventano inaffidabili?
L’utilizzo delle viti da ghiaccio è una competenza che si acquisisce solo con anni di pratica. Non basta saperle inserire: è necessario valutare lo stato del ghiaccio. Se è bianco, significa che è già in fase di deperimento per riscaldamento, e la tenuta sarà minima. Anche il ghiaccio sottile, poco profondo o alveolato può risultare inaffidabile, perché la vite deve essere inserita interamente per essere ferma e non deve incontrare spazi vuoti nella sua lunghezza. Un buon indicatore è la carota che esce quando si inserisce il chiodo: se è piena, compatta e uniforme, significa che la vite terrà bene; se si incontrano vuoti o bolle d’aria, la vite sarà poco affidabile. Tutto questo richiede esperienza e sensibilità maturata sul campo.
Il pericolo di valanghe nelle zone circostanti rappresenta un ulteriore elemento da considerare attentamente nella scelta del proprio itinerario. Quali fattori ambientali e climatici contribuiscono all’aumento di questi rischi?
Molte cascate si trovano in canaloni o zone esposte, dove il pericolo di valanghe è reale. Se il rischio indicato è superiore a 3 o 4, è meglio rinunciare. Ci sono alcune cascate più protette, ma è comunque meglio consultare il bollettino valanghe e confrontarsi con guide alpine locali per avere un quadro completo della situazione, compreso l’avvicinamento, e della possibile evoluzione della giornata.
In che modo influisce il cambiamento climatico sulle condizioni delle cascate?
Il cambiamento climatico rende la pratica delle cascate di ghiaccio sempre più complessa. Le stagioni sono più brevi e le condizioni cambiano rapidamente: una cascata può essere fattibile un giorno e pericolosa quello dopo. Le variazioni di temperatura influenzano le tensioni interne del ghiaccio e la sua solidità, rendendo necessaria una lettura attenta e costante. In questo contesto, chi pratica lo sport deve essere paziente, saper cogliere l’attimo giusto e, allo stesso tempo, avere la capacità di rinunciare quando le condizioni non lo consentono.
Quando si trovano le condizioni migliori per scalare su ghiaccio?
Il periodo ideale è quando fa freddo in modo continuo ma non estremo. Le giornate con rialzi termici importanti hanno sicuramente dei rischi maggiori. In passato la stagione andava da dicembre a marzo; oggi è molto più breve e irregolare, soggetta a cambiamenti repentini. Bisogna essere pronti a cogliere l’attimo buono e, soprattutto, saper rinunciare quando le condizioni non sono favorevoli.
Quale attrezzatura serve?
Per affrontare una cascata di ghiaccio è necessaria un’attrezzatura completa: ramponi e piccozze da ghiaccio per la progressione, imbragatura e due mezze corde, viti da ghiaccio per proteggersi durante la salita e tutto il materiale utile ad allestire gli ancoraggi. A questo si aggiungono competenze di base di autosoccorso, indispensabili in ambiente montano. La progressione, infatti, avviene quasi sempre su più tiri, ed è indispensabile una gestione attenta della cordata e delle manovre. Serve tanta esperienza e se non la si ha, meglio affidarsi a professionisti.
Ci sono problemi di sovraffollamento?
Sì purtroppo è un problema crescente: negli inverni come quelli più recenti spesso capita che le cascate in condizioni siano poche e vengano prese d’assalto. In questi casi bisogna sempre evitare di scalare sotto un’altra cordata; meglio aspettare che chi è in parete finisca o scegliere un’altra via.
Esistono palestre di ghiaccio per chi vuole iniziare a praticare questa attività?
Sì, in Italia stanno nascendo molti ice park dove muovere i primi passi sul ghiaccio. Ad esempio in Valle d’Aosta, ci sono a Cogne, Valtournenche, Valsavarenche. Spesso sono strutture artificiali, create deviando l’acqua su delle pareti di roccia, che permettono di scalare da secondi senza pericoli oggettivi come valanghe o avvicinamenti difficili. Qui si impara a conoscere il ghiaccio e a rispettare regole fondamentali come quella di non scalare sotto altre persone.
Info: www.guidealpine.it




























