Arrampicata in Sudan, nuove vie sulle montagne Taka sopra Kassala

Il report di Chris Warner di un viaggio arrampicata attorno al paese di Kassala nel Sudan occidentale con Jonny Baker, che ha fruttato una manciata di nuove vie nel massiccio del Taka.
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Arrampicata attorno a Kassala in Sudan (Chris Warner, Jonny Baker)
Chris Warner, Jonny Baker

Nell'ovest del Sudan si trova una grande collezione di cupole di granito con alcuni vie d’arrampicata esistenti ed un grande potenziale per ulteriori aperture di linee impressionanti. Tutta l’area di arrampicata si trova sopra la città di Kassala.

Jonny Baker ed io siamo arrivati ​​a Kassala il 25 dicembre 2019 per un soggiorno di 20 giorni. Abbiamo trascorso il primo giorno ad esplorare le numerose cupole per osservare linee nuove ed esistenti. Le informazioni che avevamo erano molto frammentarie e confuse per quanto riguarda nomi e posizioni, le torri infatti non sembrano avere ciascuna un nome, ma sono raggruppate con due nomi, Jebel Totil e Jebel Taka. Abbiamo deciso di assegnare nomi più descrittivi a ciascuna torre in riferimento alla loro posizione. Dalla nostra ricerca c'è stata pochissima attività alpinistica in passato. La prima via fu aperta nel 1939 da alcuni inglesi per raggiungere la vetta principale del Jebel Taka. Nel 1981 alcuni cechi hanno visitato il massiccio e hanno aperto alcune linee. Nel 2003 una spedizione francese ha aggiunto circa 3 vie e due statunitensi hanno aperto qualcosa di nuovo nel 2013. Poi alcuni britannici sono venuti un paio di volte per aprire diverse vie più brevi sulle rocce più piccole e hanno fatto del boulder.

La nostra prima nuova via corre sulla parete nord del Middle Jebel. Questa è l'unica cupola su cui è possibile camminare fino in cima. Abbiamo aperto la via Jebel Rebel, 6a+, 320m. La via è stata aperta dal basso e gli spit sono stati piazzati durante la salita, offre un’arrampicata molto varia e riceve solo poche ore di sole al mattino.

Siamo quindi andati a salire la parete sud del Jebel Totil pensando di aprere una nuova via, ma abbiamo trovato degli spit sul secondo tiro. Questo non è sorprendente in quanto la linea è di gran lunga il modo più semplice per raggiungere la cima. Abbiamo scalato 3 tiri, intervallati da un po’ di facili roccette, per raggiungere la vetta in circa due ore, poi ci siamo calati lungo la stessa via. Prende il sole pieno, quindi partire presto è essenziale.

Mentre questa via ci portava in cima, abbiamo spiato una linea su una evidente vena sulla parete ovest. Nei successivi 4 giorni abbiamo pulito la via e abbiamo aggiunto degli spit dall’alto. Questa linea offre un’arrampicata verticale, incredibile e continua, sulla caratteristica vena fino in cima. La qualità della roccia sui tiri in alto è eccezionale con arrampicata interessante e divertente su prese buone. L'abbiamo chiamata False Prophet, 7c, 340m. Abbiamo anche volato in parapendio dalla cima e siamo stati accolti da centinaia di bambini del piccolo villaggio in cui siamo atterrati.

Dopo questa salita abbiamo quindi ripetuto alcune vie esistenti, Khawadja su Jebel Taka North e la via originale di Brown-Hodgkin aperta nel 1939 sul Jebel Taka. Abbiamo volato di nuovo da entrambe le vette.

L'ultima nuova via che abbiamo aperto è percorre la parete nord del Jebel Totil, dal basso con spit piantati durante la salita. Abbiamo chiamato questa linea Bat Shit Crazy, 6c, 230m. Inizia con diversi passi in placca per raggiungere delle fessure in alto che portano fino in cima. Ancora una volta, arrampicata bella e varia.

Kassala offre ancora molte nuove vie sulle numerose torri. Le temperature calde rendono molto difficile l’arrampicata sulle pareti sud, ma la maggior parte delle rocce migliori si affaccia sugli pareti nord. Siamo stati fortunati ad avere molti giorni con temperature attorno ai 25 gradi, che hanno creato piacevoli condizioni all'ombra. Ci sono molte fessure, ma la maggior parte sono discontinue e richiederebbero di essere collegate tra loro con sezioni protette a spit. Le pareti sono di granito molto ruvido e sorprendentemente solido da scalare. Abbiamo trovato la gente del posto molto cordiale e disponibile, non sembravano infastiditi dalla nostra arrampicata ma erano naturalmente perplessi sul perché fossimo arrivati ​​da così lontano per farlo.

Chris Warner, Australia  




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