Obiettivo Pilastro Goretta al Fitz Roy in invernale: partita la spedizione in Patagonia di Della Bordella, Lamantia e Majori

Attualmente si trovano in Argentina, più precisamente a Buenos Aires, gli alpinisti Matteo Della Bordella, Tommaso Lamantia e Marco Majori, diretti a El Chalten per tentare l via Casarotto al Pilastro Goretta sul Fitz Roy. Un “missile che si impenna contro il cielo”, salito per la prima volta nel 1979 dal fuoriclasse vicentino Renato Casarotto con una delle solitarie più leggendarie di sempre, dopo due tentativi, uno con Luigi Zen e Giovanni Maiori, padre di Marco. Considerata da molti come una delle più belle della Patagonia, finora la via non è mai stata salita in inverno. Dalla capitale argentina Della Bordella ci ha raccontato quanto segue.
Matteo, parlaci al volo allora di questo progetto
L'idea è nata perché dopo essere stato 14 volte in Patagonia ho sempre detto “dai, una volta ci torno d'inverno, una volta ci torno d'inverno”, e quella volta è finalmente arrivata quest'anno! È un evoluzione naturale, c'è la curiosità di vedere le montagne che più mi sono care - che sono anche le più belle secondo me - in un contesto decisamente diverso.
Obbiettivo ambizioso, la Via Casarotto sul Pilastro Goretta del Fitz Roy
Sì. Diciamo che mi stuzzicava l'idea di salire il Fitz nella stagione più fredda, possibilmente per una via mai fatta d'inverno, e quando ho fatto alcune proposte a Tommaso e Marco, a loro si sono subito illuminati gli occhi per la Casarotto, Marco perché ha un legame famigliare, visto che suo papà è stato compagno ed amico di Casarotto, ed è stato anche con Casarotto nel tentativo che ha fatto di aprire questa via. Anche Tommy voleva scalare il Fitz, idealmente per quella via, quindi unendo un po' la mia voglia di una salita invernale, di provare un obiettivo ambizioso, e questo legame loro con la Casarotto, è nata un po' quest'idea.
Cosa vi aspettate?
Da quello che ho sentito, uno dei problemi principali delle invernali è il grande freddo. È vero che il tempo dovrebbe essere un po' più stabile rispetto all'estate, però allo stesso tempo temo che sia molto, veramente molto freddo. Scalare su difficoltà comunque impegnative, su una parete verticale di roccia, con tanto freddo… boh sarà una bella sfida. Vediamo se riusciamo a farla!
La via la conosci già, giusto?
Sì, l'ho già percorsa in estate, praticamente due volte, cioè, in realtà la prima volta nel 2015 quando con Luca Schiera e Silvan Schüpbach abbiamo aperto la nostra variante, e poi nel 2023 con Leo Gheza, arrivavamo dalla Mermoz diurante il Care Bear traverse. La via un po' la conosco quindi, so che è molto difficile, però magari è fattibile.
La via viene descritta come una delle più belle nel massiccio
Sì, è una linea super elegante, bellissima, estetica una delle vie più belle della Patagonia. È il nostro piano A, ma poi come sempre dovremo vedere come vanno le cose. Vedremo.
La spedizione gode del patrocinio del Club Alpino Italiano e del supporto dei Ragni di Lecco